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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Con Civati breve fuga dal Pd quotidiano

BRINDISI – “Se vinco e se faccio un bel risultato io continuo a riconoscere persone per bene e intelligenti anche se non hanno votato per me. Se uno che ha votato Cuperlo è un genio, e un genio”. Lo ha detto Pippo Civati a Brindisi.

BRINDISI – “Se vinco e se faccio un bel risultato io continuo a riconoscere persone per bene e intelligenti anche se non hanno votato per me. Se uno che ha votato Cuperlo è un genio, e un genio”. Lo ha detto Pippo Civati a Brindisi nell’incontro pubblico organizzato presso la sede del Pd di via Conserva a Brindisi, in vista delle primarie nazionali dell’8 dicembre, in palio la guida del Partito democratico. Un Pd che per Civati deve imprimere bene un concetto, nella sua mente collettiva: “Si vince solo insieme, è l'unico modo per cambiare i rapporti di forza”.

Pippo Civati ribadisce le proprie forti perplessità sulla larghe intese, e riapre il capitolo del cosiddetto colpo di mano dei 101 che impose l’abbandono di ogni proposito di alleanza con il M5S e stelle. "Ad aprile è successo un pasticcio. Se tu chiedi chi sono i 101 mi rispondono: Civati, hai rotto i coglioni con i 101. Io continuo a insistere e li torturerò tutta la vita. E penso che fare una cosa con i grillini era meglio che farla con quelli là (il Pdl, ndr). Era meglio trovare uno schema diverso e non fare per due o tre anni il governo con la destra. Quei 101 venissero fuori. Se faccio il segretario faccio una perizia calligrafica. Io il dibattito sulla cosa lo voglio riaprire. Non è un processo ma bisogna capire cosa è successo”.

Sulle tensioni che si abbattono in questi giorni sul Pd brindisino neppure una parola. Sono questioni che non hanno nulla a che vedere con le primarie dell’8 dicembre per la segreteria nazionale del Pd, e la base forse ha bisogno di volare alto almeno per un’oretta, dimenticando il sindaco colpito da vari avvisi di garanzia e l’imminente passaggio al centrodestra di Angelino Alfano dell’alleato Massimo Ferrarese. Il laboratorio Brindisi ormai è solo un rottame alla deriva, silurato alla Provincia dallo stesso Ferrarese che aveva scelto di sfilarsi, dimettendosi dalla guida dell’ente e consegna dolo al commissariamento, ed ora in disarmo anche al Comune capoluogo.

Su quel “laboratorio” aveva imposto la virata quella parte del gruppo dirigente che ha sostenuto la candidatura di Mimmo Consales a sindaco, e ora anche il nuovo segretario provinciale Maurizio Bruno, pur dichiarandosi da renziano contrario a larghe intese, non azzarda alcuna previsione neppure a breve termine. A Consales sarà chiesto di dimettersi oppure no? Lo dovrà decidere il direttivo del Pd cittadino tra un paio di giorni. Un direttivo il cui segretario, Antonio Elefante, risulta ancora dimissionario e al quale ieri notte hanno bruciato l’auto. Se una boccata di “dibattito nazionale” è un sia pur breve sollievo, vuol dire che da queste parti la situazione è davvero pesante.

 

 

 

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