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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Conflitti d'interesse: la discarica Asi

BRINDISI – Se qualcuno nutrisse ancora dubbi sul clima della prossima campagna elettorale politica, a Brindisi già cominciata malgrado manchino mesi dalla scadenza ordinaria della prossima primavera, ci pensa stamani un esponente del Pdl, il consigliere provinciale Italo Guadalupi, a spiegare che il centrodestra non farà alcuno sconto a Massimo Ferrarese, l’attuale presidente di una maggioranza di centrosinistra alla Provincia di Brindisi ormai lanciato verso un ventaglio di possibili obiettivi. Non è mai stato usato il fioretto, tra Ferrarese e il Pdl, ma ormai siamo allo spadone a due mani.

BRINDISI – Se qualcuno nutrisse ancora dubbi sul clima della prossima campagna elettorale politica, a Brindisi già cominciata malgrado manchino mesi dalla scadenza ordinaria della prossima primavera, ci pensa stamani un esponente del Pdl, il consigliere provinciale Italo Guadalupi,  a spiegare che il centrodestra non farà alcuno sconto a Massimo Ferrarese, l’attuale presidente di una maggioranza di centrosinistra alla Provincia di Brindisi ormai lanciato verso un ventaglio di possibili obiettivi.  Non è mai stato usato il fioretto, tra Ferrarese e il Pdl, ma ormai siamo allo spadone a due mani.

“In risposta ai paladini del presidente Ferrarese (consiglieri Iaia e Urso) ed alle esternazioni dello stesso presidente nella veste di socio della New Basket che dichiara di voler cedere la propria parte di quota richiedendo il solo valore del 10% senza indicare il reale valore e dettando anche delle condizioni (permanenza in serie A), vorrei ricordare – scrive Italo Guadalupi stamani in un comunicato ai giornali -  per quelle poche nozioni acquisite in economia, che normalmente non è chi vende che detta le condizioni ma sempre chi acquista. Tutto questo però non vale per  il nostro presidente il quale è abituato a cambiare le regole a suo piacimento, anche dell’economia”.

Guadalupi era stato tirato in ballo dai centristi  per i rapporti con una cooperativa di Tuturano: “ Per ciò che riguarda il conflitto d’interessi che lo scrivente avrebbe in virtù della cooperativa Colemi di Tuturano che si occupa di verde anche nella centrale Federico II, mi preme precisare che  nella stessa cooperativa la signora Marzo ricopre una carica di carattere organizzativo e coordinativo  senza percepire alcuno stipendio – risponde Guadalupi -. La stessa cooperativa è composta da 12 soci e di questi solo sei percepiscono uno stipendio in quanto lavoratori. Il fatturato complessivo annuale è di 78.000 euro Iva compresa. Questa esperienza nasce dai giovani disoccupati della frazione di Tuturano che ritengono che la Centrale Federico II possa rappresentare un’occasione  di lavoro per i disoccupati presenti sul territorio”.

Ma il comunicato di Italo Guadalupi non è solo una risposta a Urso e Iaia, ma chiama in causa Ferrarese per una attività di smaltimento di rifiuti speciali che Italo Guadalupi collega ad una società che il presidente della Provincia avrebbe messo in liquidazione, e traccia un paragone tra Ferrarese promotore di una campagna per la costituzione di parte civile contro Enel, e – secondo Guadalupi – il Ferrarese che non sarebbe intervenuto affatto nelle vicende della discarica di rifiuti industriali pericolosi di cui il suo predecessore, Michele Errico, impose la chiusura e la messa in sicurezza nel 2007. Massimo Ferrarese sarebbe stato, secondo il consigliere provinciale del Pdl, uno dei principali utilizzatori di quella discarica, e oggi non avrebbe mosso un dito contro chi avrebbe dovuto già da molto tempo concludere gli interventi di messa in sicurezza.

“Torniamo a parlare della coerenza del presidente Ferrarese”, scrive infatti Guadalupi nel suo comunicato. “A tal proposito vorrei chiedere a colui che si erge a tutore degli interessi dei cittadini, come mai gli stessi interessi non li ha tutelati costituendosi parte civile nei confronti della società Veolia titolare della discarica di rifiuti tossici e nocivi posizionata nella zona industriale di Brindisi, per la quale la società Veolia era impegnata alla messa in sicurezza con la realizzazione del capping, una copertura prevista nel bando di appalto quando venne affidata la gestione della stessa? Forse detta mancata attenzione a tale incompiuta deriva dal fatto che il 30% del volume dei rifiuti presenti in detta discarica sono stati gestiti da quella famosa società di famiglia che si occupava di ecologia, che è stata messa in liquidazione come dichiarato dallo stesso Presidente? Da informazioni pare che la gestione della discarica, con il volume di rifiuti stoccati, ha prodotto utili per oltre 100 miliardi di vecchie lire”.

Guadalupi ricorda anche che i problemi negli interventi di copertura della discarica, che – precisiamo – è quella collina sul confine a sud della zona industriale, che fa parte assieme a un termovalorizzatore della piattaforma Asi (ex Sisri) di trattamento dei rifiuti speciali pericolosi – è stata sollevata per due volte dall’attuale assessore comunale all’Urbanistica, Pasquale Luperti, quando era consigliere comunale: “Rammento, sempre al presidente, che detta anomalia è stata per ben due volte sollevata dall’attuale assessore comunale all’Urbanistica, Pasquale Luperti, nella veste di consigliere di opposizione, attraverso due interpellanze indirizzate al sindaco Mennitti ed al commissario Pezzuto”.

“È storia, come dice Argese, che la Provincia, responsabile e controllore, non è mai intervenuta per chiarire detta anomalia atteso che il contenuto di detta interpellanza mirava a conoscere i seguenti punti: se le condizioni di sicurezza di detta discarica siano sufficienti per la salvaguardia della salute dei nostri concittadini; se la Provincia ha verificato le quote di stoccaggio autorizzate, e quelle realmente realizzate; se le opere di capping siano state realizzate secondo progetto approvato, dalla stessa Provincia. Ed anche – prosegue Guadalupi - alla luce della delibera Sisri n. 37 del 10/04/2007 riguardante le opere da realizzare per la chiusura di detta discarica, visto che in detta delibera si fissava la data ultima per l’esercizio della discarica il 30 settembre2007 e stabilendo il termine utile per l’inizio dei lavori di chiusura il 30 ottobre 2007 per terminare perentoriamente il 31 gennaio 2009, tempistica dettata dalla Provincia di Brindisi”.

Qui Italo Guadalupi tira le somme della sua ricostruzione della vicenda: “ Visto che il 31 gennaio 2009 risulta trascorso da oltre 48 mesi come mai il nostro super presidente non interviene per quanto innanzi elencato? Ed ancora, come mai nonostante essendo le emissioni in atmosfera di competenza della Provincia di Brindisi, il nostro solerte presidente ha potuto permettere alla società Peritas Srl produttore di ammoniaca di poter operare per oltre sette anni dal 2006 senza che la Società avesse alcun certificato di agibilità rilasciato dal Comune, nonostante che la stessa Provincia in data 16 giugno 2011 con la determina dirigenziale n. 796 avesse dato una serie di prescrizioni prima dell’avvio dell’impianto, prescrizioni mai verificate né attuate? Ed infine, perché nonostante lo scrivente abbia ripetute volte chiesto in consiglio provinciale ed in commissione ambiente di effettuare i controlli alla Sfir, richiesta effettuata anche ad dirigente della ripartizione Ecologia ed Ambiente della Provincia, tali controlli non sono mai stati eseguiti? Ricordo che anche per questa azienda c’è voluto un intervento di altri organi accertatori per scoprire tutto ciò che non andava”.

“Non sono e non sarò mai il ventriloquo di nessuno – conclude Guadalupi -. A chi invece ha l’esigenza di dimostrare la propria fedeltà, con questa mia nota ho dato un’altra possibilità per cimentarsi ad un’altra disperata difesa e, solo quando saranno in grado di dare risposte chiare a quanto innanzi elencato, si potranno considerare ‘difensori del Presidente’. Tanto quanto sopra esposto per chiarezza di informazione a tutti i cittadini della nostra Provincia”.

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