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“Consales bambinesco quando parla di complotti. E scandaloso per il caso Sergi”

Giovanni Antonino: “Penso alla ricandidatura con una civica per riscatto personale e per vedere se ciò che dice la gente è vero”. Intanto nuova tegola: la sua abitazione all’asta dopo la condanna della Corte dei conti a pagare oltre 2 milioni per danni d’immagine. “L’attuale sindaco dimentica che curava la comunicazione del Comune sia prima che dopo il ribaltone che oggi riesuma pensando a chissà quale fantasma"

BRINDISI – “Il sindaco Mimmo Consales lo conosco bene perché è stato responsabile della comunicazione del Comune di Brindisi sia prima che dopo il ribaltone che oggi riesuma per parlare di trasformisti diventati moralizzatori della politica. Se poi parla di complotti alle sue spalle, credo che sia una giustificazione bambinesca, per non dire ridicola, delle oggettive difficoltà della maggioranza che, tra l’altro, non credo abbia mai proposto alcun progetto nuovo alla città. Eccezione fatta per il parco per i cani”.

Mai stuzzicare Giovanni Antonino, ex primo cittadino di Brindisi, passato agli onori della cronaca per la foto in costume da bagno con indosso la fascia Tricolore pubblicata dal settimanale Oggi, per essere stato arrestato non una, ma due volte per presunte tangenti, per essere ancora destinatario di avvisi della Corte dei Conti dopo la condanna definitiva a pagare oltre due milioni di euro a titolo di danni, anche d’immagine, arrecati all’Amministrazione. Tanto che rischia di perdere l’abitazione visto che andrà all’asta, come anticipa lui.

Ma Antonino che per sua stessa ammissione è “Il peggiore di tutti”, titolo del libro scritto dopo l’esperienza in carcere, in silenzio proprio non poteva stare di fronte alle ultime puntate andate in onda a Palazzo di città e quel che pensa l’ha detto prima di tutto su Facebook, ricorrendo al latino “pecunia non olet” ossia il denaro non ha odore. Cosa mai avrà voluto dire?

“Mi limito a ricordare che Consales rimase addetto stampa al Comune anche dopo il famoso ribaltone, continuando a narrarne le magnifiche sorti”.

Si spieghi.

“L’attività amministrativa dopo il ribaltone fu premiata da quasi il 73 per cento dei brindisini, ma quello che pensano i cittadini a Consales piace poco e per questo dico che la sua esperienza è giusto che arrivi alla scadenza naturale, di modo che abbia la possibilità di ricandidarsi. I conti si fanno sempre alla fine. E per me quelli che contano non sono i numeri in Consiglio comunale, anche qui pecunia non olet, ma quelli alle urne”.

Antonino, dica la verità: chi si è arricchito con quel famoso ribaltone del 4 agosto ’99, quando lei che era stato eletto in una coalizione di centrodestra tese la mano ai Democratici di sinistra?

“Intanto una precisazione: il Pdl non mi consentiva di governare, in Consiglio qualcuno faceva giochini e mancava il numero legale, ma non ci furono accordi nelle segrete stanze e lo dissi io stesso in Assise che non si poteva continuare così, per cui decidemmo di dare attuazione a un’ipotesi di Tatarella secondo cui era necessario andare oltre il Polo. In effetti quando venni eletto sindaco la prima volta, con Pdl, Pri, Cdu, fu una vittoria per un pelo. Diverso fu dopo alle provinciali quando la mia lista Uniti per Brindisi diventò Centro democratico”.

Ma non ha risposto alla domanda.

“Sul piano politico, ne beneficiò il centrosinistra, visto che alle Regionali alle quali mi candidai nel listino e che alle politiche del 2001 furono eletti un deputato e un senatore. Ma poi io stesso diventai ingombrante anche per il centrosinistra”.

Sul piano personale, invece, qualcuno ha ottenuto benefici o quanto meno ritorni positivi?

“Buona parte dei miei ex consiglieri sono ancora sulla scena politica dopo essere stati eletti con Mennitti, sempre grazie a quel 73 per cento di consensi ottenuto al mio secondo mandato. Purtroppo solo dopo tutto quello che mi è successo ho saputo verità amare e sì, più di qualcuno si è arricchito alle spalle di Antonino. Ma ora pensare a un ribaltone è folle, da un punto di vista personale non lo rifarei”.

Torniano a oggi: Consales punta il dito contro chi definisce trasformisti che proposero quel ribaltone e che ora si ergono a moralizzatori della vita pubblica.

“A me questa storia fa sorridere, mi creda”.

Cosa intende dire?
“Guardi, sostenere che ci siano trame ordite da qualcuno contro l’Amministrazione è ridicolo. Se vuole le faccio anche il nome: Carmine Dipietrangelo è visto come il regista occulto degli ultimi avvenimenti, posto che lui non ha bisogno di difensori, meno che mai di un mio intervento, le confesso che anche solo pensare questo è un modo a mio avviso bambinesco per giustificare le difficoltà oggettive della maggioranza al Comune”.

Lei e Dipietrangelo in che rapporti siete?

“Chiariamolo subito: nessuno nel senso che ci siamo persi di vista con il tempo. L’ho chiamato io  l’altro giorno quando ho letto della tesi complottistica e l’ho sfottuto. Per me resta una delle persone che stimo di più, un politico vero, uno con cui è possibile parlare seriamente. Ma lui di candidature non ne vuole sapere: sta bene così”.

Non sembra godere di ottima salute, invece, la maggioranza di Consales: immagino avrà seguito le vicende.

“Le difficoltà ci sono eccome: Consales tra l’altro si trova in una situazione paradossale nel senso che il Pd sostiene di dare solo un appoggio esterno, ma non espelle i due assessori. Inesistenti, poi, sono Udc, Noi Centro e sigle simili. Non c’è alcuna connotazione politica e credo che lo sappia bene anche lui, tanto è vero che per salvare la situazione propone una sorta di patto per Brindisi che a me fa sorridere”.

Si riferisce alle proposte inserite nel contratto per Brindisi che il sindaco vuole presentare al Governo?

“Sì. Hanno inserito cinque accosti a Sant’Apollinare che il sottoscritto aveva fatto finanziare con 60 milioni di euro: che fine hanno fatto? Glielo dico io: sono stati persi. E mica solo quelli”.

Antonino, non vorrà iniziare con l’elenco delle sue opere?

“No. Ma secondo me Consales non ha proposto niente di suo. Aspetti, sì una cosa c’è: il dog park, quello per i cani. E forse il mercato coperto alla Commenda. Per il resto, sono tutti progetti eredita dal passato che sono stati anche capaci di distruggere come il sistema mare che io copiai andando a Genova. Non parliamo, poi, delle idee di Marcello Rollo e della sua fantasia. Sono stati capaci anche di perdere il secondo accordo con la Marina Militare per liberare il Seno di Levante in modo da ospitare la diportistica. Vista la situazione, al commissario cittadino scriverò delle proposte partendo da Urbanistica e Rifiuti da sottoporre a Emiliano”.

L’assessore Pasquale Luperti è finito nell’occhio del ciclone: la prima volta si candidò con il suo sostegno, ora in che rapporti siete?

“Non c’è alcun rapporto perché quando finì la consiliatura di Mennitti decise di candidarsi nel Pd. Fa parte della schiera dei tanti mostri che ho creato. Se vuole sapere non ho rapporti neanche con Francesco Cannalire perché dopo l’archiviazione dell’inchiesta in cui venni coinvolto anche io disse di non essere più mio amico”.

E con Salvatore Brigante che è stato il suo vice sindaco e che ora è il primo sostenitore di Consales?

“Niente di più di un saluto quando ci incontriamo, ma so che in privato parla bene di me”.

Secondo lei, il Pd a Brindisi riuscirà a prendere in mano le redini della situazione?

“Il Pd era un bel sogno ma in città non esiste da tempo per il semplice motivo che non ci si è preoccupati a creare e formare una classe dirigente e si è pensato solo agli acchiappa voti che non sono neanche più riusciti a gestire, sia a Brindisi che in provincia dove peraltro c’è una duplicazione di incarichi”.

Sia sincero: sta per caso pensando di tornare in politica? Non è che intende ricandidarsi?

“Sì ci penso, ma è un pensiero nel senso che non sto facendo niente di concreto perché non voglio che poi si dica che sto organizzando chissà quale disegno oscuro, per cui se un domani ci dovessero essere le condizioni vorrei tornare a candidarmi con una lista civica. Sempre che riesca e convincere mia moglie”.

A quali condizioni fa riferimento? A suo carico c’è l’interdizione dai pubblici uffici come pena accessoria al patteggiamento a 3 anni e 6 mesi per la cosiddetta tangentopoli?

“L’interdizione me l’hanno data tempo dopo il patteggiamento: due anni, sei mesi e 12 giorni. E quel tempo è scaduto o sarà scaduto quando Consales arriverà alla fine del mandato”.

Pensa che Consales riuscirà a resistere alla tempesta?

“Dipende da lui. Secondo me sarebbe meglio che arrivasse alla fine, i tentativi di imboscata sono squallidi. Se poi c’è una mozione di sfiducia che viene portata in Consiglio, è altra cosa. A Brindisi però c’è solo un’azione di demolizione senza ricostruzione a conferma del fatto che ciascuno pensa per sé, chiuso nel Palazzo. Terrificante. Certo la storia dell’assunzione del figlio del consigliere Sergi è scandalosa: mi spiace per il ragazzo, bocconiano, ma non è ammissibile. Io non l’avrei fatto, eppure dicono che ho fatto di peggio. Per inciso Luigi Sergi è mio amico, è stato candidato nel Centro democratico e poi nel Pri, il mio primo e vecchio amore”.

Per quale motivo i brindisini dovrebbero darle fiducia: ha due arresti alle spalle e pur sempre una condanna sulle spalle.

“Credo di aver lavorato bene all’epoca: sento la gente che dice di tornare, e a chi abbina il mio nome a quello del sindaco di tangentopoli, ricordo due cose. La prima è che la scelta di patteggiare è stata una scelta di vita per uscire dal carcere, vorrei vedere loro al posto mio. La seconda è che i coimputati dei reati per i quali ho patteggiato, alla fine, sono stati assolti”.

Adesso non mi venga a dire che è stato una vittima.

“No. Voglio solo dire che se sarà, voglio essere un sindaco senza dire grazie a nessuno. Non sono più quel co….ne di prima. Già, le parolacce non si dicono. Il concetto è chiaro. Per lo stesso motivo, ritengo che i consiglieri comunali debbano essere strutturati: candidati sì, ma non perché in cerca di un posto di lavoro, devo averlo già, devono avere una storia lavorativa. Forse sarò presuntuoso, ma il ritorno in politica è per due motivi: riscatto personale, dopo che anche sul lavoro sono partito da zero, rinunciando al posto pubblico, e scommessa per vedere se  quello che dice la gente è vero. Ora che ci penso nel 1997 ho iniziato e nel 2017 potrebbe essere che.....”.

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