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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Consiglio, bagarre alla "prima"

BRINDISI – Non comincia nel migliore dei modi la prima seduta del nuovo consiglio comunale di Brindisi, dove la maggioranza Consales arriva portandosi dietro il fardello dell’incertezza sui numeri per votare senza problemi il presidente dell’assemblea. Ma anche perché l’esordio è un battibecco tra il consigliere de La Puglia per Vendola, Giovanni Brigante, e il sindaco sui posti assegnati mentre ancora si entra in aula. Brigante non ci sta a sedersi a destra, e protesta. Si rischia seriamente di andare oltre e si frena solo sulla soglia della polemica personale. Qualche brividino per l’assenza di Massimiliano Oggiano e Francesco Renna, ma quest’ultimo è solo in ritardo.

BRINDISI – Non comincia nel migliore dei modi la prima seduta del nuovo consiglio comunale di Brindisi, dove la maggioranza Consales arriva portandosi dietro il fardello dell’incertezza sui numeri per votare senza problemi il presidente dell’assemblea. Ma anche perché l’esordio è un battibecco tra il consigliere de La Puglia per Vendola, Giovanni Brigante, e il sindaco sui posti assegnati mentre ancora si entra in aula. Brigante non ci sta a sedersi a destra, e protesta. Si rischia seriamente di andare oltre e si frena solo sulla soglia della polemica personale. Qualche brividino per l’assenza di Massimiliano Oggiano e Francesco Renna, ma quest’ultimo è solo in ritardo.

Poi l’inno nazionale, e c’è solo la vice sindaca che lo ascolta con mano sul petto. Se ne accorge solo un fotografo. Presiede il consigliere anziano Luciano Loiacono, e comincia dando la parola a Giampaolo D’Onofrio e Antonio Manfreda che presentano a Consales il conto dell’esclusione dalla giunta per fare accedere invece un assessore indicato da Sel. Quindi si dichiarano appartenenti solo a Impegno Sociale, che vuol dire che si sentono di avere le mani libere.

Segue una disputa sulle modalità di surroga dei consiglieri diventati assessori (Antonio Giunta, Enzo Ecclesie e Pasquale Luperti), passa la linea della presidenza del consiglio e si procede direttamente al voto non prima di un altro scambio al veleno, questa volta tra Giovanni Brigante e il capogruppo del Pd, Salvatore Brigante, suo cugino: “Salvatore, sei sempre stato superficiale”. Ma si va alla surroga come voleva la maggioranza: subentrano ai tre assessori Errico Latini, Giuseppe D’Andria e Salvatore Giannace. Purtroppo c’è un altro intoppo da prima seduta: non funziona il nuovo sistema elettronico con tanto di badge, quindi si ripiega sulla classica alzata di mano. Unanimità: 29 su 29 presenti sindaco incluso per il sì, quindi ingresso dei tre nuovi consiglieri e l’assemblea è quasi al completo, a quota 31 su 32 effettivi.

Tocca al giuramento del sindaco, ultraveloce e accompagnato dai “buuh”  dei Mille di (corso) Garibaldi e dei No al carbone. Non si può parlare di un esordio tutto rose e fiori, ma si sapeva. Consales sorride. Spuntano i cartelli contro la riapertura del corso, e ciò scatena l’ira di Salvatore Brigante, il quale grida che non è ammissibile che in aula entrino cartelli. Un paio di interventi dell’opposizione perorano il diritto alla libertà di espressione, anche se nel rispetto delle regole. Salvatore Brigante fa mezza marcia indietro.

Tocca a lui proporre un’inversione dell’ordine del giorno col passaggio dall’ultimo punto al terzo della spinosa faccenda della designazione del presidente del consiglio comunale, che spetta al Pd ed è proprio Luciano Loiacono. L’opposizione, da Mauro D’Attis ad altri, parla di segno palese di debolezza, perché a fine seduta potrebbe accadere di tutto. La richiesta passa a maggioranza. E subito dopo un intervento di Antonio Monetti chiarisce quale sia il punto di debolezza: il consigliere del Pd era il concorrente di Loiacono per la presidenza, parla di modo non tutto chiaro di formulazione delle scelte, e a sua volta si dichiara smarcato come già D’Onofrio e Manfreda.

Voterò a favore solo se riterrò l’atto in linea con gli interessi generali dei cittadini, avverte Monetti, dichiarandosi non aduso a soggiacere ai diktat. Ma per ora tranquilli, fiducia a questa maggioranza. Si vota, questa volta con urna e scrutino segreto: Loiacono viene eletto presidente del consiglio comunale con 21 voti favorevoli, due più della maggioranza su cui può contare Consales, (presenti 31 più il sindaco) e tre schede bianche, mentre l’altro candidato Pietro Guadalupi prende otto voti. Alla presidenza arrivano le designazioni dei capigruppo. Quando perviene quella di Luigi Sergi a capogruppo del Pri scoppia il piccolo giallo: "Noi non le abbiamo mai mandato alcuna designazione", sbotta Francesco Renna. Loiacono incespica e deve precisare: "E' arrivata dal segretario cittadino" (Alberto Guadalupi, nrd). Ma può accettare, Loiacono, indicazioni sall'esterno dell'assemblea?

Si arriva al nocciolo quando la maggioranza cerca di non far discutere in aula un'ordine del giorno di Giovanni Brigante sulla discussa delibera di assegnazione diretta dell'organizzazione della programmazione estiva denominata CulturAmiamo. L'opposizione è unanime sulla necessità di discutere subito l'ordine del giorno, perchè a settembre, a programmazione esaurita, a cosa servirebbe? Alla fine passa la proposta di Antonio Monetti di convocare entro 48 ore una riunione dei capigruppo, in cui si dovrà fissare una seduta che preveda al primo punto l'ordine del giorno Brigante, non discusso stasera. La seduta continua.

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