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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Il consiglio comunale dà mandato al sindaco per difendere Brindisi

Anche parte dell’opposizione in campo per l’ambiente. Assenti i consiglieri di Forza Italia, Fdi, Lega (con l'eccezione di Ciullo), Brindisi Popolare, Brindisi in Alto, Idea, M5s

BRINDISI – In un’aula (virtuale) disertata dai consiglieri di opposizione, ad eccezione di Massimo Ciullo (Lega) e Gabriele Antonino (Partito Repubblicano), il consiglio comunale di Brindisi “dà pieno mandato al sindaco Riccardo Rossi, di agire immediatamente per chiedere l’apertura di un tavolo con il governo nazionale e i vertici aziendali non solo di Eni/Versalis ma di tutte le altre multinazionali presenti nella città che definisca, con impegni chiari e importanti investimenti, piani di sviluppo che cambino radicalmente ed in maniera sostenibile i percorsi industriali del nostro territorio”. 

Passano due ordini del giorno

Nell’ormai consueta modalità della video conferenza, la seduta monotematica sulla questione petrolchimico si è svolta oggi pomeriggio, alla vigilia dell’incontro (sempre da remoto) che si svolgerà domani fra il primo cittadino e i vertici di Eni-Versalis, presso la presidenza della Regione Puglia. Con una ordinanza emessa nella serata di martedì (26 maggio) Rossi ha sostituito l’ordinanza del 20 maggio, prolungando la sospensione delle attività dell’impianto di cracking “fino all’acquisizione delle definitive risultanze di Arpa Puglia a completamento delle valutazioni preliminari sugli eventi occorsi”.

Versalis: "Ritiro dell'ordinanza o non parteciperemo al tavolo tecnico"

Il riferimento, come noto, è alle emissioni odorigene percepite la mattina del 20 maggio in città, con ogni probabilità riconducibili a rilevanti picchi di toluene e benzene rilevati dall’Arpa, come emerge dal report preliminare consegnato alle autorità competenti, fra il 16 e il 20 maggio, nel periodo in cui l’impianto di cracking è stato sottoposto a interventi di manutenzione. In consiglio comunale sono approdati nel pomeriggio odierno due ordini del giorno: uno presentato da tutti i gruppi di maggioranza, l’altro da Gabriele Antonino.  Entrambi i documenti sono stati approvati da tutti e 20 i consiglieri che hanno partecipato alla seduta, ad eccezione di Marco Vadacca (ex Brindisi Bene Comune, passato di recente al gruppo misto) che si è astenuto dal voto.

Gabriele Antonino-3

Le opposizioni fuori dall'aula 

I consiglieri di opposizione, come detto, non hanno partecipato alla seduta. Gianluca Quarta (ex Forza Italia, passato al gruppo misto), Carmela Lomartire (Brindisi popolare), Umberto Ribezzi (Brindisi in Alto), Massimiliano Oggiano (Fratelli d’Italia), Roberto Cavalera (Forza Italia), Ercole Saponaro (Lega), Luciano Loiacono (Idea), nel corso di una conferenza stampa convocata stamattina presso piazza Matteotti, hanno sintetizzato in due punti i motivi di tale decisione: la mancata condivisione dell’ordine del giorno presentato dalla maggioranza, che non avrebbe accettato un confronto con i consiglieri di opposizione; il mancato invito di rappresentanti delle organizzazioni sindacali al consiglio monotematico. 

Sono rimasti vacanti anche i banchi del Movimento 5 stelle occupati da Gianluca Serra, Paolo Le Grazie e Tiziana Motolese, in disaccordo con l’ordinanza emessa ieri dal sindaco. “Non è possibile – scrivono i consiglieri pentastellati in una nota stampa- demandare ad un atto, come quello di un’ordinanza, disposta per scongiurare una situazione di pericolo nel presente, la premessa di un cambiamento per un futuro più sostenibile della città, che il sindaco avrebbe dovuto intraprendere da tempo, anziché agire con provvedimenti drammatici dopo tanto immobilismo sul tema”. 

Rossi ha espresso disappunto e rammarico per la scelta delle opposizioni. “Di fronte a una sfida così epocale – ha affermato il primo cittadino - non ci possono essere divisioni. Per questo trovo strana l’assoluta assenza dei consiglieri di opposizione. Alcuni di questi lo avevano anche espressamente chiesto un consiglio monotematico. E quando volevano affrontarlo, fra 15 giorni? Questi consiglieri potevano spendere qui una parola per i lavoratori, che sono stati i soggetti più vulnerabili del petrolchimico. Non c’è lavoro – prosegue Rossi - se non c’è una tutela della loro salute. Nessuno ha intenzione di mettere per strada 1500 persone, ma ha intenzione di dare serenità e sicurezza a questi 1500 lavoratori e quindi anche al resto dei cittadini. Perché arriverà il tempo in cui se non si costruirà il futuro, qualcuno andrà via”. Il sindaco in particolare si è detto “meravigliato dell’assenza del M5s, che è una forza di governo”. Rossi rimarca a tal proposito come il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, sia un esponente del M5s e per questo si sarebbe aspettato di sapere da quella forza politica “quali saranno gli impegni che chiederanno al loro ministro”. 

Centrodestra: frattura nella Lega

Sul versante del centrodestra, solo Massimo Ciullo, in contrapposizione con l’altro componente del gruppo della Lega, Ercole Saponaro, ha partecipato al dibattito, sostenendo apertamente l’iniziativa del sindaco. “Vada avanti – ha detto Ciullo, rivolgendosi a Riccardo Rossi - non abbia paura, non si faccia irretire da nessuno. Vada avanti sulla tutela della salute e dell'ambiente. Nell’assistere ad alcuni consiglieri di opposizione che non vogliono partecipare al dibattito e sembra che vogliano rincorrere chi si lamenta dell’ordinanza del sindaco, mi sembra di rivedere un film del passato, dove si vedevano molte di queste rappresentazioni in cui la politica non si mostrava compatta. L’ordine del giorno – sostiene Ciullo - va sostenuto. Chi non lo sostiene è contro la tutela dell’ambiente ed è contro la tutela della salute. Chi non è oggi in aula non persegue politicamente e istituzionalmente questa tipologia di legittimi interessi”.

Lega: botta e risposta fra Ciullo e la segreteria

Massimo Ciullo-5-2

Evidente quindi la frattura con Ercole Saponaro, che a detta di Ciullo “è il capogruppo di se stesso”. Ma il partito si schiera dalla parte di Saponaro. Lega-Puglia, infatti, attraverso una nota a firma del segretario provinciale, Lelio Lolli, e del segretario cittadino, Cosimo De Michele, sostiene che “la linea di partito espressa dalla Lega è quella rappresentata dal capogruppo Ercole Saponaro, unico consigliere comunale di Brindisi eletto nella lista della Lega, e non ha nulla a che vedere con quanto affermato dal consigliere Ciullo, che parla unicamente a titolo personale, intendendo in tal modo fare da stampella al sindaco Rossi”.

La contrapposizione Rossi-sindacati

Beghe politiche a parte, a tenere banco in questi giorni è stato soprattutto lo scontro fra lo stesso Rossi e le organizzazioni sindacali, che nei giorni scorsi non hanno escluso l’ipotesi di intraprendere iniziative legali nei confronti del primo cittadino. Anche questo tema è stato toccato dal sindaco, nel suo intervento. “Farei una differenza – dichiara Rossi - fra sindacati e alcuni sindacalisti che perseguono obiettivi politici ai limiti della diffamazione e non mi sembra possano essere interlocutori seri di questa città. Il mio non è un attacco al sindacato. Io – ribadisce Rossi - sostengo il sindacato. In opportune sedi chiederò un chiarimento. Da lavoratore sono stato un rappresentante sindacale e non accetto, da chi riveste questi ruoli, dichiarazioni di questo tipo”. 

Rossi ricorda, in particolare, la sua militanza fra le file della Cgil, la cui categoria di rappresentanza dei lavoratori del settore chimico, la Filctem, si è defilata dal nuovo, durissimo, attacco al sindaco portato oggi dalle segreteria territoriali di Femca-Cisl, Uiltec-Uil, Ugl e Cisal, attraverso una nota congiunta. “Non c’è limite al delirio di onnipotenza – si legge nel comunicato sindacale - di chi ha raggiunto l’obiettivo di gestire una città e di chi lo sostiene. Quale classe politica e quale onesto amministratore può gioire di un fallimento dell’intero territorio? Anziché cantare alla vittoria – si legge ancora nella nota - dovrebbero essere loro i primi soggetti tristi per una sconfitta, quella di dover essere costretti a fermare importanti attività produttive e cancellare 60 anni di storia industriale del Paese! Storia della quale noi sindacato saremo sempre orgogliosi di aver supportato!”

“A meno che la gioia e la contentezza sta nel fatto – proseguono i sindacati - di aver letto, anche in malo modo, nel report preliminare di Arpa non ancora pubblicato sul sito dell’ente stesso, la probabilità di aver beccato un piccolo appiglio per giustificare un’ordinanza consapevolmente basata solo sulla presunzione e no su elementi oggettivi! Tant’è che vi è la necessità di ricorrere ai ripari, emanandone un'altra che annulla la precedente. Come se la giustizia si può fare sulle probabilità e sulle presunzioni, e poi speriamo che ci indovino”. 

La genesi dell'ordinanza

Rossi, però, chiarisce come si è arrivati all’ordinanza emessa il pomeriggio del 20 maggio, dopo che i centralini di Polizia Locale e Vigli del fuoco, oltre alle bacheche Facebook, erano stati inondati da segnalazioni sull’odore acre percepito in città, accompagnato da “bruciore alla gola – come ricordato dal sindaco - occhi gonfi e segnali di malessere nei bambini”.  “Mercoledì 20 alle ore 15.30 circa - afferma Rossi - chiamai la direttrice del dipartimento di Brindisi dell’Arpa (Annamaria D’Agnano, ndr) e chiesi un intervento, perché le segnalazioni erano tantissime”. Rossi spiega che si è deciso di fare un sopralluogo all’interno del petrolchimico poiché l’impianto di cracking da giorni, come preannunciato dalla stessa Eni Versalis, era fermo per lavori di manutenzione e proprio i quei giorni “la dottoressa D’Agnano – prosegue Rossi - mi aveva riferito che erano già stati notati picchi di benzene. A quel punto ho pensato fosse necessario emettere questa ordinanza”.

Un provvedimento “con cui noi andiamo a chiudere il petrolchimico – chiarisce Rossi - ma poniamo un problema che non può essere più rinviato: che cosa si farà in futuro? Questa città può essere sempre sottoposta allo scambio lavoro-salute?”. Per questo Rossi chiederà l’apertura di un tavolo con il governo nazionale. “Anche Brindisi, come Taranto – afferma ancora il sindaco - è al centro di questa trasformazione e noi vogliamo questo riconoscimento. Non sarà la chimica di base degli idrocarburi il futuro di questa città. Noi ci aspettiamo risposte serie su questo tema, a partire da questa ordinanza”. 

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