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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Consiglio provinciale, unanimità e litigi

BRINDISI - Il Consiglio provinciale si riunisce per dire la sua contro l'accorpamento alla Provincia di Taranto. L'assemblea partorisce un ordine del giorno firmato all'unanimità da tutte le forze politiche, ma l'unità è solo di facciata. Ferrarese, il presidente assente perché impegnato a Roma all'Upi proprio per discutere del decreto taglia-Province, fa sapere con un comunicato che se «il Parlamento eliminerà la nostra Provincia per realizzarne una accorpata ma molto più debole, a quel punto diventerebbe inevitabile e necessaria la creazione di due regioni». In pratica è un'apertura alla Regione Salento. In aula invece Damiano Franco, capogruppo del PD (partito di maggioranza), dichiara: «Noi siamo e saremo contrari alla Regione Salento. Non è la giusta risposta a questo problema».

BRINDISI - Il Consiglio provinciale si riunisce per dire la sua contro l'accorpamento alla Provincia di Taranto. L'assemblea partorisce un ordine del giorno firmato all'unanimità da tutte le forze politiche, ma l'unità è solo di facciata. Ferrarese, il presidente assente perché impegnato a Roma all'Upi proprio per discutere del decreto taglia-Province, fa sapere con un comunicato che se «il Parlamento eliminerà la nostra Provincia per realizzarne una accorpata ma molto più debole, a quel punto diventerebbe inevitabile e necessaria la creazione di due regioni». In pratica è un'apertura alla Regione Salento. In aula invece Damiano Franco, capogruppo del PD (partito di maggioranza), dichiara: «Noi siamo e saremo contrari alla Regione Salento. Non è la giusta risposta a questo problema».

Ma il Consiglio ha riservato altre chicche. A cominciare dall'assenza del presidente Nicola Massari, che solo ieri aveva convocato la riunione urgente dell'assemblea. Cosimo Ferretti, chiamato a sostituirlo, esprime subito il suo disappunto: «Sembra un Consiglio di smobilitazione - oltre al presidente mancano tre assessori e dieci consiglieri, ndr - e non comprendo l'assenza del presidente del Consiglio». Nicola Ciracì (Pdl) lo incoraggia: «Sopravviveremo a questa assenza». Vitantonio Caliandro (Socialisti) ricorda che prima di iniziare la seduta bisogna ascoltare l'inno nazionale. Qualcuno sbuffa e fa fatica ad alzarsi. Nessuno canta, figuriamoci la mano sul cuore... Alcuni consiglieri muovono a malapena le labbra e viene da chiedersi perché ci si ostini ad esibirsi in questo noioso intermezzo. Suonano le note di Mameli, e tutti guardano a terra. Sembra un funerale.

Il dibattito lo apre il vicepresidente della giunta, Francesco Mingolla (Pd), che giustifica l'assenza di Ferrarese. Poi Paolo Urso (NoiCentro) annuncia un ordine del giorno contro la cancellazione della Provincia di Brindisi, da inviare al Consiglio dei Ministri, nella speranza che lo leggano. L'assessore Pietro Mita intanto legge il "Corriere dello Sport”. Prende la parola Nicola Ciracì (Pdl): «Si tenta di far passare le Province come la casta da abbattere», poi lancia un appello a Ferrarese che vuole dimettersi prima del tempo («Non lasci al barca che affonda. Chi scappa ha sempre torto») e strizza l'occhio, pure lui, alla Regione Salento: «Se proprio devono disgregarci, allora facciamo due regioni».

Tocca a Francesco Fistetti (Sel) che conclude il suo intervento con un simbolico «Resistere! Resistere! Resistere». Ferretti si lascia sfuggire un «sono d'accordo» e fa scattare la collera del capogruppo Udc Ciro Argese, che inizia ad inveire contro il presidente facente funzioni: «Lei non si deve permettere di esprimere giudizi politici!». Ferretti risponde alzando la voce, chiede l'espulsione di Argese, e quest'ultimo, di rimbalzo: «Non si permetta neanche a dirlo». Per due minuti è bagarre (potete vedere il video nella nostra homepage), ma per fortuna i due sono lontani l'uno dall'altro. Torna la serenità Nuccio Paviglianiti (NoiCentro) legge il suo intervento in un'aula tornata serena: «Eliminare le Province non servirà a risparmiare». Dopo di lui tocca proprio ad Argese, che si è tranquillizzato: «È facile dire restiamo fino alla fine, ma noi non taglieremo i servizi né porteremo laRc auto al massimo consentito!».

Ancora Ferreti chiude il dibattito: «Ho ascoltato tante cose condivisibili, ma ho l'impressione che stiamo perdendo solo del tempo perché tutto è già stato deciso». Sorge il dubbio che Mita facesse bene a leggere il giornale.

La seduta viene sospesa per mezz'ora per predisporre l'ordine del giorno con cui il Consiglio chiede "al Consiglio dei ministri di rivedere il decreto taglia-Province, ai parlamentari a far sentire la loro voce in Parlamento, all'Upi di valutare il ricorso alla Corte Costituzionale, e al presidente Ferrarese di rimanere al suo posto fino alla fine del mandato, per mantenere gli attuali standard dei servizi ai cittadini senza ulteriori tagli».

Approvato all'unanimità. Del resto, ai funerali, si è sempre tutti amici. Fino all'uscio della chiesa.

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