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Consiglio Regionale, no della Consulta al premio di maggioranza: i seggi restano 70

ROMA – Niente da fare per gli otto esclusi del centrosinistra che avevano proposto ricorso al giudice amministrativo per entrare nel Consiglio Regionale in sovrannumero con l’articolo della legge elettorale della Puglia che prevedeva un premio di maggioranza (tra essi il brindisino Lorenzo Caiolo, segretario provinciale di IdV).

ROMA – Niente da fare per gli otto esclusi del centrosinistra che avevano proposto ricorso al giudice amministrativo per entrare nel Consiglio Regionale in sovrannumero con l’articolo della legge elettorale della Puglia che prevedeva un premio di maggioranza (tra essi il brindisino Lorenzo Caiolo, segretario provinciale di IdV).

La Corte costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità dell'articolo in questione che, prevedendo il premio di governabilità, stabilisce un calcolo di voti che fa crescere il numero dei consiglieri regionali eletti oltre quello stabilito dallo Statuto, che in Puglia è di 70. La sentenza ha così abrogato l'art.10, comma 1, lettera j della legge regionale n.2/2005, che, se fosse stato applicato nelle ultime elezioni regionali del 2010, avrebbe portato a 78 il numero dei consiglieri risultati eletti rispetto ai 70 previsti dallo Statuto.

Sono state undici ordinanze del Tar della Puglia a chiamare in causa la Consulta, provvedimenti in cui veniva sottolineata l'illegittimità della legge elettorale nella parte in cui avrebbe potuto determinare un numero di consiglieri superiore a quello fissato dallo Statuto. Nel ritenere fondata la questione, i giudici costituzionali rilevano il “carattere fondamentale della fonte statutaria” in quanto “l'art.123 della Costituzione prevede l'esistenza nell'ordinamento regionale ordinario di vere e proprie riserve normative a favore della fonte statutaria rispetto alle competenze del legislatore regionale”.

Perciò, “quando la fonte statutaria indica un numero fisso di consiglieri, senza possibilità di variazione  la legge regionale non può prevedere meccanismi diretti ad attribuire seggi aggiuntivi”, ha stabilito la Corte Costituzionale chiudendo definitivamente la partita.

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