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Brindisi, annunci di sviluppo tra dubbi, equivoci ed emergenze pressanti

Non si sa che fine abbia fatto il famoso tavolo nazionale per lo sviluppo di Brindisi annunciato come certo qualche mese fa dal sindaco Mimmo Consales e dal senatore Salvatore Tomaselli del Pd, ma ecco che spunta un “piano B”, tenuto a battesimo assieme al presidente dell’Asi, ente che non ha funzioni di programmazione economica

BRINDISI - “Ci sono tutti i presupposti perché Brindisi possa intercettare nuovi finanziamenti e soprattutto utilizzare al meglio quelli esistenti attraverso una sinergia di interventi tra tutti gli enti locali, la Regione Puglia ed il governo nazionale”, dichiara il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, prima dell’incontro convocato per domani con le istituzioni del territorio e le rappresentanze parlamentari nazionali e regionali.

Il sindaco Mimmo ConsalesNon si sa che fine abbia fatto il famoso tavolo nazionale per lo sviluppo di Brindisi annunciato come certo qualche mese fa dallo stesso Consales e dal senatore Salvatore Tomaselli del Pd, ma ecco che spunta un “piano B”, tenuto a battesimo assieme al presidente dell’Asi, ente che non ha funzioni di programmazione economica ma solo di servizio alle imprese (tanto che il governo nazionale non lo inserì neppure nell’Accordo di programma per le bonifiche nella nostra area Sin).

Tutto farebbe pensare piuttosto ad un accordo politico tra Consales e i centristi esteso dalla maggioranza al Comune anche ad altro. Del resto, a Francavilla Fontana non sta accadendo la stessa cosa, mandando in pezzi l’alleanza di sinistra al Comune con forti accuse degli ormai ex alleati ed ex assessori al sindaco, anche presidente della Provincia e segretario provinciale del Pd, Maurizio Bruno? Quindi Marcello Rollo, che dovrebbe partecipare ad incontro del genere come ente deputato all’indicazione delle aree utili per ospitare eventuali investimenti, diventa invece promotore del vertice.

E dire che l’Asi, ente di secondo grado destinato allo scioglimento, con l’entrata in vigore della riforma della portualità, non avrà neppure più voce in capitolo a Brindisi per la programmazione delle infrastrutture logistiche, e pertanto dovrà anche spiegare – assieme a chi ha concesso tale somma – la ragione per cui ha chiesto ed ottenuto dall’Autorità portuale un finanziamento rilevante per la cosiddetta piastra logistica, che se già non aveva possibilità di essere finanziata ad Asi con fondi nazionali essendo stata collocata in seconda fascia, meno ancora ne avrà con la suddetta riforma.

La Regione Puglia è il vero interlocutore primario per un accordo di sviluppo di Brindisi. Peraltro, in questi anni proprio la Regione ha garantito importanti investimenti all’industria brindisina cofinanziando con lo strumento dei contratti di programma e dei Pia progetti nel settore farmaceutico (con Sanofi), aerospaziale (ben due progetti prima con Avio Spa ed ora con Avio Aero – Generale Electric, e un altro con AgustaWestland)), chimico con Jindal per citare i più importanti. E sono queste le uniche cose che sono state realizzate o sono in fase di realizzazione.

Fermi allo stato attuale gli investimenti per la shuttle di collegamento con l’aeroporto, per la bonifica di Micorosa (progetti rallentati o fermati da contenziosi legati a ribassi sconcertanti), ritardi nel bando – finalmente avviato - per la scelta del gestore unico del ciclo dei rifiuti dell’Ambito di raccolta ottimale di cui fa parte Brindisi, nella redazione del Pug dopo la vicenda sfociata nella cessazione dell’incarico al team incaricato dalla precedente amministrazione, che si porta dietro denunce alla procura della Repubblica, con un forte ritardo nella nuova pianificazione urbanistica della città, vero punto di riferimento per ogni linea di crescita futura.

Marcello Rollo foto-2Mettiamoci infine alcune difficoltà obiettive determinate dalle posizioni politiche. Tra Consales e Michele Emiliano i rapporti sono scesi raso terra, alimentati da un intreccio tra vicende di partito e questioni come quella della spinta per lo spostamento del punto di approdo del gasdotto Tap a Brindisi giocata su un piano assolutamente sbagliato sia da Emiliano che da Lecce (la sovrapposizione di ruoli si rileva così, come sempre, nefasta).

E mettiamoci anche il sospetto che qualcuno voglia infilare dalla finestra ciò che è stato messo fuori dalla porta, come questo progetto dell’essiccatoio di fanghi dei depuratori civili di varie regioni, da trasformare in biomasse per un’altra centrale elettrica nella nostra zona industriale, tentativo che vede protagonista proprio l’Asi e Marcello Rollo, che assieme a Termomeccanica – che ci ha risalutati andando via per la seconda volta - non sono stati in grado di rimettere in funzione invece la piattaforma polifunzionale per il trattamento dei rifiuti industriali lasciando senza lavoro decine di lavoratori.

Si spera che questo tavolo serva almeno a fare davvero il punto sul futuro delle infrastrutture e dell’industria a Brindisi, dai nuovi assetti del porto, alla situazione reale del settore energetico che richiede un confronto serrato ma sereno con Enel e una decisione finale per Edipower-A2A, al futuro della chimica con la possibile cessione di Versalis da parte di Eni, alla questione delle bonifiche (cosa è stato davvero realizzato e quali sono le prospettive).

Non si può dimenticare, ricordano sempre le organizzazioni sindacali brindisine, che si deve partire per parlare di sviluppo, dai rischi esistenti e dalle soluzioni anche lungimiranti per sventare improvvise crisi determinate dal mercato energetico o della chimica. A queste produzioni è legata la vita – ma lo ricorderà ancora certamente nell’incontro il presidente di Confindustria – di tante piccole e medie imprese metalmeccaniche brindisine.

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