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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Crisi Pd a Brindisi, ma niente scosse

BRINDISI – Il centrosinistra in Puglia battuto dal centrodestra è uno shock che Vendola ed Emiliano, il governatore della Regione e partner di Bersani nella sfida nazionale che ha visto la coalizione affermarsi sulle altre, ma con un bagno di sangue e molte incognite, e il sindaco della città capoluogo affrontano a caldo. Naturalmente su Twitter: “Il Pd - Sel é la prima coalizione d'Italia, ma non c'é maggioranza al Senato senza Mov5Stelle. Occorre far scegliere premier a Grillo”, scrive Michele Emiliano. “Tutti ci dicevano di guardare Monti. Monti è uno sconfitto. Grillo è il vero vincitore delle elezioni. Non basteranno alleanze posticce”, è il messaggio di Nichi.

BRINDISI – Il centrosinistra in Puglia battuto dal centrodestra è uno shock che Vendola ed Emiliano, il governatore della Regione e partner di Bersani nella sfida nazionale che ha visto la coalizione affermarsi sulle altre, ma con un bagno di sangue e molte incognite, e  il sindaco della città capoluogo affrontano a caldo. Naturalmente su Twitter: “Il Pd - Sel é la prima coalizione d'Italia, ma non c'é maggioranza al Senato senza Mov5Stelle. Occorre far scegliere premier a Grillo”, scrive Michele Emiliano. “Tutti ci dicevano di guardare Monti. Monti è uno sconfitto. Grillo è il vero vincitore delle elezioni. Non basteranno alleanze posticce”, è il messaggio di Nichi.

Il segretario regionale del Pd, Sergio Blasi, ha la mente attraversata da alcune tentazioni, ma ritiene che si deve riflettere con più calma, lasciandosi aperta anche la porta dell’abbandono dell’incarico: “Sì, mi sta passando per la testa l’idea di dimettermi. Aspettiamo che si fermino le bocce, ragioniamo a freddo a proposito di quanto è successo nelle urne da queste parti e tiriamo le somme. C’è sempre chi deve assumersi le proprie responsabilità. Sono una persona perbene e corretta, io”, ha detto a La Repubblica.

C’è in queste posizioni il segno netto di una coalizione che ammette la mancata vittoria piena a livello nazionale, che riconosce quella di Grillo, che si prepara a fare i conti con la fine della spinta positiva in Puglia e a cercarne le ragioni, che pone subito la questione del confronto con il Movimento 5 Stelle. Non c’è invece alcuna traccia di ciò, almeno sino ad ora, a Brindisi dove il Partito Democratico ha subito la peggiore sconfitta della sua storia, al cospetto inoltre della crisi latente dell’amministrazione comunale e di quella già consumata del governo della Provincia.

Sono macerie che non si possono nascondere sotto alcun tappeto, ma si tende a mimetizzare la sconfitta pesantissima dietro quella che è toccata al partito e al centrosinistra nella Regione, di poco più leggera di quella registrata nella provincia di Brindisi dove il Pd alla Camera è passato dal 31,53 del 2008 al 17,87 di ieri (in Puglia dal 31,00 al 18,48 per cento). E mentre Blasi si dichiara pronto ad assumersi le proprie responsabilità, nessuno mette sul tavolo la busta con le proprie dimissioni a Brindisi, a partire dal segretario di federazione, mentre il parlamentare riconfermato Salvatore Tomaselli, che certo non ha dominato la scena nella sua città di residenza, né in quella di origine a differenza di Toni Matarrelli (Sel) a Mesagne, di Pietro Iurlaro e Vittorio Zizza (Pdl) a Francavilla Fontana e Mesagne, addebita – sempre “a caldo” – la sconfitta del proprio partito all’adesione data al governo Vendola alla Regione.

Molto probabilmente si sta sbagliando per l’ennesima volta il punto di partenza per correggere gli errori, operazione che non potrà che comportare (come osserva Peppino Caldarola nella sua nota che pubblichiamo su Focus) anche un cambio di uomini. Operazione urgentissima a Brindisi e in gran parte della provincia, magari da fare in un congresso straordinario (anche nelle altre province).

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