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“Sconfessato da Sanza: mi dimetto”

BRINDISI – “Sono costretto a rassegnare le dimissioni dall’incarico non perché siano venute meno le motivazioni politiche, ma perché le ritengo l’unico atto consequenziale alle dichiarazioni con le quali, ieri l’altro, il coordinatore regionale del partito, onorevole Sanza, ha commentato una mia iniziativa politica provinciale, la costituzione sul piano squisitamente politico, e non amministrativo, del cosiddetto Terzo Polo”. Clamorosa svolta, dunque, nel braccio di ferro in seno all’Udc. Il coordinatore provinciale del partito, Euprepio Curto getta la spugna, rassegnando le proprie dimissioni nelle mani del segretario nazionale, Lorenzo Cesa.

BRINDISI – “Sono costretto a rassegnare le dimissioni dall’incarico non perché siano venute meno le motivazioni politiche, ma perché le ritengo l’unico atto consequenziale alle dichiarazioni con le quali, ieri l’altro, il coordinatore regionale del partito, onorevole Angelo Sanza, ha commentato una mia iniziativa politica provinciale, la costituzione sul piano squisitamente politico, e non amministrativo, del cosiddetto Terzo Polo”. Clamorosa svolta, dunque, nel braccio di ferro in seno all’Udc. Il coordinatore provinciale del partito, Euprepio Curto getta la spugna, rassegnando le proprie dimissioni nelle mani del segretario nazionale, Lorenzo Cesa.

La sconfessione dell’iniziativa da parte del coordinatore regionale, che comunque rispetto, fa inevitabilmente venir meno - scrive ancora Curto nella lettera indirizzata a Cesa - quel rapporto fiduciario e di legittimazione che una delle componenti più importanti, forse la più importante, del rapporto politico”.

Ma ci sarebbero altri due fattori che avrebbero spinto il coordinatore uscente a farsi da parte: “Il primo. Nonostante il regolamento congressuale assegni al coordinatore provinciale il potere di convocazione del congresso, nonostante tale data sia fissata al 31 dicembre 2011, nonostante abbia personalmente ribadito più volte di non essere intenzionato a ripresentare la mia candidatura, alcuni squallidi personaggi stanno facendo veicolare la tesi secondo la quale starei rallentando  consapevolmente  la convocazione del congresso. Le mie dimissioni sono una risposta anche a questa inqualificabile tesi. Il secondo.  Credo e spero che le mie dimissioni  possano servire a restituire  la serenità di cui il partito ha bisogno”.

Poi lo stesso Curto spiega: “Per quanto mi riguarda continuerò ad esercitare con ancora maggiore impegno  il ruolo e la funzione di consigliere regionale Udc. Certo, non immaginavo, avendo contribuito in maniera decisiva ad alcuni assetti e ad alcuni ruoli  politici,  di trovarmi a vestire i panni dell’eretico, al posto di chi, dopo essere stato avversario dell’Udc nelle ultime due consultazioni elettorali, oggi si trova a rivestire la  funzione di interprete ortodosso della linea politica Udc. Ma non me ne dolgo. Semmai, sono grato a questa circostanza che mi ha fatto comprendere come vere e sacrosante fossero alcune valutazioni che fino a poco tempo fa avevo ritenute dettate dall’inimicizia e dal risentimento”.

“Desidero ringraziarti - scrive infine Curto nella lettera indirizzata a Cesa - per la fiducia riposta nella mia persona sin dal 16 Luglio 2009, data in cui mi affidasti l’incarico, successivamente rinnovato, di guidare il nostro partito in provincia di Brindisi. Spero di non averti deluso, e comunque nell’espletamento dell’incarico ho dato tutto ciò di cui ero capace, ad incominciare da quella lealtà e affidabilità, caratteri distintivi sempre  più rari in politica”.

Preludio alla presa di posizione di Angelo Sanza erano state nei giorni scorsi anche le dichiarazioni rese dal presidente provinciale dell’Udc, Marcello Rollo, che rompendo il silenzio sull’amletica posizione dell’Udc in previsione delle prossime elezioni amministrative in terra di Brindisi, aveva rilanciato con forza il Laboratorio Ferrarese, ammonendo il coordinatore pro tempore e lanciandogli la sfida.

“Il modello Ferrarese rappresenta una bussola che può essere arricchito al centro da altre forze e movimenti, un possibile terzo polo, che intendono lavorare per il bene delle comunità. Noi siamo animati da questo spirito di collaborazione e tutti sono chiamati a compiere un passo indietro avendo il dovere di rappresentare la forza di un partito e non sostenere senza nessuna ragione di urgenza una linea politica che è opportuno affidare democraticamente al Congresso Provinciale”.

Resta da capire, a questo punto, che tipo di riflessi avranno le dimissioni di Curto sull’annunciato congresso provinciale del partito, che il coordinatore uscente, oggi dimissionario, aveva in serbo di convocare entro il mese di ottobre. La battaglia interna, a questo punto, è formalmente cominciata.

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