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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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“Debiti: Comune pignorato”

BRINDISI - “Assestamento di Bilancio approvato senza tenere conto dei debiti fuori bilancio e senza menzionare il danno erariale arrecato. L’esempio lampante? Le istanze di pignoramento nei confronti del Comune di Brindisi, per non aver pagato nei 120 giorni inizialmente previsti e nei successivi termini fissati nei precetti, le spese di soccombenza della Pubblica amministrazione locale nelle causa di opposizione a due distinti verbali per violazioni al codice della strada”. E’ quanto denuncia in una nota indirizzata al Commissario prefettizio Bruno Pezzuto e alla Corte dei Conti di Bari, il consigliere comunale uscente Enzo Albano (Pd).

BRINDISI - “Assestamento di Bilancio approvato senza tenere conto dei debiti fuori bilancio e senza menzionare il danno erariale arrecato.   L’esempio lampante?  Le istanze di pignoramento nei confronti del Comune di Brindisi,   per non aver pagato nei  120 giorni  inizialmente previsti e nei successivi termini fissati nei precetti,   le spese di soccombenza  della Pubblica amministrazione locale nelle causa di opposizione a due distinti  verbali per violazioni al  codice della strada”. E’ quanto denuncia in una nota indirizzata al Commissario prefettizio Bruno Pezzuto e alla Corte dei Conti di Bari, il consigliere comunale uscente Enzo Albano (Pd).

“Sottopongo alla Vostra attenzione - scrive Albano - le mie perplessità sulla regolarità e/o correttezza delle delibere relative agli equilibri  e all’assestamento di bilancio dell’anno 2011, approvate da signor Commissario  nei mesi scorsi, dovute al fatto che  non si tiene conto delle tante  situazioni di  danno erariale e di debiti fuori bilancio,  che si sono verificati nel corso di quest’anno e degli anni  precedenti”.

“Sicuramente – lamenta sempre Albano - era diventata  quasi  una consuetudine  per la maggioranza comunale di centro destra della passata consiliatura, quella di  ignorare le tante situazioni di spreco di denaro pubblico, che poi è quello che proviene  dalle tasse dei cittadini, dai loro sacrifici.  Mi ero illuso che la gestione commissariale potesse cambiare i comportamenti, le procedure, porre argine allo spreco, ma mi accorgo che ha prevalso  la regola della continuità amministrativa: anche nelle cattive abitudini. Purtroppo l’indifferenza è la stessa”.

Ed a riprova della propria tesi, Albano cita due determine (numero 222 del 12.9.2011 e numero 249 del 10.10.2011) relative alle liquidazioni delle  spese  di  precetto e quelle successive di pignoramento nei confronti del comune di Brindisi,   per non aver pagato nei  120 giorni  inizialmente previsti e nei successivi termini fissati nei precetti,   le spese di soccombenza  del comune nelle causa di opposizione a due distinti  verbali per violazioni al  codice della strada:  “Nonostante – precisa Albano - ci fossero in bilancio adeguate risorse per far fronte all’impegno nei termini prescritti   e che ha comportato un notevole  aggravio di costi per le casse del comune, determinate dalle spese  di esecuzione giudiziale”. Altro capitolo, poi, quello relativo all’eventuale esborso di  interessi per  ritardato pagamento.

“Si tratta naturalmente – sottolinea Albano - di debiti fuori  bilancio, ma anche di episodi configurabili come danno erariale, che non sono stati riconosciuti con le forme previste  dal testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali e trasmessi alla Corte dei Conti, come dispone la legge 289/2002.

Ed invece l’accertamento di tali debiti non avrebbe prodotto alcuna conseguenza,  nessuna accertamento di responsabilità, nessuna correzione: “Peraltro – aggiunge Albano  - non ho alcuna  cognizione dell’eventuale intervento del collegio sindacale o delle determinazioni del  nucleo di valutazione e della loro influenza  sulla definizione del premio di risultato.  Una ulteriore conferma della gestione quantomeno approssimativa,  di questa parte del contenzioso giudiziario, che produce spreco di denaro pubblico, assolutamente insopportabile”.

Quindi l’interrogativo: “Mi  sembra legittimo chiedere se la percentuale elevata che l’Amministrazione sta scaricando sulla pelle delle cittadini per il pagamento dell’IMU sulla prima casa, debba servire per finanziare i servizi, oppure per far fronte anche a queste situazioni esemplari di cattiva amministrazione”.

E le conclusioni: “Ritengo che una sana Amministrazione avrebbe dovuto porsi, già da tempo,  l’obiettivo di mettere finalmente ordine a questo settore, per arginare questo spreco di denaro pubblico,  che potrebbe essere meglio impiegato per soddisfare i bisogni della gente e le necessità di questa città. Naturalmente vale sempre il principio della responsabilità, perché non mi sembra giusto, che a pagare per tutti  siano sempre i cittadini, con le loro tasse, come purtroppo è accaduto finora, per questa ed altre situazioni che ho avuto modo di porre in evidenza”.

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