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Venerdì, 29 Marzo 2024
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“Depositata la mozione di sfiducia alla sindaca: ci vediamo in Consiglio”

Luperti ha protocollato il documento con le firme di 17 consiglieri, compresa quella di D'Attis che insiste: "Finiamola subito, andiamo dal notaio". Carluccio resiste: non si dimette

BRINDISI – La mozione di sfiducia alla sindaca è approdata a Palazzo di città, con 17 firme, compresa quella di Mauro D’Attis di Fi, arrivata poco prima che Pasquale Luperti raggiungesse il Comune per  consegnarla al protocollo. Da oggi, lunedì 23 gennaio 2017, quella mozione anticipata negli ultimi giorni e inizialmente definita una “bufala” dai centristi che sostengono la prima cittadina, esiste.

mozione sfiducia sindaca 17 firme-2

Esiste ufficialmente la volontà trasversale, delle sinistre (Pd e Bbc), dei Cinque Stelle, della destra, di Ncd (gli altri centristi) e delle liste di Nando Marino di mettere la parola fine all’Amministrazione dei moderati che nel corso di sei mesi ha perso consenso tra gli stessi partner fautori del successo elettorale, diventati i primi contestatori sotto la voce Coerenti. Il primo passo è stato portato a termine in mattinata, attorno alle 10, e adesso il gruppo dei 17 si prepara alla discussione e alla successiva votazione della mozione in Assise, con tutte le conseguenze annesse e connesse. Perché dall’approvazione della mozione che vede Luperti come primo firmatario dipendono le sorti del Comune: la caduta del Comune, vale a dire lo sgambetto politico alla sindaca, ai suoi, alla Giunta e al Consiglio, con ritorno immediato alle urne. Già a maggio-giugno. Sono necessari 17 voti che, sul documento, ci sono e sembrano blindati con l’ultima firma apposta da D’Attis, coerentemente – sostengono da Fi- con le valutazioni fatte dal partito e più esattamente dai coordinamenti provinciali e regionali. Il consigliere azzurro ha firmato accanto a Luperti.

D’Attis e Forza Italia continuano a sostenere che sia comunque necessario chiudere l’esperienza Carluccio subito, senza aspettare la discussione in Assise perché in Aula non si potrà andare prima di dieci giorni a partire da oggi e non più tardi dopo il 23 febbraio. La mozione, in altri termini, sarà portata in discussione entro la metà del mese di febbraio. La fissazione della data spetta al presidente del Consiglio Pietro Guadalupi dei Cor, rientrati accanto alla sindaca su “ordine” di Raffaele Fitto, sentita la conferenza dei capigruppo.

Secondo gli azzurri è inutile aspettare, andare oltre: meglio sarebbe staccare la spina subito. Come? Andando tutti e 17 dal notaio. Inutile precisare che il notaio non potrebbe essere Michele Errico, essendo consigliere politico della sindaca, il quale sembra aver sostituito l’ex vice sindaco Francesco Silvestre, espressione dei Coerenti della delega ai Rifiuti (in basso, la videointervista realizzata da Salvatore Barbarossa).

Luperti insiste: “Ci vediamo in Consiglio, i brindisini devono sapere”. Vuole che la città sia messa nelle condizioni di conoscere la verità politica. “Le dimissioni dal notaio, non garantiscono questa condivisione e a me le cose fatte chiuso delle stanze non piacciono. Tutto alla luce del sole”.

Non è escluso che nelle prossime ore, i firmatari della mozione tornino a incontrarsi per convincere Luperti. A Palazzo di città, intanto, la sindaca va avanti per la sua strada. Non si dimette. Resiste all’accerchiamento.

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