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Esternalizzazione servizio tributi, Oggiano: "Il risparmio previsto sarà vanificato"

Il capogruppo di Fdi: "Giovedì illustreremo le nostre proposte all'assessore Saponaro. Ancora ritardi nell'adozione dello schema di bilancio di previsione"

BRINDISI – “Il rischio di cui avevamo parlato lo scorso novembre adesso si sta verificando: senza la costituzione di un ufficio Tributi comunali, sarà vanificato il maggior risparmio di 400mila euro sull’aggio da corrispondere alla società concessionaria, con minori entrate ed inefficienza del servizio prestato alla cittadinanza”. Il consigliere comunale Massimiliano Oggiano, capogruppo di Fratelli d’Italia, rispolvera le obiezioni mosse nel novembre 2020 rispetto allo schema di bilancio previsionale 2020-2022 poi approvato il 22 dicembre 2020, a seguito della nomina del commissario ad acta. Lo fa sulla scorta della delibera di giunta tramite la quale l’amministrazione comunale ha deciso di esternalizzare per un anno, al costo di 100mila euro, il servizio di gestione ordinaria delle entrate Imu-Tasi-Tari, alla stessa società affidataria del servizio riscossione coattiva dei tributi, delle sanzioni del codice della strada, dei fitti attivi e dell’imposta di soggiorno, gestione dei tributi minori, attività di supporto dell’accertamento, ossia la Rti Creset- Crediti, Servizi E Tecnologie spa/ Mt.

“Esporremo le nostre proposte – spiega Oggiano a BrindisiReport – all’assessore al Bilancio, Francesco Saponaro, che ieri (venerdì 16 aprile, ndr) ha risposto alla nostra richiesta di incontro”. Il confronto fra Oggiano, la segreteria cittadina di Fratelli d’Italia e l'assessore Saponaro si svolgerà con ogni probabilità giovedì prossimo. Si parlerà del servizio tributi e, soprattutto, del bilancio di previsione 2021/2023, il cui schema, a 13 giorni dal termine ultimo per l’approvazione previsto per il 30 aprile, non è ancora stato adottato dalla giunta comunale. “L’esternalizzazione del servizio di gestione ordinaria delle entrate Imu-Tasi-Tari – dichiara Oggiano – viene giustificata con la mancata risposta da parte del ministero alla richiesta autorizzativa per piani di assunzione. Ma se siamo bloccati è perché sono state fornite solo in parte e pure male le risposte rispetto a una serie di richieste di chiarimenti riconducibili al piano di riequilibrio”.

E adesso si pone anche la questione dell’approvazione del previsionale 2021-23. “Il 22 dicembre 2020 – ricorda Ogggiano - dopo l’approvazione del bilancio di previsione finanziario 2020/22, il sindaco disse che a gennaio sarebbero stati pronti ad approvare il preventivo 2021-23. A gennaio lo stesso sindaco ha detto che il bilancio sarebbe stato approvato a febbraio. Arrivati a febbraio, ha rimandato a marzo. Poi un ulteriore rinvio. Che succederà ora?  Se non ci sarà un provvedimento di proroga del governo, aspettiamoci un provvedimento di diffida dal prefetto. L’amministrazione comunale – afferma ancora Oggiano - aspetta questi provvedimenti dei cosiddetti ristori per gli enti locali, ma comunque bisogna prendersi la responsabilità di programmare. Poi quando arriveranno i soldi, ci si comporterà diversamente”.

Tutto ciò, stando al parere di Oggiano, si sta ripercuotendo anche nella gestione delle entrate comunali. “La mancata approvazione del bilancio preventivo – spiega il consigliere - ovviamente non recita a favore di un parere favorevole da parte della commissione ministeriale, alla quale, volendo, sindaco, assessore e giunta avrebbero potuto comunque soprassedere ed andare avanti con le assunzioni, se avessero avuto la volontà e la forza politica di farlo. Perché quando si trattò di far proseguire i servizi sociali, non ci si preoccupò del parere sfavorevole del dirigente dei servizi finanziari, con un atto che fra l’altro ha prodotto un debito fuori bilancio. In questo caso, perché il sindaco non va avanti, anche a dispetto di questo temporeggiamento della commissione ministeriale?”. Questa situazione, dunque, provocherà, secondo il capogruppo di Fdi, una “erosione del presunto risparmio (stimato in 400mila euro, ndr) derivante dall’internalizzazione parziale del servizio, oltre al grave danno delle mancate entrate tributarie, che creerà inevitabilmente uno squilibrio di cassa”. 

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