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Enel, Ferrarese invade il Comune

BRINDISI – Comincia il pressing dell’area Ferrarese anche al Comune di Brindisi. Le teorie del presidente della Provincia sulla dovuta richiesta di costituzione di parte civile al giudice del processo che inizierà il 12 dicembre prossimo per la dispersione delle polveri del carbonile Enel di Cerano nei terreni agricoli circostanti, è diventata oggetto di export politico anche verso il municipio, dove il sindaco Mimmo Consales nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale, quella del 9 agosto scorso, aveva detto che è più giusta la strada del confronto continuo tra governi locali e aziende, per ottenere gli investimenti in ambientalizzazioni, innovazioni e sviluppo, piuttosto che il muro contro muro.

BRINDISI – Comincia il pressing dell’area Ferrarese anche al Comune di Brindisi. Le teorie del presidente della Provincia sulla dovuta richiesta di costituzione di parte civile al giudice del processo che inizierà il 12 dicembre prossimo per la dispersione delle polveri del carbonile Enel di Cerano nei terreni agricoli circostanti, è diventata oggetto di export politico anche verso il municipio, dove il sindaco Mimmo Consales nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale, quella del 9 agosto scorso, aveva detto che è più giusta la strada del confronto continuo tra governi locali e aziende, per ottenere gli investimenti in ambientalizzazioni, innovazioni e sviluppo, piuttosto che il muro contro muro.

Il presidente della Provincia ha annunciato che attraverso il legale incaricato l’ente chiederà 500 milioni di euro di risarcimenti, esattamente la somma che Enel ha dichiarato di avere impegnato per gli interventi di revamping ed ambientalizzazioni a Cerano e al molo carbone nel porto medio, inclusa la realizzazione di un deposito per il combustibile fossile strutturato in due grandi cupole automatiche e pressoché stagne.

Quindi, nel caso la costituzione di parte civile della Provincia fosse ammessa (come è possibile visto che il pm ha individuato gli enti locali come parti lese), e non Enel – che non è al momento coinvolta come società e responsabile civile nel processo – ma i suoi 12 dirigenti e quadri fossero condannati, ci sarebbe probabilmente una somma definita in sentenza (non certo di 500 milioni) e poi l’eventuale sviluppo dell’azione risarcitoria in sede civile, ma sempre contro gli imputati a meno che il pm non chieda in dibattimento e ottenga dal giudice monocratico di citare anche l’azienda.

Insomma, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Che in fondo è ciò che Consales diceva in aula il 9 agosto: si faccia piuttosto in modo che le grandi società insediate a Brindisi spendano quanto va speso in bonifiche e abbattimento dell’inquinamento, e che tale azione avvenga sotto il controllo costante e lo stimolo delle amministrazioni locali e con vantaggi non solo ambientali, ma anche sul piano dello sviluppo, mentre in alcuni casi bisogna pensare a rimuovere radicalmente il problema: Edipower, progetto del rigassificatore di Capo Bianco. Ma il movimento di Massimo Ferrarese, vicino all’Udc, preme invece per una costituzione di parte civile anche del Comune di Brindisi (lo chiedevano i No al carbone sempre il 9 agosto con uno striscione in aula).

Sulla linea di Consales era d’accordo sino al 21 agosto anche il gruppo consiliare di Noi Centro al Comune di Brindisi, e non solo. Massimo Pagliara dell’Udc, Lucio Licchello di Noi centro, e Rino Giannace di Progettiamo Brindisi martedì scorso infatti hanno diffuso un documento in cui, prendendo atto dell’accordo sottoscritto tra il precedente sindaco Domenico Mennitti ed Enel, in cui l’amministrazione comunale si impegnava a recedere da richieste risarcitorie nei confronti della società elettrica, invitavano opposizione ambientalisti a scegliere un’altra strada.

“Pur non esercitando attività forense ci sembra, che la costituzione di parte civile del Comune di Brindisi sia di fatto una strada tecnicamente e legalmente poco percorribile. Per tale ragione  - avevano scritto nel comunicato i tre consiglieri - è necessario  avviare una nuova fase di confronto politico e istituzionale  serio e trasparente  con tutte le grandi aziende del territorio che producono economia e lavoro per il nostro territorio senza  contrapposizioni ideologiche,  utile,   per chiedere  un riconoscimento sostanziale per un territorio ed i suoi cittadini,  unici soggetti  a non aver avuto riconoscimenti  in questi ultimi sette anni di governo locale”.

Considerando che stamani invece Noi Centro ha diffuso un documento con un orientamento esattamente opposto, o Lucio Licchello (e di fatto anche Pagliara e Giannace) avevano espresso posizioni personali, oppure Ferrarese sta cercando di mettere in difficoltà il sindaco Mimmo Consales sul problema delle strategie da tenere nei confronti di Enel. In tal caso dovrebbe essere un altro partito, il Pd, a scendere in campo e sostenere il sindaco. Ma per ora nulla.

Cosa dice il comunicato di Noi Centro: “In data odierna, il gruppo consiliare del movimento Noi Centro di Brindisi insieme alla segreteria cittadina, ha sviluppato un ampio dibattito relativo alla questione della possibile costituzione del Comune di Brindisi, come parte civile, nell'ambito del processo inerente l'Enel e i suoi dirigenti per l'inquinamento provocato dalla fuoriuscita delle polveri di carbone. Preso atto dell'esistenza della delibera del 22 Febbraio 2010 firmata dal Comune di Brindisi, secondo la quale "l'amministrazione Comunale delibera di rinunciare a ogni eventuale azione di reclamo e pretesa connessa e o inerente il risarcimento di danni nei confronti di Enel Produzioni Spa […]", siamo giunti alla conclusione che la costituzione come parte civile del Comune debba essere un obbligo morale nei confronti dei propri cittadini”. Un ribaltamento totale del ragionamento del 21 agosto.

“ Una delibera firmata nel 2010, seppur nei giusti termini di legalità, non può e non deve essere vincolante per una giunta comunale che ha come primo impegno, in virtù del senso civico, quello di garantire il benessere e la tutela della salute dei propri elettori”, si legge ancora nel comunicato del movimento di Ferrarese che azzera quanto detto da Licchello, Giannace e Pagliara qualche giorno fa. Seguono considerazioni e valutazioni che tendono a dimostrare che in realtà per gli ultimi due anni anche il sindaco avrebbe le mani libere. E poi c’è la conclusione fotocopia del ragionamento del leader del movimento, Massimo Ferrarese.

“Essendo la 'tutela della salute del cittadino e dell'ambiente' un dovere civico della giunta comunale, prima che un diritto di tutti i cittadini, sosteniamo con enfasi la tesi per cui il Comune non può rimanere inerme di fronte ad una tale vicissitudine. Sarà pertanto successivamente compito della magistratura, valutare se il Comune sia titolare o meno delle credenziali necessarie per ottenere il giusto risarcimento per gli eventuali danni subiti”. Una inversione ad “u” certamente imposta da Palazzo De Leo, senza tanti riguardi per l’inquilino di Palazzo Nervegna.

In questa vicenda c’è anche una nota del capo dell’opposizione di centrodestra, Mauro D’Attis, che sul piano tecnico di fatto concorda oggettivamente con la lettura che offre Ferrarese della situazione, mentre poi attacca il presidente della Provincia per altre ragioni. "Non c'è nulla che impedisca all'Amministrazione Comunale di Brindisi di costituirsi parte civile nel processo per la dispersione delle polveri di carbone dalla centrale di Cerano, né l'Accordo di programma né la delibera 54 del 2010 approvata dalla giunta Mennitti. Il Sindaco Mimmo Consales, dunque, faccia sapere alla città che scelta intende fare”, scrive D’Attis.

"La delibera 54 del 2010 - spiega D'Attis - riguardava la costituzione di parte civile nel processo ‘Coke’ e la sentenza del Tar che stabilì l'annullamento dell'ordinanza di inibizione alla coltivazione dei campi di Cerano, ma soprattutto aveva lo scopo di consentire all'Amministrazione ed agli agricoltori di ottenere immediatamente un risarcimento, senza l'incertezza di un lungo procedimento". Quella delibera parla esplicitamente di rinuncia a contenziosi rispetto ad eventuali danni causati dalla centrale fino al febbraio del 2010, data della sua approvazione. Il procedimento in corso, invece, è il 1.316 del 2009, partito appunto da denunce del 2009, le cui indagini si sono chiuse nel 2012. Quindi tutto il periodo successivo al febbraio del 2010 non è oggetto della transazione prevista da quella delibera di giunta”, sostiene il capogruppo del Pdl ed ex vicesindaco della giunta Mennitti.

Ma il problema non è tecnico e giuridico, è politico perché la scelta dei rapporti da avere con i grandi gruppi insediati a Brindisi deve essere da un lato ispirata alle leggi, dall’altro dal modello di sviluppo che si deve perseguire. E infatti quella che Ferrarese vuole esportare nella maggioranza che sostiene Consales è una sua idea della governance – definiamola così – delle politiche industriali, mentre Consales ne ha un’altra.

Tuttavia, D’Attis alla fine si concede la stoccata personale: "Non mi stupisce la richiesta da parte dell'ente locale. Mi stupisce da chi e il modo con cui arriva. Obiettivamente è un po' grottesco che ci sia una costituzione contro Enel da parte del Presidente della Provincia e patron della squadra di basket sponsorizzata dall'Enel. Ho apprezzato invece la rinuncia dell'arcivescovo di Taranto, monsignor Santoro, alle donazioni dell'Ilva. Ecco, mi sembra che questa possa essere – consiglia D’Attis - una buona idea per Ferrarese. L'impressione, invece, è che siamo già in piena campagna elettorale. Con questi argomenti, però, non si scherza. E' il caso di essere seri e smettere di fare teatro".

Postilla finale. Da quanto si dice tra i consiglieri comunali, c'è un altro punto di grossa divergenza tra Noi Centro e Consales, e riguarda la posizione sul futuro della centrale Edipower, oggi A2A, di Brindisi Nord, Lucio Licchello avrebbe fatto sapere qualche tempo fa, in maniera neppure tanto velata - si era in sede di formulazione del programma amministrativo della giunta Consales - che se il sindaco avesse posto il problema della chiusura dell'impianto, lui sarebbe uscito dalla maggioranza. Il carbone colpisce ancora.

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