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"Ero in Senato, ma non sono riuscito a rientrare in aula in tempo"

Il senatore Salvatore Tomaselli spiega perchè era assente alla verifica del numero legale chiesto dalla Lega

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo una lettera del senatore Salvatore Tomaselli (Pd), in cui egli spiega le ragioni per cui non era presenmte alla verifica del numero legale nel corso dell'esame delle pregiudiziali sullo Ius Soli. L'assenza di Tomaselli e di altri 28 senatiori del Pd, di 35 senatori del M5S, di molti di Forza Italia e delle formazioni di centro, si desume dal verbale della verifica del numero legale.

"Caro direttore, mi permetto di chiedere ospitalità alla Sua testata in riferimento all’articolo di Stefania De Cristofaro sulla vicenda del mancato numero legale in Senato lo scorso 23 dicembre in occasione dell’esame del disegno di legge sul cosiddetto “ius soli”. Per precisare, innanzitutto, che non ero assente dal Senato per anticipate festività o altri motivi ma che sono stato regolarmente presente ai lavori dell’intera seduta d’aula di sabato 23 dicembre, come si evince dall’allegato resoconto delle votazioni su Legge di Bilancio ed altri provvedimenti a cui ho partecipato nella loro totalità.

Le presenze della giornata al Senato-2Confermo che, purtroppo, non mi è stato possibile votare per la verifica del numero legale perché, pur essendo presente nel Palazzo del Senato, ero uscito del tutto temporaneamente dall’aula: dopo le numerose votazioni mattutine, infatti, si era aperta la discussione sulle pregiudiziali riferite all’esame del disegno di legge presentate dal centro destra, una discussione che si prevedeva abbastanza lunga da poter consentire una breve uscita dall’aula.

Nel mentre si svolgeva tale discussione è stata chiesta da un esponente della Lega, con evidenti intenti ostruzionistici, la verifica del numero legale e, per quanto mi riguarda, purtroppo, sono rientrato in aula non in tempo utile a verifica già chiusa. A solo titolo di cronaca, voglio richiamare che, ove il numero legale ci fosse stato (e non sarebbero bastati tutti i senatori del PD), saremmo poi passati al voto sulle pregiudiziali: se accolte, il provvedimento sarebbe stato dichiarato bocciato; se respinte, saremmo passati all’esame degli emendamenti.

Detto ciò, personalmente mortificato per questo “incidente” e al di là della pagina di strumentale schermaglia parlamentare e delle polemiche che ne sono seguite, resta l'amarezza per non essere riusciti ad approvare una legge tanto attesa, che è, innanzitutto, una norma di civiltà che avrebbe chiuso in modo ancora più significativo quella che, pur tra mille difficoltà, si può dire essere stata la legislatura dei diritti civili.

Sono convinto che lo stesso PD poteva e doveva  di più, e non certo il 23 di dicembre ma nei mesi scorsi, per provare ad approvare tale riforma, pur nella difficoltà di numeri che in Senato non ci sono mai stati nel momento in cui a favore vi erano solo PD e le forze di sinistra (circa 140/150 voti) e contro tutto il centro destra con aggiunta di centristi e cinquestelle (circa 170/180 voti). A ciò si aggiunga l’ostruzionismo della Lega che ha presentato in Senato ben 50.000 emendamenti, un macigno superabile solo con il voto di fiducia.

Una ipotesi, quest’ultima, che non si è potuta (e voluta) percorrere nel momento in cui una parte delle forze politiche che costituiscono la maggioranza ha dichiarato di non volere più lo ius soli (pur avendolo votato in prima lettura alla Camera). Lo sfaldamento della maggioranza che sostiene il Governo prima dell'approvazione della legge di bilancio, in assenza di una maggioranza alternativa, sarebbe stato un problema enorme, uno scenario che poteva portare alle dimissioni del Governo e all’esercizio provvisorio. Tanto per richiamare le posizioni di merito sul tema e quali siano le forze politiche che con la loro occasionale convergenza hanno la responsabilità del no. Questi i fatti.

Gli assenti alla verifica del numero legale-3

Resta la straordinaria sensibilità e la grande mobilitazione che ancora in queste ore in tanta parte del paese si sono levate sul tema, accanto alla voce più autorevole di tutte, quella di Papa Francesco. Per questo, penso vada accolto l’appello ad unire, accanto ad essa, la voce dei democratici, di chi ama e rispetta le istituzioni, di chi ha un'idea alta e nobile della politica e dei diritti: tante voci che in queste ore stanno chiedendo al Presidente della Repubblica di posticipare di qualche giorno lo scioglimento delle Camere e di consentire al Senato di discutere, senza ostruzionismo e nella legittimità di un confronto aperto e trasparente di fronte al paese, la legge sullo Ius Soli. Cordialmente, sen. Salvatore Tomaselli".       

27.12.2017

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