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Errico: "Il Pd si difenda da Ferrarese"

BRINDISI – Mimmo Consales non vuole veleni in campagna elettorale? Lo ripete in tutte le sue dichiarazioni da 48 ore. Allora dovrebbe guardare nella sua coalizione, andare in cima e parlare con Massimo Ferrarese, ispiratore di quello che oggi su un quotidiano locale, “Senzacolonne”, sarebbe a tutti gli effetti un attacco al Partito democratico. Anche se il Pd sostiene Consales, anche se il Pd fa parte della maggioranza all’amministrazione provinciale. Per Michele Errico, ex presidente della Provincia, le dichiarazioni rilasciate da Ferrarese a “Senzacolonne” sulla situazione finanziaria di Cittadella della Ricerca altro non sono che un primo assaggio dell’imminente campagna elettorale.

BRINDISI – Mimmo Consales non vuole veleni in campagna elettorale? Lo ripete in tutte le sue dichiarazioni da 48 ore. Allora dovrebbe guardare nella sua coalizione, andare in cima e parlare con Massimo Ferrarese, ispiratore di quello che oggi su un quotidiano locale, “Senzacolonne”, sarebbe a tutti gli effetti un attacco al Partito democratico. Anche se il Pd sostiene Consales, anche se il Pd fa parte della maggioranza all’amministrazione provinciale. Per Michele Errico, ex presidente della Provincia, le dichiarazioni rilasciate da Ferrarese a “Senzacolonne” sulla situazione finanziaria di Cittadella della Ricerca altro non sono che un primo assaggio dell’imminente campagna elettorale.

Michele Errico, citato alla fine dell’articolo insieme a tutto il vecchio consiglio di amministrazione di Cittadella, organismo e gestione tutt’altro che velatamente accusati di aver truccato i conti della società consortile per azioni che aveva gestito e gestisce il complesso scientifico-tecnologico. Pur ricorrendo, almeno nell’articolo, ad una procedura inquisitoria piuttosto maldestra perché si parla del bilancio 2010 quale atto contabile che avrebbe celato il camuffamento di un buco ben superiore ai 70mila euro di perdite dichiarate, che ammonterebbero invece a 300mila euro, secondo quanto scoperto personalmente dallo stesso Ferrarese recentemente. Ma il bilancio 2010 è stato approvato dal nuovo consiglio di amministrazione e non dal vecchio, e dal nuovo presidente insediato da Ferrarese e dalla Provincia in Cittadella, Antonio Andreucci, e certificato da un collegio sindacale. Dunque?

Dunque, dice Michele Errico ascoltato da BrindisiReport.it, “questa vicenda non nasce per caso. Credo che sia un primo assaggio di una reazione legata al fatto che qualcuno mi ha visto vicino all’altra parte del centrosinistra e a quella parte del Partito democratico che non ha condiviso il percorso seguito per giungere alla candidatura di Consales. Per fare ciò si cerca di demolire fatti miracolosi, come il salvataggio di Cittadella della Ricerca anni fa dal fallimento, la sua crescita, l’insediamento in essa dell’università, dei distretti aerospaziali e dell’energia e di numerose aziende e centri di ricerca. Come fa il Pd a subire tutto questo?”, chiede Errico.

“Il salvataggio e lo sviluppo di Cittadella sono stati un’operazione portata avanti dal Pd contro tutto e tutti, con un grande e lodevole lavoro del professore Vitantonio Gioia. Chi vuole mettere oggi il Pd sotto inchiesta per tutto ciò? Un partito che lo ha appoggiato e lo appoggia tutt’ora? Su Cittadella non vi può essere alcun gioco politico. Non ho alcun interesse ad entrare in polemica con Ferrarese, che il Pd si difenda – esorta Michele Errico – non devo essere io a difendere me stesso. Per il mio operato di presidente della Provincia sino al giugno 2009, per l’operato di Vitantonio Gioia e dei suoi collaboratori, e del vecchio consiglio di amministrazione parlano le carte oltre che i fatti: la gestione è stata condotta da una società controllata da un collegio sindacale, che ne ha certificato la regolarità. Allora se si vuole mettere in discussione questo, lo si faccia con le carte, se si è in grado di farlo”.

Ma un ultimo passaggio sulla gestione del complesso scientifico-tecnologico, Michele Errico lo fa comunque: “Non solo abbiamo gestito bene Cittadella, ma l’abbiamo creata, salvandola dal fallimento del Pastis senza alcun costo, risparmiando costi enormi alle casse della Provincia. Ha funzionato benissimo, guidata da persone degnissime e di alta qualità professionale a cominciare dal professore Gioia, è diventata una grande risorsa per questo territorio, per la formazione dei giovani e per le aziende. Tutti risultati che dal punto di vista formale hanno alle spalle relazioni di conformità dei bilanci redatte dall’organismo di controllo. Se ci sono dubbi sui bilanci successivi, riferiscano a Ferrarese l’attuale collegio sindacale e l’attuale presidente”.

Arriva nella tarda mattinata anche la risposta del professore Vitantonio Gioia, attuale direttore del Dipartimento di Scienze sociali e della Comunicazione di Unisalento, e presidente di Cittadella sino a quando Ferrarese, poco dopo il suo insediamento alla Provincia – proprietaria del patrimonio immobiliare del complesso -, ha deciso di modificare la struttura del consiglio di amministrazione e la dirigenza del parco-scientifico tecnologico. Gioia annuncia querela. “In risposta a quanto apparso con grande enfasi su Senzacolonne del 22 gennaio mi preme dire che mi pare assai sospetto che, dopo 28 mesi di gestione da parte di un altro CdA, si scoprano ‘ammanchi’ nel bilancio riconducibili alla fase in cui ero presidente del CdA della Cittadella della Ricerca”, rileva Gioia.

“Voglio ricordare quanto segue. Quando il CdA da me presieduto si è insediato, Cittadella della Ricerca era una realtà ormai in smobilitazione che si portava dietro incapacità gestionali e l’irrisolto problema Pastis. In sintonia con l’amministrazione provinciale – ricorda l’ex presidente - abbiamo definito per Cittadella un nuovo modello di sviluppo, con il fine di fare di essa  il volano della crescita economica sul versante dell’innovazione e della formazione. Tutte le attività successive sono state indirizzate verso questo scopo. Per fare questo bisognava ricostruire una struttura amministrativa e gestionale adeguata, consentendo il riassorbimento – almeno per la parte che fosse funzionale al nuovo progetto – dei 27 lavoratori del Pastis; i risultati ottenuti sono ampiamente documentati e parlano di un rilancio di Cittadella a livello regionale, nazionale e internazionale”, afferma il docente universitario.

“L’andamento positivo dei bilanci si è mosso in sintonia con i successi ottenuti dalla nuova Cittadella della Ricerca e il reintegro parziale del personale ex - Pastis ha seguito questo incremento progressivo del budget.  Ovviamente, tutto ciò è ampiamente documentato nelle carte presenti in Cittadella. Per quanto mi riguarda, stanco delle illazioni che periodicamente emergono in merito alla mia gestione di Cittadella, darò mandato ad un legale – conclude Gioia - perché faccia emergere la verità e difenda l’onorabilità della mia persona, dei componenti del CdA da me presieduto e della struttura amministrativa e gestionale di Cittadella”.

E un annuncio di ricorso alle vie giudiziarie arriva anche dall’ex direttore di Cittadella, Angelo Colucci: “Appare strano e forse strumentale – dice anche Colucci - che ci si accorga di una ‘voragine’ nei conti di Cittadella dopo che il nuovo Consiglio di Amministrazione è in vigenza dal lontano dicembre 2009 (è quindi ormai nel suo ultimo anno di mandato). Ritengo doveroso evidenziare: il Consiglio di Amministrazione non ha stipendio ma solo indennità riservate al Presidente ed al Vicepresidente che, pur con il Consiglio passato da 7 a 3 componenti, sono tutt'ora in vigore. Mi sono dimesso nel giugno del 2011 (ben sette mesi fa) per motivi personali, certamente non perchè me lo abbia chiesto Ferrarese né nessun'altro”.

Prosegue Colucci: “La correttezza del mio operato e dell'intera struttura amministrativa è evidenziata da tutta la documentazione esistente presso Cittadella. Non ero comunque un amministratore delegato e quindi l'approvazione dei bilanci (compreso quello del 2010 relativo ad un anno di gestione da parte dell'attuale Consiglio di Amministrazione) era, come è sempre stato, compito del Consiglio di Amministrazione. Non ero dotato di autonomia decisionale se non per quello che veniva deciso dal Consiglio di Amministrazione (nella sua fase di attuazione). In ogni caso tutto il mio operato è sempre stato condiviso con il Presidente del Consiglio di Amministrazione che è sempre stato informato di tutto. Rimetterò, naturalmente, - annuncia Colucci - agli avvocati il mandato di tutelare la mia persona e professionalità”.

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