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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Ex base Usaf: tra ruderi e amianto

SAN VITO DEI NORMANNI - E’ durato circa un’ora e si è concluso tra le perplessità di tecnici e amministratori, il sopralluogo presso l’ex base Usaf di San Vito dei Normanni. Una passeggiata tra ruderi e amianto. Il verdetto lo si conoscerà soltanto il 28 luglio prossimo, per bocca del capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli.

SAN VITO DEI NORMANNI - E’ durato circa un’ora e si è concluso tra le perplessità di tecnici e amministratori, il sopralluogo presso l’ex base Usaf di San Vito dei Normanni. Una passeggiata tra ruderi e amianto. Il verdetto lo si conoscerà soltanto il 28 luglio prossimo, per bocca del capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli.

Ma sulla compatibilità del sito ad ospitare un centro di accoglienza per profughi, non si sbilancia proprio nessuno: “Eravamo già prudenti, lo siamo a maggior ragione oggi, dopo aver preso visione del grosso investimento che andrebbe programmato per bonificare l’area e recuperare gli immobili. Parliamo di decine di milioni di euro.

Prima di esprimerci, però, aspettiamo che sulla fattibilità del progetto, dicano la loro tecnici e vertici della Protezione civile". Così gli assessori comunali di Brindisi Massimo Ciullo (Relazioni e cooperazione internazionali) e Cosimo Elmo (Lavori pubblici) hanno commentato, prima di lasciarsi alle spalle l’ex base Usaf.  Una cautela che l’assessore Ciullo motiva a dovere: “Siamo in presenza di un sito di significative dimensioni. Recuperare un’area così grande già di per sé pone problematiche che non sono di semplicissima soluzione.

Ancora più esplicito, sui costi, l’assessore Elmo: “Così come previsto dalla convenzione, quando la base fu smantellata, venne contestualmente cancellata l’intera rete di servizi: dalla luce alla fogna.

Impianti che andrebbero rifatti da zero, insieme al recupero del patrimonio edilizio e alla bonifica dell'area. Ecco perché la verifica tecnica non può prescindere da una valutazione economica dell’investimento ”.

Ciullo poi va oltre, evidenziando altri aspetti sui quali occorrerà soffermarsi in sede di valutazione finale: “E’ chiaro – ha spiegato – che un progetto di questo tipo prevede il coinvolgimento del Governo centrale. Qualunque decisione dovesse essere assunta – come ha già chiarito anche il vice sindaco Mauro D’Attis, non potrà non tenere conto di tutte le criticità connesse all’eventuale allestimento di un così grande Centro di accoglienza profughi nella nostra provincia".

"Sia chiaro poi - prosegue Ciullo - che non stiamo qui a valutare la possibilità o l’opportunità di impiantare all’interno dell’ex base Usaf una tendopoli (cosa che non avrebbe senso né riceverebbe il nostro consenso), bensì stiamo ragionando sull’ipotesi di riqualificazione degli edifici esistenti e di bonifica complessiva dell’area. Cioè di un progetto che oltre a richiedere una valanga di denaro necessita anche di tempi di attuazione non certo brevi”.

E se la Protezione civile dovesse prendere in esame in questi termini l’investimento e proporre, nell’attesa, l’allestimento di un campo? “Si vedrà”, ribatte Ciullo. Resta assai cauto anche il sindaco di San Vito dei Normanni, Alberto Magli: "Inutile ripeterci. L'area è molto vasta e gli interventi in cantiere sarebbero tali da prevedere investimenti enormi. Aspettiamo le valutazioni che farà la Protezione civile e poi trarremo le conclusioni. In questa fase facciamo parlare i tecnici". Ma alle sue spalle, il silenzio dei ruderi, delle macerie, dei roghi passati, parla da solo. E più dei tecnici, anch'essi prudenti.

Andati via gli americani,  tutto fu rimosso. Tranne l’amianto, già in fase di smontaggio  soltanto nelle palazzine  ristrutturate a suo tempo nell’ambito dell'accordo tra Onu e Governo italiano per l'utilizzo da parte del Pam di un'area dell'ex-base Usaf per lo stoccaggio dei materiali utilizzati dallo stesso Programma Alimentare Mondiale.  Per il resto, il paesaggio, tranne qualche edificio isolato sopravvisuto all'usura del tempo,  è pressoché lunare.

Ancora nitide le conseguenze del violento incendio che del 2007 avvolse una vasta area della base,  devastando la "città" fantasma. In questo scenario nel pomeriggio di oggi, tecnici dell’Arpa, della Protezione civile, dei Comuni di Brindisi e San Vito dei Normanni, si sono dati appuntamento, dimenticandosi però di informare le autorità militari. Intoppo che ha rischiato di compromettere la visita. Alla sentinella di piantone alla base,  non è rimasto altro da fare che bloccare le delegazioni sull’uscio, in attesa che le diplomazie sciogliessero l’imbarazzo, trovando una rapida soluzione.

E’ toccato alla Prefettura contattare i vertici militari. Ed il cancello è stato spalancato a tecnici ed amministratori soltanto dopo l’arrivo sul posto del Colonnello Giambattista Degiuli, comandante della base militare dell'Aeronautica di Brindisi e custode giudiziale dell’ex base Usaf.

A margine dell’incontro, il direttore generale dell’Arpa di Puglia, il professor Giorgio Assennato, ha lasciato ai suoi operatori il compito di spiegare come le criticità legate alla presenza dell’amianto presso l’ex base Usaf siano evidenti, seppure superabili con un serio e complessivo intervento di bonifica dell’area.

“Questo è l’unico aspetto che ci compete nell’ambito di questa complessa vicenda. Ed è su questo che ci siamo espressi”.

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