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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Festa della Liberazione: il centrosinistra ricorda Gigante

BRINDISI - In occasione della festa della Liberazione del 25 aprile, questa mattina c’è stata la tradizionale celebrazione in piazza Santa Teresa. Un’altra cerimonia è avvenuta invece in corso Roma, con i rappresentanti locali del centrosinistra che hanno deposto una corona di fiori sulla lapide di Vincenzo Gigante.

BRINDISI - In occasione della festa della Liberazione del 25 aprile, questa mattina c’è stata la tradizionale celebrazione in piazza Santa Teresa, alla presenza del prefetto Domenico Cuttaia, del sindaco Domenico Mennitti, del presidente della Provincia Massimo Ferrarese, e delle massime autorità politiche, civili e militari. Un’altra cerimonia è avvenuta invece in corso Roma, con i rappresentanti locali del centrosinistra che hanno deposto una corona di fiori sulla lapide di Vincenzo Gigante, capo partigiano ucciso a 43 anni nel forno crematorio dell’unico campo di sterminio nazista in Italia, la Risiera di San Saba vicino Trieste.

Diversi i rappresentanti del centrosinistra presenti: Salvatore Brigante, Enzo Casone, Giovanni Carbonella, Salvatore Tomaselli, Vincenzo Guadalupi, Michele Errico. E c’era anche Luigi Gianfreda, ex consigliere comunale, che sottolinea l’importanza di una celebrazione come quella del 25 aprile: “Innanzitutto, non è un caso se di fronte a certe ricorrenze il centrosinistra si mostri così unito. La verità è che la destra ha assunto i connotati dell’anti-sistema del dettato costituzionale, così come pensavamo che certi valori, come quelli della Costituzione stessa e dell’Unità d’Italia, fossero ormai acquisiti. Invece ci accorgiamo che non è così, ecco perché cerchiamo di tenere alto il livello di guardia”.

Prima di essere giustiziato Gigante rimase torturato per due mesi, ma da lui i nazisti non riuscirono ad ottenere neppure un nome. Della sua morte si seppe solo alla fine della guerra, nel 1945, raccogliendo racconti di sopravvissuti. Sulla lapide c’è scritto: “Vincenzo Gigante detto Ugo, nato a Brindisi il 5 febbraio 1901, assassinato nella Risiera di San Sabba nel novembre 1944. Dirigente comunista, comandante partigiano, Medaglia d’Oro della Resistenza”. In quel lager furono uccisi 5000 ebrei, zingari, prigionieri politici e combattenti della guerra partigiana.

Gigante lasciò Brindisi per Roma all’inizio degli anni Venti, dove fece a lungo l’operaio edile, mantenendo sempre madre e fratelli che lo avevano seguito. Divenne sindacalista, aderì al Partito comunista d’Italia, lavorò prima e durante la clandestinità con Umberto Terracini, Giuseppe Di Vittorio, Giorgio Amendola, Luigi Longo, attraversando l’Europa e sposando Wanda, quando in Belgio organizzava le rivendicazioni dei minatori. Nel 1933 Gigante fu arrestato a Milano durante un missione per il partito e il 25 ottobre del 1934 fu condannato a 20 anni dal Tribunale speciale. Nel 1941 passò dal carcere al confino ad Ustica, e poi al campo di Renicci in Toscana, da cui evase l’8 settembre del 1943.

Gigante divenne segretario della federazione di Trieste del Partito comunista, e teneva i contatti tra le brigate partigiane del Friuli Venezia Giulia e quelle dei partigiani jugoslavi. Fu tradito da una spia dei fascisti e finì a S.Saba.

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