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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Gigi Rizzi contro la linea del Pd nazionale: "Altro che astensione"

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Gigi Rizzi, componente dell'assemblea nazionale e della direzione regionale del Pd, sul referendum sulle trivelle che si terrà il prossimo 17 aprile

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Gigi Rizzi, componente dell’assemblea nazionale e della direzione regionale del Pd, sul referendum sulle trivelle che si terrà il prossimo 17 aprile. 

Il Partito Democratico ha espresso  in maniera ufficiale l’invito agli elettori ad astenersi dalla partecipazione al referendum del 17 aprile sulle trivelle. La decisione non è arrivata inattesa visto che il governo ha fatto di tutto per ostacolare il referendum, tuttavia sottolineo come mai sia stata discussa negli organismi del partito ma solo esposta  dai vicesegretari e per di più seguita dall’arrogante invito rivolto alla minoranza a “contarsi” nella prossima direzione.

Noi democratici siamo da sempre per la partecipazione al voto, noi non siamo quelli che inviatavano gli elettori ad andare a mare, sappiamo bene che l’istituto del referendum va profondamente riformato e che spesso i quesiti sono  complicati o di dubbia efficacia, tuttavia un governo a guida PD nell’elaborare le strategie energetiche non potrebbe fare a meno di considerarne il risultato, al di la dei tecnicismi.

L’aver inserito nello “Sblocca Italia” la regolamentazione delle estrazioni di idrocarburi , fatto passare con la fiducia e senza discussione in parlamento,  ha costretto alcune Regioni a chiedere più volte interventi del governo per modificare in maniera più restrittiva quanto stabilito ed in ultimo a tentare la via del referendum abrogativo . Il governo ha fatto in modo che dei quesiti proposti ne rimanesse in piedi solo uno, quello che adesso viene  spacciato per inutile ed addirittura bollato come spreco di denaro pubblico.

Non siamo cosi stupidi da non aver capito che questo ultimo quesito rimasto in piedi non fermerà la ricerca di nuovi giacimenti, tuttavia a maggior ragione dobbiamo ribadire con forza la volontà di difesa del nostro mare votando SI ed adoperandoci in tutti i modi perché si raggiunga il quorum.

Altro che astensione, questo referendum deve passare proprio per dare un importante segnale al  governo e possibilmente anche all’Europa . L’Adriatico non è che un grande lago che subirebbe conseguenze devastanti da un incidente petrolifero e noi brindisini abbiamo ancora vivo il ricordo di quanto può accadere in impianti presentati come sicurissimi.

Nell’ultima assemblea nazionale ho ascoltato il segretario premier chiedere una grande mobilitazione sul referendum che si terrà al termine del percorso sulle riforme istituzionali , rimarcando quale profondo valore simbolico esso avrà come giudizio di merito sulla complessiva azione del governo: qualora riuscisse il tentativo di affossare il referendum sul nostro mare, riterrò di profondo valore simbolico  invitare chi deciderà di  astenersi da questo referendum ad astenersi anche dal prossimo.

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