Giunta Carluccio, CoR sospende i suoi assessori
I fittiani decidono di non partecipare alle riunioni dell'esecutivo in segno di protesta: "Sindaca ostaggio dei centristi". Assenti da una settimana Marina Miggiano e Cosimo Laguercia. L'onorevole Ciracì dalla prima cittadina. Impegno sociale resta fuori
BRINDISI – Assenze non casuali dalla Giunta, ma volute per lanciare un ultimatum alla sindaca e prima ancora ai centristi: gli assessori dei Cor, Marina Miggiano e Cosimo Laguercia, restano fuori, non partecipano alle riunioni dell’esecutivo in segno di protesta e restano “sospesi” in attesa di un chiarimento. E domani in Consiglio potrebbero astenersi al momento di votare la ratifica della variazione di bilancio per lo staff di Angela Carluccio (nella foto accanto i due assessori Cor).
Dai fittiani, quindi, arriva il pugno duro sul tavolo politico dopo la richiesta di verifica politica che non c’è stata, nonostante l’invito della sindaca alla collaborazione. Ma il punto, a sentire gli esponenti dei Conservatori e riformisti, è che al Comune la situazione è diventata impossibile perché la prima cittadina sarebbe “ostaggio” dei centristi che fanno capo a Marcello Rollo e a Massimo Ferrarese. La goccia che ha fatto traboccare il vaso traballante della pazienza è arrivata quando Rollo ha “ignorato” l’assessore Miggiano, titolare della Programmazione economica, in occasione dell’incontro all’Asi per la presentazione della candidatura di Brindisi al bando europeo per la riqualificazione dell’area di Costa Morena, e ha invitato Francesca Scatigno, assessore ai Parchi e alle tutele.
Il fatto che domenica scorsa Cosimo Laguercia, assessore dei Cor alle Attività produttive, fosse allo stadio con la sindaca per la partita del Brindisi (foto a sinistra), ha una spiegazione che nulla ha a che vedere con il superamento delle incomprensioni: è stato invitato assieme al presidente del Consiglio, Pietro Guadalupi, anche lui dei Cor, dal collega di lista Pietro Siliberto, new entry in Assise, già presidente del Real Paradiso.
Il nodo politico quello era e tale resta. Lo sbilanciamento al centro si avverte, si amplifica l’istanza di condivisione con tutti i partner della coalizione. Ma niente. “La sindaca continua a non ascoltare nessuno, se non i suoi”, ripetono. Sembra un ritornello ormai. E’ lo stesso lamento che ancora rimbalza a Palazzo di città dalla sede di Impegno sociale, la prima lista della cosiddetta Grande coalizione (prima quanto a consenso elettorale) nonché la prima a decidere di restare fuori dalla Giunta: Carmelo Palazzo non solo conferma la rottura, ma sembra che abbia iniziato a dialogare con i gruppi di opposizione.
La maggioranza politica, di conseguenza, non c’è. Il gruppo si è sbriciolato e a meno di 24 ore dal ritorno in Consiglio per la ratifica delle variazioni di bilancio non c’è certezza sull’esistenza dei numeri necessari – 17 voti favorevoli - all’approvazione della delibera che deve essere necessariamente approvata entro il prossimo 29 settembre. Sono in scadenza i 60 giorni previsti dalle disposizioni di legge che vanno conteggiati da quando la Giunta ha deliberato le manovre di correzione al bilancio, prima fra tutte quella legata allo staff della sindaca.
I fittiani, a quanto pare, sono intenzionati a chiedere lo “spacchettamento” della delibera in modo tale da votare le variazioni una per volta. Per quale motivo? Perché sembra che vogliano astenersi da quella dello staff per recapitare ad Angela Carluccio l’ennesimo messaggio di disappunto: il gruppo dei collaboratori sarebbe stato scelto senza alcun confronto con i Cor, né con le altre forze della coalizione, fatta eccezione dei centristi essendo diretta espressione delle volontà di Rollo e Ferrarese. Va ricordato che in occasione dell’adozione di quella delibera, l’assessore al Bilancio, competente per materia, era assente. E che i fittiani in Consiglio sono cinque, dunque cinque voti in meno a fronte di un quorum qualificato di 17.
Stesso atteggiamento potrebbe essere assunto dal gruppo dei Coerenti per Brindisi trainato da Pasquale Luperti: astensione dopo aver detto no all’offerta del posto da vice sindaco con delega ai Servizi sociali. Alla base del rifiuto, la contestazione del “monopolio” centrista.
Nel clima incandescente, a Palazzo città nella mattinata di oggi l'onorevole Nicola Ciracì, uomo dei Cor, ha incontrato la sindaca per affrontare il tema della sicurezza a Brindisi. Lo si apprende dalla stringata nota spedita dal portavoce della prima cittadina che nulla aggiunge a quanto già si sapeva e cioè che c'è stato un incontro con il prefetto e che c'è l'impegno del Comune a ripristinare le videocamere spente in diverse zone della città. Stop.
Alla base dell'incontro però ci sarebbe un'altra motivazione, una ragione squisitamente politica legata al fatto che i Cor hanno ritirato i due assessori dalla Giunta. C'è chi sostiene che Ciracì sia arrivato al Comune per assicurare alla sindaca il sostegno dei fittiani, quelli non espressione del capoluogo, vale a dire dei parlamentari, ossia dello stesso Ciracì di Ceglie Messapica e di Vittorio Zizza di Carovigno. Non va dimenticato, infatti, che qualche giorno addietro nel corso dell'ennesimo confronto interno ai moderati, il capogruppo dei Cor in Consiglio comunale, Raffaele De Maria, ha rivendicato l'autonomia dei brindisini sostenendo che nessuno può parlare in nome e per conto dei fittiani della città, se non il coordinatore cittadino Italo Guadalupi e i consiglieri comunali.
In altri termini, appare evidente che ci sia uno strappo interno ai Conservatori e riformisti: Ciracì-Zizza da un lato con la sindaca, gli altri dall'altro con un diavolo per capello. Secondo indiscrezioni, la coppia dei parlamentari cercherebbe su Brindisi città consensi in vista delle elezioni politiche con l'obiettivo di restare a Roma. Ovviamente è impossibile avere conferme in tal senso.
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