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Grillini brindisini: sconosciuti da 30%

BRINDISI - Chi sono i protagonisti del Movimento 5 Stelle a Brindisi? Degli autentici sconosciuti. Eppure, spendendo pochi soldi (usciti dalle loro tasche) e senza stare sotto i riflettori, nel capoluogo hanno raccolto più di 13.000 voti alla Camera, e 11.400 al Senato, diventando di gran lunga il primo partito della città, con un incredbile 29,4% alla Camera e un 27% al Senato. C'è un solo rammarico: nessun brindisino tra gli eletti. Ma domani si festeggia ugualmente. «Perché questo - promette Gianni Muci, uno dei volti storici del movimento - è solo l'inizio».

BRINDISI - Chi sono i protagonisti del Movimento 5 Stelle a Brindisi? Degli autentici sconosciuti. Eppure, spendendo pochi soldi (usciti dalle loro tasche) e senza stare sotto i riflettori, nel capoluogo hanno raccolto più di 13.000 voti alla Camera, e 11.400 al Senato, diventando di gran lunga il primo partito della città, con un incredbile 29,4% alla Camera e un 27% al Senato. C'è un solo rammarico: nessun brindisino tra gli eletti. Ma domani si festeggia ugualmente. «Perché questo - promette Gianni Muci, uno dei volti storici del movimento - è solo l'inizio».

Muci è direttore di un ufficio delle Poste a San Donaci. Ha 44 anni, è sposato e padre di tre figli. La sua passione per la musica, negli ultimi anni ha sempre più lasciato spazio alla voglia di fare politica.

Che ruolo ha all'interno del Movimento 5 Stelle?

«Nessuna carica. Da noi non ci sono persone di riferimento, siamo tutti uguali. Non esistono capi. Quando c'è una competizione elettorale si scelgono i candidati e si forma un coordinamento. Poi si torna di nuovo tutti uguali»

Non vi conosce nessuno, ma siete diventati il primo partito a Brindisi. Soddisfatto?

«Molto. Speravo che la mia Brindisi rialzasse la testa. Per noi è stata una grande vittoria. Quel quasi 30% significa che la gente non ne può più. La risposta è stata forte e di questo si dovrà tenere conto. IN Provincia invece dobbiamo ancora lavorare».

Perché sette mesi fa non vi siete presentati alle amministrative?

«Perché ancora non c'era il gruppo che c'è oggi. Eravamo come cani sciolti, perché delusi dall'esperienza elettorale del 2009. All'epoca eravamo tutti alle prime armi e l'essere andati dietro ad un politico come Antonio Giunta non piacque a molti di noi, e il gruppo si sfaldò. Infatti nessuno sapeva che qualcuno di noi era candidato nella lista che sosteneva Giunta. Io stesso presi solo 50 voti. Non c'erano le fondamenta, ognuno andava per la sua strada».

Su quanti fanti conta il vostro esercito locale?

«Gli attivisti che partecipano con costanza alle attività del movimento sono solo una 20: Riccardo Farina (imprenditore agricolo), Massimiliano De Noia (precario), Andrea Panzetta, Mino Sciarra (dipendente di una azienda aerospaziale), Francesco Bevacqua (insegnante di educazione fisica), Mauro Epifania, Stefano Alparone, l'imprenditore portuale Mino Taveri ed altri di cui ora mi sfugge il nome. Quasi tutti sotto i 45 anni, anche se ci seguono pure alcune persone anziane: non sono attivi come noi, ovviamente, ma sono dei sostenitori formidabili. Ognuno dà quel che può».

Come ha vissuto la campagna elettorale?

«Perennemente in giro per la provincia: un incontro o un comizio al giorno».

Chi pagava le spese?

«Tutto autofinanziato di tasca nostra. Ho girato con la mia auto e pagato il carburante. Quando c'è stato da pagare la carta e le fotocopie abbiamo fatto la colletta tra di noi. Anche le spillette con il logo del movimento sono servite a raccogliere offerte. E in occasione della venuta di Beppe Grillo a Brindisi abbiamo raccolto tra i presenti più di 600 euro».

Siete ricchi!

«Pagheremo le prossime spesucce. Noi i soldi non li buttiamo».

Nessuna aiuto economico da Grillo?

«Solo i manifesti ci sono arrivati dallo staff nazionale, che a sua volta li ha pagati con una colletta fatta sul sito web. E ci tengo a sottolineare che i manifesti li abbiamo incollati in maniera oculata, attenendoci alle regole».

Ora sarete avvicinati dai lestofanti della politica...

«Qualcuno si è già affacciato, ma tutti abbiamo un passato alle spalle, e noi non siamo mica stupidi. Non cacciamo nessuno, ma non possiamo fare entrare chicchessia. C'è un filtro ma restiamo aperti. Non ci facciamo prendere in giro. Vogliamo vedere chi lavora. Vogliamo i fatti. Questo movimento è solo sacrificio».

Perché nessun brindisino nei posti eleggibili?

«Perché eravamo in pochi. E Grillo nel comunicato 53  aveva messo dei paletti vincolanti proprio per evitare l'intrusione di politici. Poteva essere candidato solo chi in passato si era già messo in gioco ed aveva già dato disponibilità alla candidatura. E poiché alle parlamentarie interne i gruppi che hanno più lavorato sul territorio sono stati i leccesi, baresi e tarantini, loro avevano più persone che potevano votare per i candidati dei rispettivi territori».

Fino a ieri dicevano che non facevate paura, ora dicono che ci si potrà accordare...

«Scopriranno che siamo persone incorruttibili, perché ci crediamo veramente. Cercheranno di corteggiare i nostri parlamentari, ma falliranno. Siamo qui per fare la rivoluzione. Davvero».

Come si fa a prendere il 29% a Brindisi senza spendere un euro?

«Così come abbiamo fatto. Con la passione».

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