E ora qualcuno vuole commissariarci pure il cervello
Chi segue le vicende di questi giorni, di quanto accade in città, faticherebbe non poco a decifrare il vocabolario della politica a Brindisi. A raccapezzarsi nella babele quotidiana delle tante dichiarazioni, che sembrano non avere alcun senso, se si orienta la bussola sul futuro di questa città
Chi segue le vicende di questi giorni, di quanto accade in città, faticherebbe non poco a decifrare il vocabolario della politica a Brindisi. A raccapezzarsi nella babele quotidiana delle tante dichiarazioni, che sembrano non avere alcun senso, se si orienta la bussola sul futuro di questa città. Si sta replicando la sceneggiata di sempre. Il collaudato diversivo delle tante riunioni, degli incontri, delle verifiche con tutti, allo scopo di elaborare l'ennesima fantasia, l'ennesimo gioco di prestigio, per tentare di nascondere e far dimenticare le inefficienze, le responsabilità e i danni accumulati in questi ultimi 20 anni di malgoverno, che hanno fatto naufragare le speranze di rilancio di questa città.
Come nelle precedenti occasioni, tutto l'impegno e l'attenzione sono concentrati nella ricerca del candidato sindaco, rigorosamente non contaminato dalla politica. Che non vuol dire nulla di concreto, se si fa riferimento ai risultati conseguiti nel passato. Perché una simile scelta, avulsa da ogni contesto, si è sempre rilevata per quella che era: un'operazione di facciata, finalizzata alla ricerca di una persona riconosciuta dalla cittadinanza, portatrice di consenso, che facesse da immagine, da paravento per poter permettere ad una ristretta oligarchia di sopravvivere e di replicare in tranquillità i comportamenti del passato, senza modificare i vizi e le inefficienze di una politica mediocre, che non ha saputo cogliere i fermenti e le richieste di cambiamento provenienti dalla società Brindisina e collocare la politica al centro dei loro bisogni e della loro vita.
Infatti, tutta la discussione è rimasta finora ingabbiata in un ambito molto ristretto, che vive nello spazio truccato delle esibizioni televisive o in quello della carta stampata o del web, senza alcun rapporto con la realtà della vita dei cittadini, al punto che non si capisce più dove sta il confine tra la politica e lo spettacolo. Non sono in discussione idee, progetti, ma solo convenienze tattiche, manipolazione del consenso, avendo come unico obiettivo l'occupazione del potere.
Ma dei reali problemi delle persone e della città quando se ne parla, chi ne parla, chi se ne interessa? Nessuna riflessione sui provvedimenti da adottare con urgenza per evitare il disastro, per porre argine alla situazione di emergenza finanziaria di un Comune strutturalmente deficitario, su come far quadrare i conti, eliminare gli sprechi, governare con efficacia un bilancio diventato ingestibile, praticamente ingessato, che allo stato attuale non consente alcun margine di manovra. Come hanno evidenziato il mancato rispetto del patto di stabilità, l'aumento dell'indebitamento, il continuo ricorso ai sempre più rilevanti prestiti bancari, le somme stratosferiche che si continuano a pagare per far fronte ai relativi interessi, l'incapacità a riscuotere la montagna dei propri crediti.
Purtroppo dei servizi scadenti, del livello di disoccupazione, della crescente povertà, del degrado dei quartieri, della desertificazione del centro urbano, della crisi del commercio, dell’artigianato e dell’industria, del porto, del livello esagerato delle tasse e delle imposte, dell’inquinamento, dell'igiene urbana, dei rifiuti, delle società partecipate, della mobilità urbana, del livello di emigrazione, che fotografa una città invecchiata, per la fuga di tantissimi giovani, costretti ad andare altrove per trovare un lavoro ed un progetto di vita, nemmeno un accenno.
In verità queste discussioni sterili mi creano grande disagio, perché nella mia ingenuità ho sempre pensato che l'impegno politico dovesse essere passione, impegno sociale, dedizione, mentre intorno c'è solo la confusione e l'agitazione di chi nel tentativo esclusivo di riconquistare una poltrona, invece di impegnarsi nella soluzione dei problemi dei cittadini, va alla ricerca esclusiva di comodi riposizionamenti, passando da un rito politico ad un altro senza crisi di coscienza.
In questo modo pensano di confondere il cittadino, cercando di distorcere fatti e responsabilità, nel tentativo esclusivo di un ritorno elettorale. In questa confusione allora è naturale, che un estraneo alla nostra storia, alle nostre vicende, alle nostre esigenze, dopo aver commissariato quasi tutto, pensi e si senta quasi autorizzato, a sostituirsi alla popolazione brindisina cercando di commissariare anche il loro cervello, la loro capacità di scelta, il diritto a determinare il proprio futuro, a scegliere in modo democratico il candidato sindaco. Auguri ai cittadini di Brindisi, che spero non si facciano ingannare dalle apparenze, perché in gioco non c'è solo il loro portafoglio, avvilito dalle tasse e dalle imposte, ma anche la loro vita e il futuro dei propri figli.