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Il 4 per cento per Salvini in Puglia: il Sud contro il Sud

Ho letto un sondaggio Swg che dà i seguaci di Salvini in Puglia al 4%. Ho letto anche che il leader pugliese degli ex leghisti sostiene che questa cifra è sottostimata perché molti intervistati non avrebbero il coraggio di dirsi "salviniani". E' molto probabile

Ho letto un sondaggio Swg che dà i seguaci di Salvini in Puglia al 4%. Ho letto anche che il leader pugliese degli ex leghisti sostiene che questa cifra è sottostimata perché molti intervistati non avrebbero il coraggio di dirsi “salviniani”. E’ molto probabile. Resta tuttavia lo sconcerto per un 4%, sottostimato o meno, che rappresenta, ovvero rappresenterebbe, un risultato notevole per una formazione politica che fino a poche settimane fa spargeva veleno sul Sud  e sui meridionali. E per giunta a vantaggio di un partito e di un leader che hanno avuto gravissime responsabilità in quasi vent’anni di politiche governative anti-meridionali.

 Che cosa spinge tanti nostri concittadini a mettere una pietra sopra al passato e a dare il consenso ai seguaci dei nemici dichiarati del Sud che ora fingono di diventarne paladini? La ragione principale è che c’è una parte dell’elettorato che va dove vanno quelli che accendono fuochi. E’ lo scontento, si dice. Non è solo lo scontento. C’è una parte di italiani, e di italiani del Sud, che vanno là dove c’è protesta, là dove c’è radicalismo, là dove la destra si presenta con il suo volto peggiore. Perché Salvini, che maschera la sua xenofobia anti-Sud non dimenticando quella verso la gente di altre etnie, è il più autentico rappresentante della nuova destra, quella che  agisce a volto scoperto agitando tutte le sue bandiere più torve.

 Salvini ha fatto un calcolo a freddo. Non sappiamo quanto lui sia neo-fascista. Molti leghisti, a cominciare da Bossi e Maroni vengono da iniziali e giovanili periferiche attività politiche a sinistra. Sembra che in gioventù anche Salvini sia stato da quelle parti. Quello che conta, però, non è l’album di famiglia, anche Mussolini era socialista. Quello che conta è che c’è un leader che cerca di intercettare il voto in fuga da Berlusconi e che spera di dare rappresentanza a chi ha in inimicizia non solo la sinistra ma una società moderna, tollerante, produttiva.

 La destra italiana ha avuto molte anime e molte facce. Trascuriamo la sua corrente eversiva e soffermiamoci sulla destra parlamentare, compresa quella che viveva dentro il vecchio Msi. Era una destra conservatrice, ultra-cattolica, tutta legge e ordine, sostanzialmente filo-capitalista anche se talvolta tirava fuori un’anima sociale. Era una destra da ceto medio urbano, fatta di piccoli proprietari che temevano nella sinistra l’anima espropriatrice. Questa destra non ha niente da spartire con Salvini.

 Salvini non è uomo dello Stato, non ha in testa legge e ordine,  non ha in testa una società ordinata ma una società chiusa. Salvini non ha, infine, un principio di riferimento che possa far capire dove porterebbe il paese se avesse, malauguratamente, la maggioranza. Salvini costruisce la politica a seconda di dove vede che va la protesta e dove vede serbatoi di voti da svuotare. C’è un pezzo di Sud che ama questo tipo di personaggio. E’ il Sud nemico del Sud, spesso vorace verso lo Stato, scontento del mondo che lo circonda, violento nelle relazioni politiche. Ieri “boia chi molla”, oggi  leghista. Continuo a pensare che questa destra, pericolosissima, non vada contrastata solo ricordando le frasi ignobili contro i meridionali ma portando allo scoperto il suo nullismo di oggi, la sua mancanza di prospettive, il suo attizzare fuochi in una parte del paese che di fuochi ne ha visti tanti e che negli incendi si è bruciata.

 La sinistra può fare molto, ma c’è anche una destra che dovrebbe ritrovare il coraggio per contrastare questa serpe che ha cresciuto nel proprio seno. So che sono parole forti, per me inusitate, ma scoprire che il 4% dei pugliesi, o forse di più, si sta orientando verso un nemico storico fa venire in mente quelle popolazioni che applaudivano  gli invasori per odio verso i propri concittadini. Usiamo l’arma della politica, dell’ironia, della tolleranza per impedire questo spreco di voti e questo scempio dell’anima del Sud.

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