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Intervento/ Perchè il Pd di Brindisi ha silurato le donne per le elezioni regionali

La città di Brindisi si conferma sempre più refrattaria e rinunciataria alla valorizzazione della presenza delle donne nella politica e nelle istituzioni. Nelle ultime elezioni del consiglio comunale non una sola donna risultò eletta

La città di Brindisi si conferma sempre più  refrattaria e rinunciataria alla valorizzazione della presenza delle donne nella politica e nelle istituzioni. Nelle ultime elezioni del consiglio comunale non una sola donna risultò eletta. E le stesse poche donne nominate nella prima giunta Consales, nel corso di pochi mesi, sono state fatte fuori per fare spazio a presenze tutte maschili per "esigenze politiche". Nel giorno dell'8 marzo,quando la retorica e l'ipocrisia si spreca e gli impegni delle e per le donne si esauriscono in meno di 24 ore, un'altra notizia, dopo quella della settimana scorsa della nuova legge regionale contro le donne, ha confermato un'ulteriore regressione culturale e politica per il partito maggiormente rappresentativo del centro sinistra che governa la città.

Sembra che sarà inibita, nella prossima competizione elettorale regionale, al Partito Democratico cittadino, una candidatura di una donna dopo che non è stato possibile averne una di genere maschile, a seguito della scelta di confermare gli uscenti, tutti uomini. Mentre l'altra sera la direzione provinciale di questo partito sembra avesse deciso di candidare, assieme ai tre uscenti, una donna di Brindisi e una di Mesagne ,oggi il segretario regionale e candidato presidente, Michele Emiliano, ha annunciato che a capeggiare la lista del Pd, per la circoscrizione di Brindisi, sarà Antonella Vincenti, di Sandonaci, responsabile regionale delle donne.

Nulla da dire per questa candidatura. A Mesagne dalla stampa si apprende che si stanno valutando alcune proposte di donne da candidare come da indicazione degli organismi dirigenti provinciali. Notizie su Brindisi fino adesso non ne sono pervenute.Si deduce che il Pd della città capoluogo non avrà ne' candidati e né candidate. Da quello che si sa, ci saranno invece, nelle altre liste che appoggeranno Emiliano, certamente candidati provenienti da altri partiti e movimenti. Ci si chiede il perché di queste scelte. Se lo chiedono in tanti. È una rinuncia? È mancanza di autorevolezza? È discriminazione?

Dopo aver legittimamente rivendicato una presenza in lista di un dirigente uomo del  Pd di Brindisi (per molti mesi  i nomi di Elefante e di Loiacono sono stati elementi di discussione oltreche' di scontro tra i due), perché non si è voluto, o potuto, prendere in esame una candidatura femminile della città? Eppure la direzione provinciale aveva dato questa indicazione. Si è esaurita la spinta propulsiva o la pressione per avere una candidatura cittadina? È  Emiliano che non si fida del Pd della città di Brindisi e ha fatto si che non ci potesse essere candidato o candidata a rappresentarlo nelle elezioni regionali, oppure è questo partito, avvitato su se stesso e con un gruppo dirigente autoreferenziale, divisivo e screditato, che ha preferito abdicare ad un ruolo di responsabilità nella composizione della lista regionale? Sono interrogativi inquietanti. Qualcuno dovrebbe dare una risposta.

Eppure la città rappresenta, anche per  il Pd,  in termini politici, amministrativi e numerici, il bacino elettorale più importante e consistente. Una candidatura di una donna avrebbe potuto unire e impegnare un Pd diviso e dare anche un segnale a chi fuori da Brindisi spera di lucrare, in questa situazione, qualche voto, non capendo che questa non scelta può essere un'altra spinta in direzione del partito più forte della città, che è quello rappresentato dal non voto. Sono considerazioni queste di un militante di sinistra del Pd che ha deciso di sospendere, per il 2014, la propria iscrizione a questo partito e, come tale, senza alcun potere e senza alcuna pretesa.

Non so se qualche organismo dirigente cittadino ha mai discusso delle indicazioni date dal Pd provinciale. Mi auguro che le riflessioni che lo stesso Renzi sta sviluppando in queste settimane sul partito, la sua rappresentatività, il suo radicamento, le forme trasparenti del tesseramento e la regolamentazione delle primarie, aiutino questo partito cittadino a cambiare passo e comportamenti. Per quanto mi riguarda ho voluto esprimere la preoccupazione di elettore del Pd che ha solo una esigenza, quella di unire tutte le forze disponibili, per combattere in città la mediocrità, l'opacità, il trasformismo e un certo oscurantismo culturale e politico che tanto danno stanno creando.

E per evitare equivoci, ricordo soprattutto a chi  fa comodo polemizzare con un passato e le sue  espressioni un'affermazione di Max Horkheimer: "Non si tratta di conservare il passato ma di realizzare le sue speranze". In quel passato prima era il partito che portava le competenze nella società, adesso devono essere le competenze della società che devono entrare nel partito. E le donne, come ha detto Papa Francesco oggi, vedono oltre, con cuore più creativo e tenero. Per questo vanno aperte porte e finestre e non solo per fare entrare aria fresca. Le elezioni regionali, sono per il Pd della città, un'occasione persa per le donne e per l'aria fresca.

 

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