Elezioni regionali Puglia: ecco come andò il voto cinque anni fa
Il giorno della verità: parola agli elettori dalle 7 sino alle 23 per la scelta del sindaco di Puglia e dei consiglieri regionali, questione di fiducia a sinistra, alle due “destre” e agli altri che si sono presentati in ordine sparso
BRINDISI – Il giorno della verità: parola agli elettori dalle 7 sino alle 23 per la scelta del sindaco di Puglia e dei consiglieri regionali, questione di fiducia a sinistra, alle due “destre” e agli altri che si sono presentati in ordine sparso. Perché la versione 2015 delle elezioni regionali è alquanto complicata dopo il divorzio tra Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto, l’uno contro l’altro armato, con Forza Italia svuotata dai sostenitori dell’europarlamentare e sostenuta dalla lega Nord di Matteo Salvini, senza contare il maxi schieramento imbastito attorno al Pd per attutire lo svuotamento in atto. E le novità espresse dai Cinque Stelle e l’Altra Puglia, elementi di “disturbo”.
Il centrosinistra. Con il senno di poi, guardando al 2010, le formazioni in campo erano meno complicate, nel senso di più omogenee quanto a composizione: il centrosinistra di Nichi Vendola riuscì a raccogliere il 48,69 per cento dei consensi, rastrellando in tutta la regione 1.036.638 voti, la maggior parte dei quali merito del Partito democratico.
Il Pd, infatti, prese il 20,75 per cento diventando il secondo partito in Puglia, il primato spettò al Pdl di Berlusconi che all’epoca mai immaginava di dover intraprendere una battaglia con Fitto, inviando in Puglia Luigi Vitali. Sel che adesso l’uscente Vendola vuole in qualche modo riconvertire e che è presente a sostegno di Michele Emiliano, candidato governatore, con Noi a sinistra, collezionò il 9,74 per cento. Idv, il partito di Antonio Di Pietro, l’ex pm, raggiunse il 6,47 per cento, ma oggi non c’è. I Verdi che adesso si sono presentati da soli arrivarono al 3,26 per cento.
Il centrodestra. Dall’altra parte, lo schieramento costruito attorno a Forza Italia, quando ancora si chiamava Popolo della Libertà, arrivò al 42,25 per cento, portando all’opposizione il candidato governatore Rocco Palese (899.590 le preferenze). Il Pdl si attestò al 31,10 per cento, conquistando il primato che oggi come oggi sembra un ricordo lontano tenuto conto degli eventi che hanno scandito le ultime settimane, portando la Puglia alla ribalta nazionale vista la fine della liason con Fitto che si presenta con una lista tutta sua,con Francesco Schittulli in corsa come governatore.
La lista è stata tenuta a battesimo con Oltre (appunto con Fitto) proiettata prima di tutto a marciare in direzione di Roma, dove peraltro è già avvenuta la presentazione, quindi in Europa, dove sono stati avviati i contatti con il riconfermato premier Cameron, dopo la lettera dei “suoi” pubblicata sull’Huffington post.
La lista di Fitto, cinque anni fa, era di sostegno agli azzurri, con La Puglia prima di tutto che riuscì a raccogliere il 7,05 per cento, consensi importanti per puntellare il gradimento della coalizione, dal momento che le altre forze rimasero fuori dal Consiglio regionale, ad eccezione della lista I pugliesi per Rocco Palese che arrivò al 4,81 per cento: Udeur popolari 0,46, Pensionati 0,24 e Alleanza di Centro 0,56.
I centristi. Certo, anche nel 2010 c’era il terzo incomodo Adriana Poli Bortone, ma oggi il punto è che l’ex sindaco di Lecce corre con Forza Italia e Salvini, espressione della destra che ha scelto di accogliere chi ha posizioni estremiste sui temi dell’immigrazione, dopo essere stata il volto della campagna a sostegno del Meridione, in testa al movimento Io Sud: 8,71 per cento dei consensi (185.370 di preferenze), arrivate dai centristi di Casini-Unione di Centro che a distanza di un lustro si sono sparpagliati e qualcuno ha deciso di far squadra con il Pd nella lista Popolari per Emiliano, altri hanno scelto di andare da soli dichiarandosi espressione di Area Popolare con Schittulli. La lista Casini-Libertas arrivò al 6,50 per cento, mentre Io Sud non raggiunse il tre, 2,93. Ai nastri di partenza c’era anche Michele Rizzi espressione del Partito di Alternativa Comunista: 0,35 per cento.
Il voto a Brindisi. Brindisi,con le sue ottanta sezioni elettorali e i 41.800 votanti, scelse Vendola: 51,93 per cento, mentre Palese rimase al 39,24, Poli Bortone 8,68 e Rizzi 0,16. Ma nel capoluogo, gli elettori si espressero premiando il Popolo della libertà che diventò primo partito con il 27,39 per cento. Il Pd, dal canto suo, fu costretto a restare sul secondo gradino del podio con il 20,38. Fitto riuscì a battere al fotofinish di Sel: 10,17 per cento contro il 10,07 dei vendoliani. Sempre nel capoluogo, Casini ebbe la meglio su Di Pietro: l’Unione di centro arrivò al 6,99 contro il 5,97 di Idv.
Quelle percentuali sono state riesumate nelle ultime ore per capire lo stato di salute dei partiti, dopo le novità recenti, tra terremoti assestamenti: zoom prima di tutto su Partito democratico, Forza Italia e Oltre con Fitto. Senza dimenticare la voce dei Cinque stelle e di quelli di l’Altra Puglia.