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Il deputato Sardelli racconta la "cena dei Responsabili" a Palazzo Grazioli

BRINDISI - In Parlamento ci era tornato per errore, quello del famoso collegio trentatré che battezzò l’ingresso a Montecitorio di Luciano Sardelli a discapito di Cosimo Faggiano. La storia è datata, e da allora l’onorevole originario di San Vito dei Normanni, di strada ne ha fatta. Se è vero come è vero che ieri sera ha scalato le altezze di palazzo Grazioli, in veste di presidente del neonato gruppo parlamentare “Iniziativa responsabile”, ospite d’onore al desco del premier Silvio Berlusconi. La linea, da sempre, si detta a tavola.

BRINDISI - In Parlamento ci era tornato per errore, quello del famoso collegio trentatré che battezzò l’ingresso a Montecitorio di Luciano Sardelli a discapito di Cosimo Faggiano. La storia è datata, e da allora l’onorevole originario di San Vito dei Normanni, di strada ne ha fatta. Se è vero come è vero che ieri sera ha scalato le altezze di palazzo Grazioli, in veste di presidente del neonato gruppo parlamentare “Iniziativa responsabile”, ospite d’onore al desco del premier Silvio Berlusconi. La linea, da sempre, si detta a tavola.

La tradizione si è rinnovata ieri sera: “Sostenere il governo a oltranza, fino alla fine della legislatura”, è stata l’investitura del Cavaliere. Ruby o non Ruby, insomma, si va avanti. Gli uomini e le donne reclutati (cooptati, dicono i maligni) alla vigilia del voto di fiducia, fra pennette tricolore e parmigiana di melanzane, hanno giurato fedeltà.

Il vero rubacuori, conferma Sardelli, è lui, il premier in persona. Ferito ma non domo il presidente del consiglio ha accolto gli ospiti con la verve di sempre, barzellette, auto-ironia, e l’immancabile Mariano Apicella, accompagnato per l’occasione da un coro di tre voci e un pianista. Niente veline né parlamentarine: “Solo colleghe, donne normali e intelligenti”, rassicura Sardelli. Rendez-vous fissato per le nove, ventisette forse trenta invitati in tutto, fra cui i venti del gruppo e i legali Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto, diversamente noti ed essenziali. Il senatore Antonio Gaglione, lui non c’era. Ma l’assenza questa volta era prevista. Il parlamentare latianese, com’è noto, subito dopo il voto di fiducia ha declinato ogni responsabilità, e pure il gruppo nato sotto le gravose insegne.

Aperitivo bagnato da prosecco, “molto buono”, precisa il presidente di Iniziativa responsabile, che ha consacrato la sua fama di gourmet nell’ultima fatica letteraria di cui va particolarmente fiero (“Una storia poco onorevole”, romanzo edito per i tipi di Koinè – Nuove edizioni, ndr). Fra un bicchiere, una portata e l’altra, il Cavaliere ha ribadito “Siete la terza gamba del governo”, senza offesa, “andiamo avanti”. A questo punto Sardelli ha chiesto la parola, concessa a turno a tutti i convitati. “In realtà l’incontro è stato interlocutorio, il presidente ci ha spiegato che se il governo cade il Paese potrebbe subire uno spaventoso crollo finanziario, pari a qualcosa come 250 miliardi di titoli sulle borse internazionali. Uno spettro da scongiurare”, per l’Italia, e per non farsi andare di traverso il boccone di pennette asparagi, pomodorini e panna, tributo alla bandiera anche nel piatto. “Noi abbiamo garantito ampio sostegno al governo – precisa il deputato - e siamo stati invitati a fare il nostro lavoro in parlamento, con iniziative e proposte, è quello che faremo”.

Il defatigante impegno non ha smorzato l’appetito, né l’entusiasmo dei commensali. Tanto meno quello del Cavaliere. “Ha scherzato su se stesso, ha raccontato barzellette, è un vulcano”, commenta Sardelli che no, lui non ha intonato versi. “Agli altri i canti, a me adesso tocca portare questa croce”, parafrasando il vecchio adagio schiettamente brindisino. Già, non solo cene e libagioni, “dura la vita a fare il presidente”.

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