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"Il mistero di crediti e debiti cancellati"

BRINDISI - L'ex consigliere comunale del Partito democratico, Vincenzo Albano, ha scritto una lettera aperta al sindaco, al presidente del consiglio comunale e al segretario generale, sulla questione tutt'altro che secondaria dell'elenco dei residui in rimanenza ed eliminati.

BRINDISI - L'ex consigliere comunale del Partito democratico, Vincenzo Albano, ha scritto una lettera aperta al sindaco, al presidente del consiglio comunale e al segretario generale, sulla questione tutt'altro che secondaria dell'elenco dei residui in rimanenza ed eliminati. Eccone il testo.

Il recente Dlgs n. 33/2013, ha attivato un nuovo tipo di controllo sociale ( accesso civico), inteso come accessibilità totale alle informazioni concernenti l’attività della pubbliche amministrazioni, per eliminare le aree di opacità nel loro operato, consentendo ai cittadini di poter verificare, in termini di efficacia ed efficienza, il buon andamento della pubblica amministrazione, ma anche come vanno spese le risorse pubbliche.

A questo faccio riferimento per chiedere, in applicazione della funzione di controllo democratico riveniente dalla legge, l’elenco dei residui attivi e passivi (crediti e debiti) in rimanenza, distinti per anno, compresi quelli eliminati con l’indicazione dei motivi della loro cancellazione. Si tratta di cifre considerevoli, che nessuna azienda, votata all’efficienza, potrebbe sopportare e che oltretutto incidono negativamente sui parametri di deficitarietà strutturale del bilancio comunale.

Infatti l’ultimo conto consuntivo del Comune di Brindisi, relativo al 2012 , ha evidenziato che il Comune di Brindisi si trascina in bilancio residui attivi (crediti) per 201.6 milioni di euro (quasi 390 miliardi di lire) dei quali 71,2 milioni di euro antecedenti al 2008 e residui passivi (debiti) per 191.6 milioni di euro, dei quali 61.743.577,69 euro antecedenti al 2008.

Periodicamente da diversi anni ho posto all’attenzione della amministrazione comunale la questione dell’ eccessivo volume di residui ( crediti) presenti in bilancio, perché possono condizionare o meglio alterare gli equilibri di bilancio, in quanto, concorrendo a determinare l’avanzo di amministrazione, possono alimentare la spesa sulla base di un credito, che potrebbe rilevarsi inesigibile.

Una somma che per tante ragioni, non ultima la prescrizione, il Comune potrebbe non incassare e che nel frattempo potrebbe essere stata spesa. La stessa Corte dei Conti ha più volte rimarcato, che il mantenimento di un certo volume di residui attivi (crediti) può costituire un grave rischio per i bilanci dell’ente. Proprio per la loro rilevanza il legislatore ha stabilito, che al rendiconto debba essere allegato l’elenco dei residui attivi e passivi distinti per anno di provenienza (punto 5c dell’art. 227 del testo unico degli enti locali). Ma allo stesso rendiconto va allegato anche l’elenco di quelli eliminati.

So bene che spetta ai dirigenti comunali la responsabilità dell’ accertamento della esigibilità di quella entrata o di quella spesa in rimanenza, che là dove ricorrono le condizioni giuridiche possono cancellarla, debito o credito che sia, dandone però adeguata motivazione, come è necessario per ogni atto amministrativo, ma come anche stabilisce il principio contabile n. 2 dell’osservatorio per la contabilità degli enti locali del Ministero dell’interno.

E’ proprio l’elenco dei residui in rimanenza, quelli cancellati, ma anche il motivo della loro cancellazione, rappresentano il punto centrale del mio ragionamento. Perché la gran parte degli atti (determine) relativi ai residui pubblicati all’albo pretorio, ma mi dicono anche il carteggio del consiglio comunale, non contiene l’elenco dei residui in rimanenza e di quelli cancellati. Nondimeno risulta sempre omesso il motivo della cancellazione. Non credo che un’operazione così delicata come lo stato dei crediti e debiti di un’amministrazione comunale, ma anche il motivo della cancellazione di alcuni di essi, non debba essere conosciuta dai cittadini o possa degradare a dato meramente contabile o statistico, per cui sia sufficiente farne una semplice quantificazione complessiva.

Ritengo che, come me, tutti i cittadini, in applicazione delle loro funzioni di controllo, ma anche per una questione di trasparenza, così come viene intesa dal Dlgs n. 33/2013, abbiano il diritto di conoscere la natura dei debiti e crediti del comune, la loro anzianità, ma anche comprendere perché non sono stati incassati e cancellati, ma anche le eventuali responsabilità. (Vincenzo Albano)

 

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