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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Il "Polo dei moderati": l'ambita mela delle prossime elezioni amministrative

Stefano Calderari: "La sconfitta di Riccardo Rossi e la non vittoria di Nando Marino: pensieri su un accordo mai nato, che la citta’ sarebbe pronta ad accogliere"

Sembrerebbe che alle prossime elezioni amministrative, il cosiddetto "Polo dei Moderati" rappresenti l’ambita mela, il frutto che tutti vorrebbero addentare per contrastare il fenomeno del movimento 5 Stelle. Ma il modello elettorale affermatosi con la vittoria di posizioni chiare, espresse con toni ben poco moderati, ha dimostrato quanto gli italiani siano poco attratti dai pensieri "di mezzo", che loro considerano d’attesa per personaggi privi di un progetto politico e specializzati nel puntare il carro del vincitore.

E questo è vero anche nel comune di Brindisi, dove il partito di Di Maio ha superato il 52% dei consensi e pochi dubitano che possa Stefano Calderari-2sbagliare la scelta del candidato Sindaco. Ma, forse, una parte del sistema politico brindisino finge di non accorgersi che i tempi sono maturi per definire posizioni chiare, se è vero che l’On. Luigi Vitali si pronuncia senza intermediari sul caos del centro destra brindisino; e se è vero che gli aspiranti moderati si affrettano a definire divorzi politici da relazioni poco credibili, richiedendo un ruolo sul metodo per qualcuno che vorrà riconoscerglielo.

Resta da capire se quel qualcuno pronto a valorizzare “i moderati” sia da cercarsi sulla scacchiera politica, in area Forza Italia, dove l’On. Mauro D’Attis si occuperà del tavolo del centro destra, oltre che della lista di partito e della civica Avanti Veloce; oppure in area Centro Sinistra, dove il candidato Riccardo Rossi dovrà riscoprire un ruolo attivo nella scelta delle aperture della coalizione che rappresenta; o in extremis nella famigerata cabina elettorale, dove i moderati, correndo da soli, vanterebbero il seguito della cosiddetta “gente per bene”, ipotetico patrimonio elettorale proprio del movimento 5 Stelle.

Debbo ringraziare l’articolo di Angelo Panebianco, dal titolo “Il centro politico svuotato”, se oggi ho la presunzione di riorganizzare il mio pensiero indecente sulle prossime elezioni amministrative a Brindisi: la sconfitta di Riccardo Rossi e la non-vittoria di Nando Marino. In sintesi, Panebianco afferma che lo svuotamento del centro politico (quello che garantisce la stabilità democratica, generalmente ad ogni latitudine) si deve alla rottura del Patto del Nazzareno da parte di Matteo Renzi, cui Silvio Berlusconi rispose con l’appoggio al “No” al referendum costituzionale.

“Berlusconi – scrive Panebianco – rispose allo «sgarbo» di Renzi, all’affondamento del patto del Nazareno, in un modo che più acritico non avrebbe potuto essere. Si schierò con i nemici di Renzi nella campagna referendaria senza chiedersi se ci fosse o no qualcosa di sbagliato nel fatto di ritrovarsi in compagnia dei più feroci antiberlusconiani di sempre: dai giuristi iper-conservatori ai 5 Stelle, dai nostalgici del comunismo a Magistratura democratica e a tutto il resto della magistratura militante, dalla Cgil ai cattolici di sinistra, e compagnia cantante”.

Nonostante l’odierna boria, mi auguro di non dover mai valutare se l’errore più grande sia stato quello di Riccardo Rossi nel contrastare l’allora candidato sindaco Nando Marino, o quello che commetterebbe Nando Marino non appoggiando l’attuale candidatura a sindaco di Riccardo Rossi. Certo è che abbiamo perso tempo e che questa situazione politica è paradossale, tanto più se confrontata con la “svolta” leccese del 17 giugno 2017, il patto di apparentamento siglato fra il candidato sindaco del centro sinistra Carlo Salvemini ed il candidato sindaco Alessandro Delli Noci, ex assessore di centro destra, al quale venne riservato il ruolo di Vice Sindaco.

Chi farà il primo passo? Sembra essere il mantra che da nord a sud attraversa tutta l’Italia, e Brindisi non può permettersi eccezioni, dal momento che il titolo di questo mio irriverente intervento, a parti invertite, è anche l’epilogo di fronte al quale ci siamo già trovati nelle ultime disastrose elezioni amministrative. E, come l’altra volta, non me la sento di tacere la mortificazione di questa ipotesi, che proietterebbe Brindisi nel pantano politico di sempre o sosterrebbe, bontà sua, la vittoria del movimento 5 Stelle al ballottaggio, solo perché le forze politiche non hanno letto per tempo il messaggio “in bottiglia” degli elettori brindisini.

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