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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Insulti e spintoni, affonda la Provincia

BRINDISI – Si sta concludendo nel peggiore dei modi l’esperienza dell’amministrazione di Massimo Ferrarese alla Provincia di Brindisi. Il tentativo della maggioranza cominciato già ieri, e proseguito oggi di rinviare la programmata seduta del consiglio provinciale sugli equilibri di bilancio per l’esercizio 2012 ha esasperato l’opposizione, e stamani il presidente dell’assemblea, Nicola Massari, ha dovuto sciogliere la seduta stessa “per disordini in aula”. Sono infatti giunti ad un millimetro dalla colluttazione vera e propria Cosimo Ferretti del Pdl e Paolo Maria Urso di Noi Centro, con l’intervento anche di Nicola Ciracì (Pdl), mentre il consigliere Pino Iaia (Noi Centro, ma ex Pdl) ha cercato di frapporsi tra gli avversari per evitare il peggio. Ma gli spintoni e qualche mano sul volto si sono visti e ci sono stati. Il consiglio è stato riconvocato per il 12 ottobre.

BRINDISI – Si sta concludendo nel peggiore dei modi l’esperienza dell’amministrazione di Massimo Ferrarese alla Provincia di Brindisi. Il tentativo della maggioranza cominciato già ieri, e proseguito oggi di rinviare la programmata seduta del consiglio provinciale sugli equilibri di bilancio per l’esercizio 2012 ha esasperato l’opposizione, e stamani il presidente dell’assemblea, Nicola Massari, ha dovuto sciogliere la seduta stessa “per disordini in aula”. Sono infatti giunti ad un millimetro dalla colluttazione vera e propria Cosimo Ferretti del Pdl e Paolo Maria Urso di Noi Centro, con l’intervento anche di Nicola Ciracì (Pdl), mentre il consigliere Pino Iaia (Noi Centro, ma ex Pdl) ha cercato di frapporsi tra gli avversari per evitare il peggio. Ma gli spintoni e qualche mano sul volto si sono visti e ci sono stati. Il consiglio è stato riconvocato per il 12 ottobre.

Il prologo lo racconta il consigliere di Sel, Francesco Fistetti. “Ieri noi dell’opposizione ci siamo trovati di fronte ad una richiesta della giunta di rinvio del consiglio a data da destinarsi per perfezionare la documentazione sugli equilibri di bilancio. Ci siamo opposti noi, ma anche il capogruppo del Pd, Damiano Franco. Le sedute erano già state programmate per oggi 5 ottobre e per il 24. Ma essendo intervenute le dimissioni del presidente Ferrarese, con scadenza dei 20 giorni per una eventuale ritiro delle stesse il 22 ottobre, la seconda data sarebbe stata inutilizzabile. Allora abbiamo insistito perché la seduta del 5 si svolgesse regolarmente”, spiega Fistetti.

Ma la maggioranza, secondo l’esponente di Sel, evidentemente aveva comunque deciso per il rinvio, ma questa volta proponendo una data. “Oggi infatti dopo una sospensione la giunta è tornata in aula chiedendo che il consiglio fosse rinviato al 12. L’opposizione si è opposta, mentre in questo caso il Pd ha accettato il rinvio visto che una data c’era. Voglio sottolineare che in questi tre anni il Partito democratico non ha mostrato alcuna autonomia all’interno della giunta Ferrarese (mentre il capogruppo Damiano Franco spesso è stato invece molto critico), consentendo di fatto non la crescita della formula del  laboratorio politico, bensì quella di un governo monocratico del presidente”.

Fistetti conclude che quella della maggioranza oggi “è stata una fuga dalle proprie responsabilità”, ed ha accusato la stessa maggioranza e Ferrarese di evitare le sedi istituzionali per un dibattito sulle ragioni delle dimissioni e degli assetti amministrativi futuri preferendo le esternazioni mediatiche ed elettoralistiche al confronto politico vero.

La giunta, con una nota in tarda mattinata, glissa sullo scontro in aula relegandolo all’ultima riga, aprendo il comunicato invece con quella che per l’opposizione è la solita trovata ad effetto (“con la proposta del Consigliere Anglani di devolvere il gettone di presenza alla famiglia Carrone di Fasano, recentemente colpita dal grave lutto per la perdita del figlio Nicola rimasto vittima di un tragico incidente stradale”, si legge), e spiegando che la richiesta di rinvio è legata alle esigenze poste dal documento “del Ministero dell’Interno, inviata ai Prefetti della Repubblica, con la quale vengono sanciti nuovi termini per l’adozione dei provvedimenti di salvaguardia degli equilibri di bilancio per l’esercizio 2012”.

Ma veniamo allo scontro in aula. Il riordino stavolta non c’entra niente, a meno che non si voglia imputare l’agitazione alla prematura fine della consiliatura. Si discuteva infatti di conti e di bilancio stamani prima della zuffa che ha coinvolto il consigliere Cosimo Ferretti (Pdl), il suo capogruppo Nicola Ciracì e gli esponenti della lista “Noi centro”, Paolo Maria Urso e Pino Iaia.

La miccia si è accesa per ragioni ancora poco chiare appena dopo l’intervento di Urso, successivo alla relazione dell’assessore al Bilancio, Vincenzo Baldassarre (Pd). A quel punto si sarebbe udita la parola “vassallo”. L’avrebbe pronunciata a gran voce Cosimo Ferretti, ex sindaco di Oria, che – dicono i bene informati – non avrebbe perdonato a Urso il cambio di casacca e il passaggio dal centrodestra alla lista del presidente Ferrarese. Per tutta risposta, Urso avrebbe iniziato a inveire riferendosi tra l’altro anche agli abiti indossati di Ferretti: “Non potresti comprarti quelle giacche se non fossi un delinquente”, dice di aver udito chi era più vicino degli altri alla zona più calda.

A quel punto l’intervento energico di Nicola Ciracì, colui il quale avrebbe sancito il passaggio alle vie di fatto. Spintoni, e appellativi pesanti nel bel mezzo dei quali si è trovato anche l’incolpevole Pino Iaia che intendeva seminare solo un po’ di pace, nel disperato tentativo di risparmiare all’Ente una pessima figura. Sospesa la seduta che è stata aggiornata al 12 ottobre prossimo. I protagonisti della controversia avrebbero esplicitato l’intenzione di formulare reciprocamente querela per le offese che ritengono di aver subito. Se si dovesse finire sul serio in un’aula di tribunale, ciò accadrebbe di sicuro a distanza di tempo dal de profundis per la Provincia di Brindisi, che è destinata al patibolo senza che, ormai, vi siano altre soluzioni possibili.

Massimo Ferrarese che martedì scorso ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico di presidente della Provincia, non era presente durante del consiglio che resta in carica per l’ordinaria amministrazione nei venti giorni che debbono trascorrere prima che le dimissioni divengano effettive. Di conti si tornerà quindi a discutere tra una settimana: gli stati d’animo, comunque, non sono dei più sereni.

I consiglieri del Pdl (Nicola Ciracì, Italo Guadalupi, Vincenzo Attorre, Angelo Lanzillotti, Bebè Anglani , Antonio Scianaro) danno dei fatti la propria versione in un’altra nota inviata alla stampa: “Hanno cercato la rissa per evitare che venisse fuori la evidente spaccatura della maggioranza. Questa mattina in un clima surreale con l’assenza del presidente, della giunta e dei dirigenti, 15 consiglieri appartenenti ai gruppi del Pdl , Puglia Prima di Tutto, Sel, Pd e il presidente Massari hanno reso possibile lo svolgimento del Consiglio Provinciale per approvare gli equilibri di bilancio onorando sino alla fine il loro mandato senza fuggire dalle proprie responsabilità”.

“Quando è risultato evidente che nessuna documentazione era stata predisposta, ad iniziare dalla delibera di giunta, il capogruppo di Noi Centro – Paolo Urso – che ricordiamo eletto con il centrodestra e approdato nella maggioranza di centrosinistra tradendo tutti i suoi elettori, meglio non ha trovato che creare la rissa insultando in modo sguaiato, e con parole indegne in piena crisi di nervi il consigliere del Pdl Ferretti reo di essere intervenuto contro la giunta Ferrarese”, dicono i firmatari del documento.

“Anche quest’ennesima pagina nera dimostra a cosa sono serviti i transfughi  procacciati da Ferrarese. Chiediamo a tutti i gruppi presenti e all’amministrazione provinciale di stigmatizzare questo gravissimo accadimento che ha offeso la dignità dell’assise provinciale e a dato un pessimo esempio all’Istituzione che non deve rimanere senza conseguenza”.

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