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Sabato, 25 Marzo 2023
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"Annibale alle porte: bisogna liberare il campo dal fumus di eventuali danni erariali"

Franco Leoci: “Campagna elettorale da riportare nell’alveo della correttezza dei rapporti del vivere civile”

BRINDISI - La consultazione amministrativa del 2016, riguardante il Comune di Brindisi, ebbe a registrare ai nastri di partenza la presentazione di ben 22 liste con oltre 600 candidati per il consiglio comunale e sei candidati sindaci. Il M5S non ritenne procedere ad alcun apparentamento con altre liste, mentre  i  restanti cinque candidati si abbinarono, partendo da due e sino a sette, con  forze politiche e liste civiche. Il risultato elettorale mise in evidenza una buona percentuale dei cosiddetti riempitivi di lista deducibile per avere riportato  taluni candidati  0 voti o un limitatissimo numero di preferenze, con il  raggiungimento eclatante del caso di una lista civica con 32 candidati, che raggiunse il totale di 134 voti di preferenza e con ben 20 candidati con 0 voti di attribuzione.            

franco leoci-2L’imprevisto risultato, dopo la votazione del ballottaggio, fu l’elezione della sindaca Carluccio e la creazione di una variegata  maggioranza assembleare che, pur composta da personale avente il pieno possesso dei requisiti giuridici e morali per l’occupazione dell’incarico, mise in evidenza da subito l’interesse alla nomina dei responsabili della Giunta municipale, rilevando contestualmente  la scarsa conoscenza, per essere la gran parte  consiglieri di prima nomina, dell’impianto normativo su cui trova fondamento l’Ente Locale.

Segnali inconfutabili furono il mancato interessamento  alla situazione amministrativa-contabile dell’Ente ereditata dal Commissario prefettizio, l’assenza della  eventuale relazione da parte dell’apparato burocratico sulle numerose e gravi criticità rilevate con sentenze della Corte dei Conti e MEF nei riguardi del Comune e, in buona sostanza, il mancato  avvio dei roboanti programmi presentati dalle liste vincenti.  

Ebbene, la inconciliabilità con la normativa e ancor più  il mancato rapporto sinallagmatico tra bilancio di previsione e risorse finanziarie, sono state le ragioni principali  di fondo che portarono quella Amministrazione ad abbandonare la istituzione comunale alle “cure” dell’attuale organo commissariale.

E’ apparsa doverosa tale premessa per richiamare il collegamento con  l’imminente  rinnovo  democratico degli organi   politici del Comune che presenta alcuni analoghi aspetti: sono una ventina le liste pronte a scendere in campo, poco meno di 600 i candidati al consiglio comunale e 5 i candidati sindaci dei quali 4  saranno sorretti da altre forze politiche e liste civiche ed uno, il M5S, correrà da solo senza abbinamenti.       I nominativi, sinora conosciuti,  dei componenti l’esercito per l’occupazione dell’Ente  hanno certamente tutti i requisiti richiesti per accedere alla candidatura consiliare,  ma appaiono in molti  a non possedere , senza alcuna colpa naturalmente, la necessaria esperienza  di partecipazione o di studio sui  Comuni.

Ora,  se preoccupazioni nascono dal tenore sferzante fra le forze politiche nell’avvio della campagna  elettorale, che bisognerà riportare immediatamente  nell’alveo della correttezza dei rapporti del vivere civile, appare consentito esprimere  perplessità nei confronti  di componenti  l’assemblea consiliare  sulle   capacità amministrative-contabili  finalizzate alla realizzazione di pubblici obiettivi.

E valga il vero! Gli amministratori che saranno eletti per la gestione del Comune devono conoscere, prioritariamente all’inizio della propria attività, la situazione contabile particolare in cui è attestato  l’Ente e le società partecipate di riferimento, avviando contestualmente  tutte le azioni  per riportare a norma gli atti non rispondenti alle linee cui deve informarsi il Comune e procedendo alla verifica dei provvedimenti da adottare per danni erariali, commessi da altri, ma pagati dai cittadini. Non per ultimo vanno  verificate con il vertice amministrativo tutte  le azioni da intraprendere per chiarimenti e difesa  a fronte delle sentenze, emesse dalla Corte dei Conti nei confronti dell’Ente, che potrebbero riservare conseguenze  dirompenti per la comunità.

E’ pensabile che, laddove si vogliano tenere conto  anche delle annotazioni di cui sopra, debba essere  il nuovo Organo consiliare che, tralasciando momentaneamente i problemi di Cencelliniana memoria di spartizione di incarichi, dovrà assicurare innanzitutto la cittadinanza della inesistenza o quanto meno del contenimento dello stato di dissesto finanziario del Comune e della sua partecipata Brindisi Multiservizi della quale da anni si continua a temere per lo stato di precarietà finanziario che non può essere superato dall’irrisorio utile di esercizio 2017 che mal si concilia con gli onorari dell’amministratore unico e dell’’organo interno di valutazione del personale. 

Bisogna pazientare: Annibale è alle porte e vi è tempo per  i nuovi amministratori di verificare anche l’operato commissariale per liberare il campo dal “fumus” di  eventuali  danni erariali, dal ricorso alle anticipazioni di cassa al Tesoriere, dalla  mancata manovra di intervento sui residui attivi e passivi, dalla non adozione di provvedimenti  per recupero dei crediti dell’Ente e tanti fatti ancora.

Probabilmente, l’amore per questa città, da parte delle forze politiche che andranno ad occupare il Comune, potrà essere da collante per non ricadere per la terza volta nella disavventura di affidare la gestione dell’Ente ad un organo commissariale.

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