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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Intervento/ "Dimissioni? Solo vendette"

Le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio hanno un valore storico come poche altre nella storia della Repubblica Italiana. Leggo numerose analisi, leggo di richieste di approfondimenti, leggo di richieste di dimissioni, continuo a vedere paragoni percentuali e numerici tra i risultati di queste ultime elezioni e quelle del 2008, vedo come taluni ancora si azzardano ad affermare “ha retto” ovvero “ha recuperato”, ovvero “ha perso“ facendo riferimento ai sondaggi più o meno recenti.

Le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio hanno un valore storico come poche altre nella storia della Repubblica Italiana. Leggo numerose analisi, leggo di richieste di approfondimenti, leggo di richieste di dimissioni, continuo a vedere paragoni percentuali e numerici tra i risultati di queste ultime elezioni e quelle del 2008, vedo come taluni ancora si azzardano ad affermare “ha retto” ovvero “ha recuperato”, ovvero “ha perso“ facendo riferimento ai sondaggi più o meno recenti, strumenti di analisi clamorosamente falliti in un Paese come il nostro dove la gente o si vergogna di dire le proprie scelte o si diverte ad ingannare  oppure perchè  gli strumenti  tecnici  non  sono evidentemente  adeguati.

Però lo tsunami del Movimento 5 Stelle era  stato previsto, pur se  non nell’entità poi sancita dal voto. E’ uno tsunami che ha acquistato forza sempre maggiore  col trascorrere del tempo, specie durante la vigenza del Governo Monti. E’ uno tsunami esploso in Italia ma che interessa tutta l’Europa perché la protesta va anche nella direzione del rifiuto delle politiche finanziarie,  del rigore senza equità,  di manovre imposte dai Paesi più ricchi e più solidi economicamente e finanziariamente secondo un’ideologia  pseudo-vetero-liberista la quale  si sta ritorcendo contro quegli stessi Stati.

Ma quella protesta  è  anche contro la degenerazione del sistema politico italiano, una protesta che ha travolto tutti, anche quelli che, come il PD, aveva avviato una fase di rinnovamento, aveva  attivato strumenti di partecipazione  e decisione democratica dal basso (le Primarie), aveva individuato i mali principali dell’Italia  ed aveva avanzato proposte di riforma istituzionale, di trasparenza, di lotta alla corruzione, di inversione delle politiche economiche e sociali guardando al lavoro ed alla ripresa economica.

Ma l’onda ormai era partita ed era andata crescendo anche grazie agli scandali esplosi nell’ultimo anno, scandali che hanno riguardato in modo molto diverso le diverse Forze politiche ma su cui gli elettori non hanno voluto o potuto discernere. Quest’ultima affermazione  (”potuto discernere”) riguarda un interrogativo che mi pongo da molto tempo ma che è diventato enorme in quest’ultima campagna elettorale: l’autonomia, la professionalità e la terzietà della informazione mass mediatica. Ma questo è un discorso a parte da sviluppare successivamente.

In Italia con queste elezioni  è saltato il sistema falsamente bipolare che era stato costruito senza una vera riforma complessiva  sotto la spinta dei  referendum da una parte e la incapacità conservatrice   delle Forze politiche presenti in Parlamento dall’altra.

Oggi  esistono tre Poli che ho già liberamente appellato: Conservatore populista, Riformista ,  Innovatore radicale, i quali hanno una capacità di rappresentanza quasi omogenea. 29% il primo, 30% il secondo, 25% il terzo, ai quali si aggiunge il 10% della Lista Civica di Monti, che per  alcuni temi di riforma, di trasparenza  e di innovazione potrebbe avvicinarsi al polo riformista.

Non mi soffermo su analisi più dettagliate  anche per l’assenza di strumenti tecnici e di conoscenza adeguati. Mi limito a questa  considerazione macro numerica e macro politica. Aggiungo solo un’altra considerazione. Per la  prima volta in Italia il Polo conservatore è in netta minoranza (meno di un terzo dell’elettorato attivo)

Alla luce di quanto  evidenziato  mi chiedo  quale  appropriatezza possano avere  le varie richieste di analisi localistiche, le roboanti richieste di dimissioni verso i rappresentanti apicali , specie nel Pd, quasi tutte ispirate da aneliti di vendetta individuale o di gruppi. Ma come si fa a non rendersi  conto od a far finta di non considerare  l’entità, il significato profondo di quanto accaduto, rispetto al quale la stragrande maggioranza del ceto politico,  degli editorialisti, degli analizzatori mass-mediatici  è stato preso in contropiede?

Oggi  va storicizzato  che la domanda di Trasparenza, di Riforma delle Istituzioni e  della Politica,  di netta  modifica  delle politiche economiche e soprattutto delle politiche  per il lavoro è fortissima nel Paese.

Chi , come la coalizione di Centro Sinistra - ed in specie Bersani col suo giovane gruppo dirigente e Vendola - aveva capito ed aveva avviato  un new deal, forse insufficiente per il malessere avanzante, ha oggi il dovere di procedere lungo la strada intrapresa, con  ancor maggiore determinazione  e guardando con attenzione a chi ha saputo raccogliere e rappresentare quello stato d’animo e quelle domande. Sfidandolo su quel campo.

Purtroppo ancora una volta in Italia i fenomeni sociali di insoddisfazione si manifestano con forme o populiste o qualunquiste o con forzature concettuali estreme.  La sostanza è il malessere e la sua manifestazione ma  soprattutto sono  le cittadine ed i cittadini che l’hanno espresso. Dal 24 e 25 febbraio può partire una nuova epoca della nostra Politica, dell’Etica, dello Sviluppo sociale ed economico. Di questo si deve discutere, su questi temi si devono trovare risposte e,soprattutto, decisioni ed atti.

Gli strumenti logici e dialettici non possono essere quelli del secolo scorso.  Così come i soggetti che devono interpretare e guidare questa fase. A loro tocca la responsabilità di affrontare questo momento storico dell’Italia (e dell’Europa secondo me).  Chi, come me, ha attraversato il secolo scorso con le sue lotte, le sue vittorie e le sue sconfitte, può aiutare a mantenere saldi i legami con la storia di tutti noi,  può aiutare a comprendere  ma deve avere l’umiltà di lasciare il campo ai protagonisti del secolo nuovo.

Il PD questo lo ha iniziato a fare anche grazie a Bersani.  Deve accelerare mantenendo alto il valore del Riformismo responsabile e dialogando con le espressioni nuove dell’Innovazione. L’impresa è tanto ardua che necessita della massima partecipazione attiva, del massimo aperto confronto. Confronto con il mondo ampio  di cui facciamo parte,  non all’interno chiuso del nostro micro mondo.

Tanto vale anche per il Movimento 5 Stelle  che ha ricevuto tanta responsabilità di rappresentanza del malessere: se si richiudesse nelle sue peculiarità, se praticasse fatui tatticismi fallirebbe la sua missione e contribuirebbe al recupero della Conservazione che non sta lì a guardare inerme. Coraggio e Responsabilità possono essere le parole guida del Tempo del Rinnovamento.

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