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Sabato, 20 Aprile 2024
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D'Errico, bilancio: "Nono assessore? Suicidio politico e ammninistrativo"

Intervento dell'assessore dimissionario sull'aprovazione del bilancio di previsione 2020-21-22

Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’assessore dimissionario al Bilancio del Comune di Brindisi, Cristiano D’Errico

Questa nota la devo a chi mi ha votato e votando me ha votato per Riccardo Rossi. La devo per fare chiarezza su un percorso non proprio “lineare” che ha portato all’approvazione del bilancio di previsione. A chi ancora crede, come me, in quel progetto che ci ha permesso di andare al governo della città. Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi del consiglio dello scorso 22 dicembre, ed al netto delle cadute di stile, nessuna sorpresa.

Una delegazione di parte dell’opposizione che va dal Prefetto per chiedere la nomina del Commissario ad Acta; le ore concitate del 16 e del 17 novembre con il tentativo di trasformare “l’acqua in vino”. La giunta che sceglie di non approvare lo schema di bilancio così come impostato dal sindaco. La richiesta farlocca del sindaco che chiede l’intervento del “Commissario arbitro” e del Var; il bilancio del Commissario che riporta tutto al fattor comune del piano di riequilibrio finanziario pluriennale dopo aver ricordato ai dirigenti che è “doveroso mantenere il bilancio in un contesto di legalità attenendosi a parametri di prudenza” e che è necessario cancellare 2 milioni di euro, 1 mln per il 2021 ed 1 per il 2022, smentendo, quindi, il sindaco; perché “non ci sono elementi giuridici per iscrivere il contributo in bilancio”; la convocazione del Consiglio per l’approvazione del bilancio di previsione.

Alla fine la ciambella caritatevole della regione Puglia che stanzia € 650.000 per Autigno al posto dei 2 milioni immaginati che ha permesso di ripristinare, almeno temporaneamente Adi e Sad (Servizi sociali su cui non si è mai voluto fare alcun ragionamento, secondo i principi dell’essenzialità e della efficacia, attraverso un adeguato sistema di valutazione).  E, come si diceva, in ultimo, il 22 dicembre, l’approvazione del bilancio previsionale con 19 voti favorevoli e con la prospettiva del rimpiazzo di due assessori e dell’inserimento del nono assessore. 

Ma ci sono dei ma, politici. Dal bilancio di previsione approvato non emerge nessuna visione seria e coraggiosa sulla Bms che possa mettere in sicurezza la continuità dell’azienda per la quale invece si pensa ad un ritorno al passato per i parcheggi; nessuna preoccupazione per i servizi affidati alla Bms a costi più elevati rispetto al mercato perché poi devono essere sub appaltati; nessuna preoccupazione del fatto che per spostare danari alla Bms si affidino lavori inutili come la pulizia della scalinata o di altri spazi del Tommaseo, un luogo che, per essere fruito, deve essere prima di tutto messo in sicurezza con ben altri ed importanti investimenti.

Ancora si attende che qualcuno verifichi se i compensi dell’amministratore unico della Bms siano conformi alla norma, ossia non superiori all’80% dei compensi erogati nel 2013 e se il rimborso delle spese a lui riconosciuto rispetti il principio della congruità, se siano documentate e se il riconoscimento sia conforme ad un preventivo provvedimento amministrativo. Ma: non c’è nulla in questo bilancio di previsione che possa far intendere un cambio di rotta; nessuna resipiscenza, nessun ravvedimento, nessuno slancio, nessuna visione.
Non solo. Il sindaco dichiara che “per la mole dei problemi e per le sfide che abbiamo davanti, la squadra di governo deve essere portata a 9 componenti”. Perché solo dopo due anni e mezzo ci si accorge che c’è tanto lavoro da fare? Non si ricorda nessuno che la nomina dello staff del sindaco era stata giustificata con i risparmi derivanti dalla mancata nomina del nono assessore?

E bisognerebbe rammentare che le “linee guida per l’esame del piano di riequilibrio finanziario pluriennale e per la valutazione della sua congruenza” emanate dalla Corte dei Conti, Sezione delle Autonomie, prevedono che il Comune metta in piedi “programmi e provvedimenti relativi alla riduzione della spesa della politica” e che nel bilancio appena approvato quel taglio alle spese, che avevamo previsto nel piano di riequilibrio, non è stato più praticato?

Ma ora si prevede il nono assessore. Una scelta che sembra un duplice tentativo di suicidio; uno amministrativo e l’altro politico.  Politicamente infatti ricorda, bene purtroppo in questo caso, le pratiche e gli strumenti della vecchia politica, quella dei questuanti e dei ricatti, che abbiamo sempre combattuto fino a gridare in piazza “Cambiamola sta storia”. Una continuità con il passato che è un freno alla declinazione di quel programma elettorale per il quale nel 2018 la sinistra brindisina si è battuta. Il mancato taglio ai costi della politica potrebbe essere ancora un errore amministrativo: la nomina del nono assessore ed il ripristino della spesa per la politica, ante piano di riequilibrio, infatti, rappresenterebbero gravi elementi di inattendibilità del piano stesso che potrebbero mettere a rischio bocciatura lo stesso piano. Bocciatura che aprirebbe le porte al dissesto ed all’ennesimo commissario che questa volta fischierebbe l’espulsione dell’intera squadra.

Ma si sarebbe potuto evitare tutto questo? Una proposta l’avevo avanzata, condivisa con il Segretario Generale il Direttore di Ragioneria. Inserire in bilancio i 2 milioni per il 2021 e 2022 ma bloccando spese per valore equivalente nel secondo semestre 2021, in modo da poter procedere all’approvazione ma avere comunque il tempo, poi,  di aggiustare il bilancio con le auspicate entrate. Insomma una sorta di clausola di salvaguardia come quella che adotta il Governo quando non è certo che si verificheranno le entrate sperate. Clausola che con onestà e trasparenza si sarebbe dovuta illustrare in Consiglio ed alla città.  Ma si è scelta un’altra strada. Che è già storia. Una domanda sorge spontanea allora. Forse non si voleva evitare? Forse serviva proprio liberarsi di un assessore scomodo (al prezzo di due) e continuare ad alimentare la paura dell’uomo nero (tal dirigente che vorrebbe impallinare o far impallinare il sindaco, come se nella vita non avesse di meglio da fare) per riprendere il controllo della storia?

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