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Intervento/ Francavilla, primarie per il Pd

Sono trascorsi 5 mesi dalla ingloriosa uscita di scena della giunta Della Corte e occorre adesso fare il punto della situazione su quello che il centrosinistra francavillese è riuscito a mettere in campo per rispondere all’esigenza di cambiamento.

Sono trascorsi 5 mesi dalla ingloriosa uscita di scena della giunta Della Corte e occorre adesso fare il punto della situazione su quello che il centrosinistra francavillese è riuscito a mettere in campo per rispondere all’esigenza di cambiamento, divenuta ormai una necessità, che mai come in questa fase appare cosi presente nelle richieste che i cittadini rivolgono alla politica e ai suoi esponenti, soprattutto dopo che la Francavilla governata dal centrodestra ha raggiunto il livello più basso di degrado e di declino sotto il profilo, etico-morale, amministrativo, istituzionale e culturale, tanto da essere diventata la “cenerentola” tra le città più importanti della provincia di Brindisi.

Dopo avere assistito in questi anni ai vani tentativi messi in atto dal Pd di ricomporre un centrosinistra da tempo diviso  proposta di istituzione dei pre-consigli, individuazione di 4-5 punti programmatici unitari a cui indicare soluzioni, questione morale e dimissioni del Sindaco) e dopo che il Pd, legittimamente, ha proposto una sua candidatura a sindaco indicando il percorso delle primarie di coalizione in mancanza di convergenza sul nome, si sono registrate in questi mesi tutta una serie di prese di posizione sulle prossime amministrative da parte di esponenti vecchi e nuovi del centrosinistra che cosi possono sintetizzarsi.

C‘è chi ha dichiarato di voler lavorare per un centrosinistra (?) in grado di attrarre figure ed esponenti di centrodestra e moderati in rotta di collisione con il recente passato anche a costo di “snaturare”il centrosinistra; c’è chi da “vecchia cariatide” desidera solo “dare fastidio” all’insegna del tanto peggio tanto meglio e distruggere tutto quello sino ad oggi si è costruito, nella speranza di una palingenesi politica del centrosinistra; c’è chi chiede al candidato sindaco del Pd cosa ne pensa dell’accordo a livello nazionale con il Pdlper sostenere il governo Letta; c’è chi sostiene che con quella persona candidato Sindaco “mai e poi mai”; c’è chi propone di costruire prima la piattaforma programmatica e poi individuare il candidato; c’è, infine, chi invita il centrosinistra a guardare al di fuori dei partiti nella cosiddetta “società civile” per la candidatura a sindaco.

Le posizioni espresse e sintetizzate nei primi quattro punti, sono risibili politicamente e mi hanno suggerito il titolo di questa nota. Solo “chiacchiere e distintivo” (R. De Niro ne “Gli Intoccabili” di B. de Palma). Non credo occorra aggiungere altro. Le ultime due meritano invece un approfondimento.

Sulla necessità di individuare una piattaforma programmatica sulla quale costruire una coalizione e individuare una candidatura a Sindaco, rifiutandomi di accedere banalmente al pensiero dei più (i programmi sono tutti uguali!) mi permetto di osservare che il Pd in questi anni con passione estrema e con spirito di sacrificio (certo, anche con limiti e difetti) si è speso in un’azione politica nella quale praticamente non c’è argomento di rilevanza pubblica sul quale non si siano prodotte iniziative con i cittadini e non si siano individuate proposte. Il tutto documentato e offerto alla discussione di forze politiche, sociali e della stessa maggioranza di governo.

I documenti sono tutti rintracciabili e consultabili perché pubblicati in rete e hanno riguardato: applicazione degli istituti di trasparenza e democrazia diretta, PUG, Centro di Carico Intermodale, Servizi Sociali, Difesa del Territorio, questione morale e legalità, opere pubbliche, riqualificazione urbana, fiscalità e tutela della fasce deboli, Cultura e promozione turistica, miglioramento del servizio di nettezza urbana. Quella era ed è la base programmatica sulla quale ci siamo sempre confrontati e intendiamo ancora farlo. Non riconoscerlo è frutto di mala fede o di scarsa attenzione all’attività del Pd.

Sulla proposta di candidatura che sia espressione della “società civile”, voglio ricordare che nel passato si è già fatto ricorso a questa soluzione, anche con discreti (seppur non decisivi) risultati, ma oggi - senza entrare nel merito delle ragioni per le quali chi proviene dalla società civile sia da preferire o meno rispetto al “politico” - si ritiene che la scelta debba comunque passare attraverso un percorso ampio, trasparente e partecipativo, quale quello delle primarie.

Lo chiedono in primo luogo i cittadini, che vogliono decidere e confrontarsi, senza attendere decisioni calate dall’alto e assunte in “luoghi segreti” da poche persone. Inoltre, solo attraverso il metodo delle primarie l’eventuale candidato sindaco della “società civile” (o il candidato donna, come qualcuno pure legittimamente propone) potrà dimostrare di costituire quel “valore aggiunto” che giustificherebbe la scelta in suo favore. Solo attraverso le primarie potranno conoscersi il/la candidato/a, le sue proposte per la Città, il suo grado di affidabilità e competenza ed eventualmente la sua “spendibilità” in termini politici.

Ecco perché la scelta del Pd non può essere considerata un atto di forza ma al contrario un gesto di disponibilità, non una indicazione da imporre ma una scelta da sottoporre, non una fuga in avanti ma un piccolo passo indietro, per favorire la buona politica, la partecipazione e la democrazia.

 *coordinatore circolo Pd di Francavilla Fontana

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