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Left: “Tradite le basi del programma elettorale, la città ha bisogno di altro”

Nuovo attacco al sindaco Rossi da parte dell'associazione: “Con il noi da una parte e con il voi dall’altra, non si va da nessuna parte”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del coordinamento cittadino di Left Brindisi sulla situazione amministrativa

Finché ci saremo noi... tuona il sindaco Rossi in un plurale sempre più ‘Maiestatis’ composto da lui e pochi altri gruppetti sparuti ma che, sebbene ormai rimasti in quattro gatti, con tutto il carico della loro enorme prosopopea, hanno pari effetto per la città della porta container che blocca Suez in questi giorni. Si è piazzato lì Rossi, carico del suo Ego, non si muove e non fa muovere nessuno.

Questa perenne contrapposizione tra noi e voi evocata da lui ed il suo movimento, questo voler essere contro la città in ogni suo ordine e grado, guardandola dall’alto in basso, mai dentro per percepirne gli umori ed i problemi quotidiani, chiude e caratterizza definitivamente questa esperienza amministrativa. Tra qualche anno se ne ricorderà al massimo la capacità di essere contraria a tutto, senza mai proporre nulla. Rossi non ha mai voluto discutere con nessuno, carico di presunzione com’è. Se ne sono accorti prestissimo molti di noi che lo avevano sostenuto e che hanno preferito allontanarsi politicamente sin da subito, dopo aver capito l’andazzo delle cose in maggioranza. 

Dopo un po’ se ne sono accorti anche i molto più pazienti compagni di Sinistra Italiana, con cui avevamo contribuito con oltre il 4 percento dei consensi a metterlo sul piedistallo. È rimasto a reggere il moccolo con tenacia impavida solo quel centro sinistra che aveva da tenere cucita la tappezzeria delle poltrone, per tirare a campare e garantire l’interesse di qualche orticello. Dopo le ultime esternazioni del sindaco sull’impianto Edison, assumono anche del ridicolo le dichiarazioni programmatiche dell’assemblea del Pd ed ancor peggio le deliberazioni del Consiglio Comunale. Precipita la città, è diventato becero anche il linguaggio della politica, le espressioni del sindaco verso il consigliere Amati e gli insulti verso il vicesindaco Brigante ne sono un esempio. Non c’è un bel clima e purtroppo, con il noi da una parte e con il voi dall’altra, non si va da nessuna parte, ci si incaglia e si impedisce anche a chi vorrebbe operare di andare avanti, creando danni enormi. Si tradiscono anche le basi di quel programma elettorale che oggi il sindaco falsamente decanta e che prevedeva la partecipazione della città tutta sulle questioni fondamentali. 

Fu detto anche che chi passava da un gruppo ad un altro o chi costitutiva gruppi diversi dalle liste con cui si era presentato non sarebbe stato preso in considerazione. Con gli ultimi avvenimenti di giunta si sta facendo rientrare dalla finestra quello che si era deciso mettere alla porta con impegno solenne da parte del candidato sindaco. Si è snaturata non solo la caratteristica politica di questa esperienza ma sta diventando molto simile alle altre che l’hanno preceduta. La nuova giunta è il frutto del ricatto di alcuni consiglieri e del narcisismo del sindaco che temendo qualsiasi confronto con la città, continua a designare le deleghe che contano a persone di fuori, affinché rispondano solo a lui. È mortificante per Brindisi, come se non fosse capace di esprimere un assessore all’altezza di cotanto personaggio. In materia ambientale il narcisismo assume tinte paranoiche, preoccupanti dal punto di vista democratico. 

Togliendo le deleghe in materia di autorizzazioni ambientali all’architetto Lopalco, che godeva della sua fiducia ma il cui sacrificio è stato necessario in nome del Dio Poltrona, oramai Rossi concentra nelle sue mani sia quelle delle Provincia che quelle del Comune. Un potere enorme in stile bulgaro, che desta ancora più preoccupazione in considerazione dello scarso equilibrio e ponderatezza dell’uomo nelle decisioni. Adesso finito il gioco delle figurine, capito che il pallone è del sindaco e se non si gioca come dice lui, se lo porta via, ai tenaci delle tappezzerie del Pd e degli altri gruppetti non rimane che cercare di limitarne gli effetti negativi, nella speranza di raccogliere qualche briciola. Purtroppo la città avrebbe bisogno di altro, lo diciamo da tempo.

Occorrerebbe riaprire un dialogo con tutti, ci aspettano anni di rinnovamento e di grande impegno sotto tutti i punti di vista. Ci sarà da aspettare che passi in fretta questo periodo ed accumuleremo ritardo, a meno che ì il bambino si stanchi del suo gioco e decida di portarsi il pallone a casa. I tappezzieri delle poltrone del Pd non molleranno certamente, autentici stacanovisti.

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