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Iurlaro: "Io traditore? Sono fedelissimo a Silvio"

ROMA - Letta bis sì, Letta bis no, nel valzer di nomi che vengono indicati e in taluni casi pure confermati da esponenti della nomenklatura Pdl, c’è quello di un brindisino, di Pietro Iurlaro inserito nella lista dei possibili “traditori” di Silvio Berlusconi, pronti a sostenere il governo.

ROMA - Letta bis sì, Letta bis no, nel valzer di nomi che vengono indicati e in taluni casi pure confermati da esponenti della nomenklatura Pdl, c’è quello di un brindisino, di Pietro Iurlaro inserito nella lista dei possibili “traditori” di Silvio Berlusconi, pronti a sostenere il governo. Iurlaro respinge le accuse con convinzione, lo fa ancor prima che il suo nome inizi a circolare esplicitamente, nero su bianco. Invia una nota ai giornali in cui scrive: “Nessun attaccamento alla poltrona e nessuna indole da ‘peones’. Tanto il sottoscritto, quanto l’intera pattuglia dei senatori pugliesi del Pdl, possono tranquillamente essere inseriti tra i fedelissimi al leader riconosciuto del centrodestra Silvio Berlusconi”.

“Berlusconi – prosegue Iurlaro - non ha certo bisogno di convincermi. Il mio appoggio alla sua indiscussa leadership è reale, privo di condizionamenti. È quindi assolutamente fuori discussione, oltre che priva di ogni fondamento, l’ipotesi di una mia eventuale affezione alla governabilità. Piuttosto posso sin da ora assicurare che, in un eventuale pallottoliere, la mia sfera pende già da un lato. Quello deciso dalle linee guida del partito cui il ‘senatore semplice’ Iurlaro è pronto ad aderire al pari dei suoi colleghi pugliesi della Camera alta”.

Ieri il supervertice di Arcore: seduto attorno al presidente a rischio “decadenza”, condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale, c’era lo stato maggiore del Pdl. il ministro Angelino Alfano e il capogruppo al Senato Renato Schifani i primi ad arrivare. La Santanché, Verdini, Capezzone. Ma anche Quagliarello e Lupi tra i "governativi". Questa la nota ufficiale: ”Il Popolo della Libertà è come sempre unito, compatto e deciso, a fianco del suo presidente Silvio Berlusconi, a cui è molto legato da indissolubili vincoli di affetto e di condivisione politica” dice il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a cui è stato affidato il compito di riferire degli esiti del summit.

Il segretario precisa che una “decadenza” del leader del Pdl è “impensabile”. Il ministro dell’Interno indica il cammino: “Tutti insieme rivolgeremo alle massime istituzioni della Repubblica, al primo ministro Letta e ai partiti che compongono la maggioranza, parole chiare sia sulla questione democratica che deve essere affrontata per garantire il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale dei milioni di elettori che hanno scelto Silvio Berlusconi (la cui decadenza dalla carica di senatore è impensabile e costituzionalmente inaccettabile), sia sul necessario rispetto degli impegni programmatici assunti dal Governo a partire dall’abolizione dell’Imu su prima casa e agricoltura. Non c’è più tempo per rinvii e dilazioni”.

Secondo Daniela Santanché “Letta cadrà a breve, lo ha detto il presidente e i governativi sbagliano”. Ribatte Fabrizio Cicchitto – come riporta il Fatto Quotidiano – e afferma: “Sbaglia lei, che con le sue liste mina unità”. I traditori, intanto, si dice potrebbero essere più di venti e sarebbero i volti nuovi, quelli più affezionati alla loro poltrona e chi non potrà più ambire al posto da senatore. Tutti impegnati a respingere attacchi politici e “giudiziari” a Berlusconi, ma spaccati, profondamente spaccati all’interno, ma intanto l’elenco fa il giro dei corridoi di palazzo Madama. Ci sarebbero Giovanni Billardi, Pietro Iurlaro, Pippo Pagano, Salvatore Torrisi, Francesco Scoma, Antonio Milo, Vincenzo D’Anna, Pietro Langella, Ciro Falanga o Giuseppe Ruvolo. I siciliani del dopo Cosentino.

La notizia”, fanno sapere D’Anna, Milo, Langella e Falanga, “riportata da alcuni organi di stampa in merito alla nostra fantomatica presenza in un drappello di senatori del Pdl, pronti a sostenere un Letta bis anche senza Berlusconi, non risponde al vero. Restiamo, infatti, convintamente nelle file del Pdl, sostenendo le decisioni del partito e quelle di Silvio Berlusconi”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il francavillese azzurro alla sua “prima volta” da parlamentare. Insomma, come sostiene Sandro Bondi, se il Pd dovesse votare la decadenza di Berlusconi, non ci sarebbe futuro per il governo Letta. Nelle file del Pdl non tutti, a quanto pare, la pensano così.

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