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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

"Just Transition Fund, il Governo riveda le sue scelte su Brindisi"

Il sindaco Riccardo Rossi dopo l'esclusione della città: "Siamo di fronte a un problema politico". Sui Cis: "Investimenti sulla costa nord"

BRINDISI – Just Transition Fund, non è ancora stata scritta l'ultima parola. Il sindaco della città, Riccardo Rossi, lascia aperto uno spiraglio, dopo l'annuncio dell'esclusione di Brindisi, che non dovrebbe usufruire dei fondi europei per la transizione energetica. BrindisiReport ha intervistato il primo cittadino per parlare proprio del Just Transition Fund e dei Contratti istituzionali di sviluppo (Cis), i cui fondi sono necessari alla città per il suo rilancio economico, per il suo futuro.

“Brindisi deve arrendersi e dire definitivamente addio ai milioni di euro del Just Transition Fund?

“La questione è stata affrontata sia col ministro Provenzano, sia con il sottosegretario Turco. E in un tavolo con il sottosegretario Todde, del ministero dello Sviluppo Economico. Io ritengo che la città di Brindisi – ma il tema è più ampio perché nel phase out del carbone sono coinvolte più città – debba essere considerata all'interno del Just Transition Fund. Il governo italiano tutto non può trascurare questo fatto. Questa transizione energetica che ha traguardi e obiettivi di natura ambientali, che io condivido, deve essere accompagnata da una transizione equa. Mi spiego: i miglioramenti sanitari e ambientali associati alla decarbonizzazione devono essere accompagnati anche da interventi che sostengano le pressioni prettamente sociali che si accompagnano alla cessazione di queste attività”.

Però al momento si parla solo di Taranto e del Sulcis.

“Sappiamo che la Commissione Europea valuterà i piani di sviluppo territoriali che proporrà il Governo. Io ritengo che Brindisi ci debba essere. Lo ripeto e lo ripeterò. Lunedì prossimo (14 dicembre, ndr) ci sarà un tavolo con Provenzano e successivamente saremo riconvocati dal sottosegretario Turco per il prosieguo di un altro incontro (quello su Tap-Snam, ndr). Tutte le città interessate dal phase out del carbone devono essere considerate, non solo Taranto e il Sulcis.

Secondo lei che possibilità c'è che il Governo riveda le proprie scelte?

“Io, ripeto, sono scelte che ritengo sbagliate. Il Governo dovrebbe spiegare perché alcuni territori interessati dal phase out del carbone con provvedimenti specifici non vengono considerati. L'ho detto di recente al sottosegretario Todde: è una questione politica, di rapporti col Governo. Se questo non andasse in porto, non ci sarebbe alcuna logica.

Sul Just Transition Fund secondo lei la Regione ha appoggiato Brindisi a dovere?

“Ritengo di sì. Proprio ieri mi sono incontrato con l'assessore regionale allo Sviluppo Economico Delli Noci. La Regione ha intenzione di supportarci sul Just Transition Fund. Ripeto: è un problema di Governo”.

Parliamo dei Contratti istituzionali di sviluppo. Di recente il ministro per il Sud Provenzano ha detto che i Cis non devono comprendere solo Brindisi e Lecce, ma un'area vasta. Questo cambia i vostri piani?

“Noi lunedì abbiamo un incontro convocato dal ministro Provenzano, con Invitalia. Bisogna intendersi: io ho capito che si potrebbero allargare i Cis ai Comuni della fascia di cerniera tra Brindisi e Lecce, sulla costa. L'allargamento a tutti i Comuni del Brindisino e del Leccese non lo comprendo affatto. Ma i nostri piani non cambiano. Poi sarà il Governo a dover trovare le risorse per soddisfare tutti”.

Entrando nel dettaglio dei progetti per il Cis, su cosa state puntando?

“Il lavoro è stato già portato avanti in quest'ultimo anno e mezzo, dal luglio 2019. Abbiamo ideato delle schede con priorità: sviluppo e protezione della costa; possibilità di diventare un traino anche per il turismo; la rigenerazione urbana dei quartieri, del Collegio Tommaseo e del Castello Alfonsino. E poi infrastrutture per lo sviluppo; abbiamo preparato una cinquantina di schede, ma dipenderà dalle risorse che il Governo intende stanziare per il Cis.

Di che cifre si parla?

“Nel momento in cui ne parlavamo era il periodo pre-Covid, sul tavolo c'erano 250 milioni. Io posso comprendere che adesso il mondo è cambiato, che esista la necessità di utilizzare risorse in altri settori, è evidente. Questo è determinato dal rifinanziamento dal fondo di sviluppo in questione che si sta effettuando in questi giorni, anche attraverso la legge di stabilità. Non so se quella cifra sarà confermata, ma ritengo che la cifra sarà comunque consistente. Basti pensare che solo per gli interventi sulla costa nord serviranno circa 50 milioni di euro. Sono opere di protezione e di rinaturalizzazione, di spostamento dell'asse viario.

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