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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Tanzarella contro l’opposizione: “Mentre alimentate veleni, dietro le sbarre c’è un signore che scrive memoriali”

OSTUNI - In assise, l’ombra di “quelli della calibro 9”. E gli animi si scaldano. La maggioranza respinge al mittente la richiesta per l’istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia luce sulla presunta “parentopoli” denunciata in un esposto dai consiglieri dell’opposizione. Né commissione, dunque, né solidarietà al consigliere della minoranza Christian Continelli (Pdl), querelato nei giorni scorsi dai titolari di due delle società cooperative chiamate in causa. Durante i lavori, il sindaco Domenico Tanzarella, ha spiegato le ragioni per le quali la maggioranza non avrebbe votato l’ordine del giorno proposto dall’opposizione, denunciando il clima di veleni che la minoranza starebbe alimentando attorno a Palazzo San Francesco.

OSTUNI - In aula, l’ombra di “quelli della calibro 9”. E gli animi si scaldano. La maggioranza respinge al mittente la richiesta per l’istituzione di una commissione d’inchiesta che faccia luce sulla presunta “parentopoli” denunciata in un esposto dai consiglieri dell’opposizione. Né commissione, dunque, né solidarietà al consigliere della minoranza Christian Continelli (Pdl), querelato nei giorni scorsi dai titolari di due delle società cooperative chiamate in causa. Durante i lavori, il sindaco Domenico Tanzarella, ha spiegato le ragioni per le quali la maggioranza non avrebbe votato l’ordine del giorno proposto dall’opposizione, denunciando il clima di veleni che la minoranza starebbe alimentando attorno a Palazzo San Francesco.

La controversia, in principio, ha origine da  un dubbio legittimo, ossia le perplessità circa la presenza, tra il personale al servizio di un paio di coop fiduciarie del Comune, di figli di dirigenti comunali. Dibattito plausibile e oltremodo doveroso. Poi la vicenda si inquina, sino a intrecciarsi con fatti e circostanze che nulla potrebbero avere a che vedere con lo scontro in atto, a partire dal ritrovamento di un gatto morto che il consigliere comunale Continelli - stando al suo racconto - avrebbe rinvenuto, qualche giorno dopo il suo esposto, sull’uscio di casa, appeso al battente della porta.

La carcassa fu rimossa all’istante e smaltita, dallo stesso consigliere, nei cassonetti della spazzatura. Soltanto ventiquattrore dopo Continelli ritenne di formalizzare una denuncia su quanto accaduto.  Quell’episodio, finito sulle cronache dei giornali, ha arricchito le pagine di un nuovo memoriale consegnato agli atti processuali dal pregiudicato locale Denis Loparco: 39 anni, uno dei quattro presunti componenti la “banda della calibro 9”, tuttora detenuto in carcere ed accusato dei reati di associazione mafiosa, estorsione, furto, rapina, danneggiamenti e detenzione abusiva di armi.

Nell’arco di un anno, a partire dal 4 marzo 2008, i quattro, stando alle accuse, si sarebbero resi responsabili di circa 30 episodi criminosi, a danno di pubblici amministratori, tecnici, imprenditori locali. Una sequela di atti intimidatori, che per l’accusa sarebbero da addebitare, dal primo fino all’ultimo, a carico dei quattro imputati finiti alla sbarra. Ma durante le udienze del processo in corso presso il Tribunale di Brindisi (stamane nuovo appuntamento, con il prosieguo proprio dell’esame di Loparco, ndr) il 39enne ostunese ha rivolto pesanti accuse nei confronti della parte civile, additando alcune delle vittime (a partire dal sindaco) come promotori di una sorta di “cupola” locale.

E tra le recenti citazioni di Loparco, anche il ritrovamento del gatto morto, denunciato da Continelli. Quasi a dire: con gli attentati non abbiamo niente a che vedere, tant’è che noi stiamo dentro e fuori continuano a farsi la guerra. Una chiave di lettura che il sindaco ha reso in Consiglio comunale, invitando così l’opposizione a fare un passo indietro, rispetto alla presentazione di un ordine del giorno che la maggioranza, per come era stato concepito, non poteva che bocciare.

Un no legittimo sul piano politico, ma che qualcuno il giorno dopo avrebbe interpretato e  strumentalizzato nell’ambito di un processo penale (New deal, appunto) non certo facile da affrontare anche sotto il profilo emotivo. Ma lo scontro, a suon di voti, alla fine si è consumato: la proposta d’istituzione della commissione d’inchiesta è stata bocciata. Ed a fine seduta il sindaco è sbottato, tuonando contro il “suo” ex assessore ai Lavori pubblici, Ernesto Camassa (oggi Udc, tra i banchi dell’opposizione), che insieme alla minoranza pochi minuti prima aveva votato a favore della commissione d’inchiesta: “Più di altri - lo attacca il sindaco - avresti dovuto comprendere le mie parole e i miei timori, visto che anche tu in quel processo sei parte lesa”.

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