Il sindaco e la caccia al fantasma che vuole destabilizzare la giunta comunale
Un fantasma malvagio si aggira da tempo in città. Un spirito inquieto, che agisce nell’ombra con lo scopo precipuo di destabilizzare la giunta comunale numero 5 di questa consiliatura. Come se ce ne fosse bisogno, considerato che lo fanno bene da soli, senza alcun aiuto esterno
Un fantasma malvagio si aggira da tempo in città. Un spirito inquieto, che agisce nell’ombra con lo scopo precipuo di destabilizzare la giunta comunale numero 5 di questa consiliatura. Come se ce ne fosse bisogno, considerato che lo fanno bene da soli, senza alcun aiuto esterno. L’ha avvistato tempestivamente il sindaco, che ha percepito la presenza di quello spudorato dall’alto della fortezza di città. Ha lanciato subito l’allarme, svelando ai cittadini il subdolo disegno di destabilizzazione del quadro politico-amministrativo della città, finalizzato a mettere le mani sul piano urbanistico generale .
E per aggiungere questo obiettivo, il fantasma, spinto da pesanti interessi personali, cerca di screditare il lavoro dell’amministrazione, facendo aleggiare il sospetto di affari. Un vero e proprio attacco alla Bastiglia, da parte di chi intende riciclarsi, per ritornare in auge nella politica brindisina e per questo pensa e agisce per porre fine alla consiliatura ed arrivare ad elezioni anticipate. Questo il pensiero del sindaco che non ha voluto per il momento svelarne il nome, ripromettendosi di di riferirlo ad Emiliano nella sua veste di segretario regionale del PD e di pubblico ministero.
Ma perché, si chiedono in molti, sprecare tempo e benzina per andare a Bari, quando sarebbe più semplice e trasparente svelare il nome o i nomi direttamente ai brindisini, che hanno il diritto di sapere a cosa e a chi si riferisce il sindaco, quando parla di interessi, ma anche, ed eventualmente, ricorrendone i presupposti, perché non informare direttamente il pm di Brindisi. Anche perché Emiliano non svolge attualmente le funzioni di magistrato inquirente, né potrebbe farlo.
Comunque quel fantasma ha trovato pane per i suoi denti. Nella sua illusione pensava di poter agire indisturbato, di poterla fare franca, di poterla fare in barba a chi ha dimostrato di essere un vero e proprio campione nel settore della destabilizzazione delle giunte comunali. A chi in poco tempo ha terremotato la giunta n. 1, poi la numero 2, quindi la numero 3, e infine, ma solo per il momento, la numero 4. Non fosse altro che per creare un po’ di movimento, per ricordare a tutti che in fin dei conti esisteva una giunta. Altrimenti, se non ci fosse stato nessuno, come si sarebbero mai potuti creare tutti i problemi che assillano la città?
Naturalmente nelle diverse circostanze è stato sempre proclamato solennemente, che tutto era stato rottamato per il bene e la tutela dell’interesse di Brindisi e dei brindisini. Anche se poi non si è mai compreso in cosa sia consistito questo bene e quale sia stato l’effettivo interesse, di volta in volta tutelato. Nondimeno in città è in pieno svolgimento l’indagine per individuare questo pernicioso fantasma.
Certamente non può essere incluso nella lista dei possibili sospettati destabilizzatori il consigliere regionale Fabiano Amati, per il suo invito al sindaco alla trasparenza e alla denuncia pubblica delle persone e degli interessi cui fa riferimento. Senza tentennamenti e senza allusioni, perché le dichiarazioni generiche, non giovano a niente e a nessuno. Servono solo ad alimentare la confusione.
Qualcuno pensa di averlo individuato nell’ex segretario cittadino del Partito Democratico, che ha osato screditare l’amministrazione, non votando in consiglio comunale l’aumento esagerato della tassa sui rifiuti, ma anche il bilancio di previsione del 2015, per la sua palese inadeguatezza ad affrontare i problemi in città.
Ma potrebbe essere la segreteria provinciale del Pd, che si è opposta alla revoca dell’autosospensione dal Partito Democratico preannunciata dal sindaco. Ricordandogli che l’autosospensione non era stata il frutto di una sua decisione unilaterale, che poteva essere revocata a suo piacimento, ma una soluzione di compromesso, per salvare la faccia e per consentire di tenere in vita l’amministrazione comunale. Oltretutto non erano venute meno le ragioni politiche e giudiziarie di tale decisione. A causa del processo ancora in corso e del tipo di reato, che rappresentavano una grave lesione alla credibilità delle istituzioni ed al loro operato, capace di indebolire il rapporto tra cittadini ed istituzioni, tra cittadini e partiti.
Ma potrebbe essere anche lo stesso segretario regionale del Pd, che ha maturato la convinzione della necessità di rilanciare l’azione dell’amministrazione comunale, azzerando la giunta o procedere alla sostituzione dei soli assessori del Partito Democratico. Potrebbe essere BrindisiReport.it , che si dimostra troppo indipendente, disponibile a dar voce ai cittadini, a raccontare le vicende pubbliche della città, refrattario ad adeguarsi alla linea del palazzo, restio a chiudere un occhio a comando.
Ma quel fantasma potrebbe rappresentare l’anima e la delusione di moltissimi cittadini, che non riescono ad intravedere un futuro per questa città. Ad avvertire il minimo segnale di quel rinnovamento , che aveva qualificato l’impegno programmatico, degradato da subito al rango di operazioni di piccolo cabotaggio, di facciata, di scarso profilo ed efficacia.
Purtroppo, il problema di questa città è principalmente di tipo culturale, rappresentato dalla inadeguatezza di una classe politica e amministrativa, che anziché analizzare ed affrontare adeguatamente i problemi della città e dei cittadini, si impegna a demonizzare con atteggiamenti intolleranti ed insofferenti, chi avanza perplessità, chi dissente, anche se con cognizione di causa, dalle loro idee e dai loro progetti.
Ma, al di là dei fantasmi, quale giudizio si può emettere per i 39 mesi di attività di questa amministrazione, se mancano elementi significativi, che possano essere riferiti alle scelte ed ai progetti attribuiti concretamente ad essa? Io non riesco, per quanti sforzi faccia, a rintracciare alcun indizio di quella città moderna, dinamica, operosa, turistica, crocevia di idee, di progetti, di opere pubbliche e private, che veniva traguardata nel programma di mandato. Io vedo solo una città che vive continuamente tante situazioni reali di disagio, per la soluzione delle quali non è umanamente possibile, nonostante quella che al palazzo viene chiamata creatività innovativa, affidarmi alle promesse e aspettare i prossimi 30 anni. Tanto quanto durano, per decisione di questa amministrazione, i debiti di questa città. Forse, per invertire la deriva negativa, non rimane che affidarsi ai fantasmi.