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La Marina: «Potremmo lasciare il Castello»

BRINDISI - La Marina Militare è disponibile a lasciare il Castello di Terra, a patto che le si dia un'area aeroportuale (già individuata) che si affaccia sul porto. Per il sindaco Consales e l'assessore Luperti si tratta di un'occasione d'oro.

BRINDISI – La Marina Militare è disponibile a lasciare il castello di terra, a patto che gli si conceda un’altra area in cui poter allestire uffici e ormeggi. Area che il Comando avrebbe individuato nella banchina che costeggia il Monumento al Marinaio, all’imboccatura del porto interno, su zona aeroportuale. Il Comune spera di poter chiudere la transazione, ma dovrà coinvolgere nella trattativa l’Autorità portuale. Se la cosa andrà in porto, presto o tardi che sia, il sindaco Mimmo Consales ed il suo assessore all’Urbanistica Lino Luperti (delegato dal primo cittadino al delicato tavolo istituito per smantellare le servitù militari) potranno passare alla storia per aver ridato alla città il maniero ed il tratto di lungomare cittadino che va da Porta Thaon De Revel fino al parco del Cillarese.

La partita relativa alla cessione del castello, non è però l’unica su cui Luperti gioca da settimane, perché l’assessore del Pd (a cui qualcuno vorrebbe togliere l’Urbanistica per mettere le mani sul Pug e tutto ciò che ruota intorno ad esso...) è impegnato su più fronti.

Domani per esempio porterà in giunta il progetto per il risanamento della falesia lungo la costa. Ed entro fine anno spera di poter portare in Consiglio il Piano della Costa: «Si tratta di due tappe fondamentali per il futuro della città. Sono i due passi necessari prima di poter mettere mano allo sviluppo del litorale Nord, e dunque creare nuovi stabilimenti e nuova occupazione».

Intanto il suo assessorato ha sbloccato circa 100 milioni di euro di investimenti tra progetti di rigenerazione e mobilità urbana: gli uffici lavorano al progetto dello shuttle per l’aeroporto, alla circolare del mare, al raccordo ferroviario, alla rigenerazione del primo tratto di Via del Mare e di piazzale Lenio Flacco: «Per queste ultime due voci i lavori dovrebbero partire ad ottobre. E tra via del Mare e via Spalato ricaveremo altri 400 parcheggi».

Nelle ultime settimane si è riunito più volte l’Ufficio del piano, ed il prossimo incontro 10 luglio. È intorno al Pug che circolano appetiti e speranze di guadagno futuro. Basta pensare che il solo incarico per il Piano della mobilità urbana vale 150mila euro. Con questa cifra, è ovvio che si scatenino interessi e pressioni.

Ma finora a quanto pare Luperti è andato diritto per la sua strada, forte della fiducia del sindaco. Forse è per questo che qualcuno lo ha criticato: troppo indipendente. Da cosa, o da chi, ancora non lo ha spiegato nessuno. Lui non si cura delle critiche: «Se un assessorato che porta a termine tutto questo è gestito da un incompetente... Vorrei tanto che qualcuno paragonasse il nostro lavoro a quello fatto negli anni scorsi. Poi magari potremmo riparlarne». La battuta è rivolta ai detrattori nella maggioranza, piuttosto che all’opposizione, perché l’assessore è «cosciente che molti alcuni cantieri sono stati aperti grazie a finanziamenti “avviati” nel passato, anche se noi siamo stati bravi a sbloccarli o non perderli...».

Luperti parla poco, ma finora ha portato risultati: «Abbiamo chiuso l’accordo con l’Aqp investirà dieci milioni di euro per portare acqua e fogna in zone che ancora ne sono prive come il villaggio San Pietro e l’ultimo tratto di Apani. Abbiamo completato i rondò del casale. Ora passeremo alla riqualificazione dell’entrata da Lecce». Ma l’obiettivo più grande è la rigenerazione della costa, da Forte a Mare a Torre Guaceto.

Per il castello abbandonato e al buio, Consales una idea ce l’avrebbe: concederlo in uso a privati per farne un hotel. Bisognerà aspettare la grazia della Sovrintendenza.

Intanto Luperti continua il suo lavoro, e si toglie l’ultimo sassolino: «Ho la stima di tante persone, anche se non sono laureato in ingegneria o architettura. È gente che apprezza i risultati raggiunti e l'impegno che ci metto. Sono cosciente di avere i miei limiti, ma sono al mio primo incarico e ce la sto mettendo tutta. Il problema è che incontro ancora qualcuno che più che ai grandi progetti di sviluppo futuro della città, sembra interessato all’edificabilità di un suolo».

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