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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Le guerre infinite tra Emiliano e Renzi: ma stavolta ha ragione l'ex pm

La guerra, o le guerre, fra Emiliano e Renzi durano ormai da molti da anni, da prima che il sindaco di Bari diventasse presidente della Regione. Ed è facile immaginare che continueranno a lungo. Del resto sia Renzi sia Emiliano non sono uomini di pace, cioè non solo vivono sulla polemica continua ma neppure reggono a lungo gli armistizi

La guerra, o le guerre, fra Emiliano e Renzi durano ormai da molti da anni, da prima che il sindaco di Bari diventasse presidente della Regione. Ed è facile immaginare che continueranno a lungo. Del resto sia Renzi sia Emiliano non sono uomini di pace, cioè non solo vivono sulla polemica continua ma neppure reggono a lungo gli armistizi. Forse il pugliese Emiliano è quello meno guerrigliero perché alterna sparate aggressive a momenti di corteggiamento, mentre il premier è sulla linea “o con me o contro di me”, cosa lo  ha portato non solo ad aver sempre contro la sinistra interna del partito ma ormai anche un fitto elenco di ex amici, fra cui Chiamparino, Del Rio e Richetti.

Renzi e Emiliano sono due “piacioni aggressivi”, per questo incompatibili e i primi atti di guerra sono lontani nel tempo anche se si può far data da quando l’attuale premier illuse Emiliano facendogli credere di volerlo nella squadra di governo e poi lo lasciò a terra senza spiegazioni. Emiliano, dal canto suo, non regge altro leader fuori di sé, pensa di essere destinato alla guida del Paese, altro che la Puglia!, ed è convinto di aver maturato più esperienze del giovanotto fiorentino.

Questo è l’antefatto. Su queste basi ogni volta che i due polemizzano, le antenne vanno tenute ben levate per capire dove sta la ragione e dove il torto. In questo fine settimana Emiliano è tornato a polemizzare con il premier attorno a tre temi: l’Ilva, la sanità, il Mezzogiorno. Ecco : le antenne dicono che questa volta ha ragione lui, su tutto. Sull’Ilva imputa al premier di disinteressarsene, sulla sanità lamenta che i tagli lo porteranno a chiudere 25 ospedali, sul Sud dice che Renzi non sa praticamente cosa sia.

Renzi sembra infatti occuparsi solo di emergenze quando gliene capitano fra i piedi (se, se ne accorge)e di avere attenzione solo per tutto ciò che può dargli un ritorno elettorale. Dopo le riforme istituzionali l’intero interesse del governo sembra concentrato su ciò che può smuovere blocchi elettorali a favore di un esecutivo e del suo leader che sembrano lontanissimi ormai da quel 40 percento delle europee, molto tallonati dai grillini. Qui si avverte il limite di visione del renzismo che, secondo me, è stato la necessaria frustata sul sistema politico ma che non è riuscito ancora a darsi un progetto compiuto.

In questo quadro è evidente che il Sud interessi poco a Renzi, come è del tutto evidente che Emiliano se vuole avere un futuro politico all’altezza delle sue ambizioni deve apparire come il grande difensore del Sud.

Tutto questo serve a dire che in politica non ci sono, per gli apolidi di sinistra come il sottoscritto, mai soluzioni definitive. Puoi criticare Emiliano e poi scoprire che capita che abbia ragione. Puoi pensare che il renzismo sia un frutto maligno degli errori della sinistra che può apparecchiare una buona torta e poi scoprire che è assai amaro da risultare non commestibile. Il pragmatismo fa fare errori ma aiuta a farne meno dell’ideologismo senza ideologia del post ‘89.  

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