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Migranti bloccati in Croazia, Left: "Le istituzioni europee intervengano"

Il coordinamento cittadini di Brindisi aderisce all'appello proposto dal Movimento Europeo.it e dal senatore Alberto Maritati

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di adesione all'appello proposto dal Movimento Europeo.it e dal senatore Alberto Maritati, del coordinamento cittadino di Left Brindisi

Quello che sta accadendo in Croazia e Bosnia comincia ad assumere i contorni di delitto contro l’Umanità. Decine di migliaia di persone, responsabili solo di essere diseredati privi dei mezzi essenziali di sopravvivenza e in fuga dalla fame, da persecuzioni politiche e dalle guerre che infuriano nei loro Paesi di origine, vengono respinti da poliziotti di Paesi che dovrebbero essere i primi garanti delle libertà e dei diritti fondamentali delle persone in quanto tali, senza distinzione alcuna, com’è previsto dalla Carta Europea dei Diritti delle Persone, quella dell’Onu e dalla nostra Costituzione. La Croazia è uno Stato Membro della Unione Europea!

Tre parlamentari componenti del Parlamento europeo oggi recatisi in visita ispettiva in quei posti sono stati allontanati con la forza ed impediti di compiere il loro mandato ispettivo di parlamentari europei.  Giova ricordare che la Bosnia ha ricevuto 60 milioni di euro per fornire l’ausilio e soccorso di quei disperati. Questo è un fatto gravissimo che non può essere ignorato né sottovalutato dalla Unione Europea, la quale dovrebbe, senza esitazione, intervenire con ogni mezzo legale e politico per impedire che simili azioni siano ulteriormente perpetrate a danno di tante persone indifese e nei confronti di parlamentari rappresentanti dei Popoli europei! L’Unione Europea, per le ragioni stesse della sua nascita, deve considerare la sua ricostruzione come premessa per porre al centro di tutto la salvaguardia dei diritti delle Persone in modo da impedire la espulsione e l’esclusione di milioni di donne e uomini dal diritto alla vita e agli altri diritti fondamentali.

Esprimendo il nostro profondo sdegno e preoccupazione ci rivolgiamo quindi, prima di ogni altro, al nostro governo, al ministro degli Esteri e quindi alla presidente della Commissione Europea ed al Presidente del Parlamento Europeo, perché ciascuno nel rispettivo ruolo intervengano con la massima urgenza e decisione affinché siano interrotte tutte le azioni illegali (dalla deportazione alle violenze fisiche e maltrattamenti) a danno di tante persone in fuga e bisognose di soccorso e rispetto, non certo di intollerabili violenze!

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