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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

L'ombra del commissario su Asi e Autorità Portuale. Provincia e Comune in ritardo

BRINDISI - Consorzio Asi e Autorità portuale, gli snodi nevralgici dello sviluppo brindisino sono entrambi inchiodati al palo dei tempi biblici della politica e di un sospetto di incostituzionalità che potrebbe congelare e persino azzerare la nomina del futuribile presidente dell’Authority, Hercules Haralambides. Vicende assai differenti, ma il risultato è lo stesso: entrambi gli enti risultano al momento monchi di rappresentanza. Al vertice del Consorzio per la zona industriale mancano a tutt’oggi, com’è noto, le designazioni di Provincia e Comune, obbligati alla revoca delle rispettive delibere che nominavano tre rappresentanti per ciascuno dei rispettivi enti in qualità di rappresentanti dell’assemblea consortile, revoca che deve essere consumata entro la prima settimana di maggio.

BRINDISI - Consorzio Asi e Autorità portuale, gli snodi nevralgici dello sviluppo brindisino sono entrambi inchiodati al palo dei tempi biblici della politica e di un sospetto di incostituzionalità che potrebbe congelare e persino azzerare la nomina del futuribile presidente dell’Authority, Hercules Haralambides. Vicende assai differenti, ma il risultato è lo stesso: entrambi gli enti risultano al momento monchi di rappresentanza. Al vertice del Consorzio per la zona industriale mancano a tutt’oggi, com’è noto, le designazioni di Provincia e Comune, obbligati alla revoca delle rispettive delibere che nominavano tre rappresentanti per ciascuno dei rispettivi enti in qualità di rappresentanti dell’assemblea consortile, revoca che deve essere consumata entro la prima settimana di maggio.

Le precedenti nomine violavano infatti, come ha rilevato la Regione Puglia, la nuova normativa in materia varata a suo tempo dal consiglio di via Capruzzi, in riforma della vecchia legge sulla gestione delle zone industriali. La Provincia avrebbe dovuto provvedere a nominare un solo membro, come prevede la legge, altrettanto il Comune. La questione era all’ordine del giorno della riunione d’assise fissata per il 27 aprile scorso a palazzo De Leo, convocazione alla quale nove membri della maggioranza non hanno risposto, disertando la seduta. Idem, o quasi, per il Comune. Malgrado i tempi serrati (e tre lustri di commissariamento), la questione a Palazzo di Città sembra che non sia stata ancora ufficialmente affrontata, per quanto voci di corridoio sostengano che il futuribile rappresentante del consorzio sarà pescato dalla quaterna dei consiglieri più suffragati nella prima tornata, ossia Pietro Santoro, Angelo Rizziello, Antonio D’Autilia e Pasquale D’Agnello.

Empasse gemella all’Autorità portuale. La questione, nella fattispecie, è in punta di diritto e potrebbe far saltare la nomina del professore greco di Economia marittima Hercules Haralambides, che pure non avrebbe incontrato opposizione a Bari da parte del governatore Nichi Vendola. Il 15 aprile scorso infatti è stata depositata un’ordinanza della Corte Costituzionale con cui si dichiara “la manifesta inammissibilità della questione di legittimità costituzionale dell’articolo 38, comma 1, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), sollevata, in riferimento agli articoli 4 e 51 della Costituzione, dal Giudice del lavoro del Tribunale ordinario di Rimini”. Cioè, quel comma è pienamente corrispondente ai dettami della Costituzione Italiana.

Nella fattispecie la Corte Costituzionale si è pronunciata riguardo al ricorso di una cittadina colombiana contro l’esclusione da un concorso bandito dalla Asl di Rimini. Recita infatti il comma 1 dell’articolo 38: “I cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”. Dato per scontato che il presidente di una Authority esercita pubblici poteri, l’opzione Haralambides stando all’ordinanza in questione, dovrebbe essere ritirata dallo stesso ministro dei Trasporti, Altero Matteoli.

Questioni poco degne d’essere dibattute, secondo il sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, non certo per la sostanza delle argomentazioni, quanto per una questione di competenze: “Se non io, ma il presidente della Regione si è pronunciato positivamente sulla designazione, evidentemente ricorrono le condizioni per garantire l’assenso. Se così non è, non sta a me esprimermi né al consigliere regionale Giovanni Brigante, ma spetta esclusivamente alle autorità competenti alle quali chiunque, legittimamente, può presentare ricorso”. Il riferimento è esattamente al ricorso annunciato da Brigante, consigliere regionale brindisino della Puglia de La Puglia per Vendola che, dalle colonne di BrindisiReport.it aveva dichiarato, senza mezzi termini: “Se si dovesse insistere con questa nomina malgrado l’ordinanza della Corte Costituzionale e nessuno dei diretti interessati, vale a dire i candidati alla presidenza dell’Autorità portuale, dovesse fare ricorso, lo farò io”.

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