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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Matarrelli, sì all'Italicum e sgambetto a Sel. Rotta sul Pd di Renzi

Sì all’Italicum. Il sì alla nuova legge elettorale arriva dall’onorevole Antonio Matarrelli, approdato alla Camera direttamente da Mesagne, come esponente di Sel, salvo scoprire – non tanto di recente - di essere molto vicino al Pd, quello di Matteo Renzi e di Michele Emiliano

BRINDISI – Sì all’Italicum. Il sì alla nuova legge elettorale arriva dall’onorevole Antonio Matarrelli, approdato alla Camera direttamente da Mesagne, come esponente di Sel, salvo scoprire – non tanto di recente - di essere molto vicino al Pd, quello di Matteo Renzi e di Michele Emiliano. Non quello della sua realtà di provenienza, da cui ha preso le distanze, per sostenere il sindaco Pompeo Molfetta con la lista “La mia città”.

L’avvicinamento tra il deputato e il premier, quindi, è ufficiale, così come è ufficiale l’allontanamento da Sinistra Ecologia e Libertà che proprio in vista dell’appuntamento in aula per votare la riforma elettorale aveva mostrato segni di insofferenza. Matarrelli, invece, non ha fatto una piega. A differenza di quanto hanno fatto quelli della minoranza “Dem” del Pd, con in testa Pier Luigi Bersani ormai in rotta di collisione con Renzi, assieme ai nove messi fuori dalla Commissione Affari Istituzionali della Camera.

Il deputato mesagnese non ha avuto neppure bisogno di leggere il testo del messaggio con cui Renzi, ieri sera, ha precettato gli esponenti del Pd. Né è sembrato interessato alla blindatura del testo, reso possibile con la fiducia a cui l’esecutivo ha fatto ricorso dopo averla annunciata nei giorni scorsi.

Il suo è un “sì” convinto, ragionato e peraltro comunicato pubblicamente su Facebook, dopo aver svelato la sua candidatura a consigliere comunale a Mesagne nella civica “La mia città” con Pompeo Molfetta sindaco, a capo di una coalizione costituita sotto la voce “Diamoci una mano”, dove si ritrovano non solo parte di quelli di Sel, ma anche i fuoriusciti del Pd locale, coloro i quali ritengono il partito rimasto immobile e soprattutto legato ai soliti nomi, e persino chi ha avuto esperienze in An e prima ancora nel Movimento sociale italiano.

Su Facebook ha scritto: “Scrivo questa dichiarazione al termine di una riflessione ponderata e durata molte settimane. Una delle prime necessità avvertite dalla nostra funzione parlamentare ma anche variamente sollecitate dagli interventi dei presidenti della Repubblica, è stata quella di procedere al varo della riforma elettorale, per superare il discusso porcellum e consentire al Parlamento e al Governo di lavorare in piena agibilità”.

“Le esigenze da tenere in massimo conto erano fondamentali premesse da cui muovere: confermare il sistema maggioritario, introdotto dal referendum del ’93 e poi confermato; far sì che il voto espresso dall’elettore garantisse una maggioranza certa; assicurare adeguata rappresentanza all’intero elettorale”, si legge nell’ultimo post di Matarrelli. “Dopo le profonde modifiche operate al Senato, il testo della legge attualmente in discussione sembra rispondere con sufficiente pienezza a quelle esigenze, così risultando ragionevolmente equilibrato per favorire il principio della governabilità senza arrecare danno a quello della rappresentatività”.

“Su alcuni punti in particolare, senza entrare in tecnicismi, è lecito manifestare soddisfazione: la soglia per ottenere il premio di maggioranza è stata innalzata al 40 per cento; la soglia per accedere alla rappresentanza parlamentare è stata fissata al 3 per cento , tra le più basse del mondo occidentale, è stata introdotta una norma per tutelare la differenza di genere nella compilazione delle liste ; è previsto il ballottaggio nel caso in cui nessuna lista raggiungesse il 40 per cento dei consensi; a fronte dei soli capilista bloccati, è stato introdotto il meccanismo della preferenze”.

Ecco spiegato, quindi, il perché di una simile scelta. Poco importa a questo punto che sia deputato di Sel, quando davanti sembra sia in discesa la strada che lo porta a Renzi. Circostanza questa che sostengono a Mesagne, dove i tesserati più longevi del Partito democratico ritengono che proprio l’onorevole Matarrelli sarebbe la mente della manovra elettorale: l’obiettivo sarebbe asfaltare il Pd mesagnese, rapportarsi direttamente con Emiliano e vista la sua nuova residenza a Roma, con Matteo Renzi. Il suo obiettivo? Raggiungere il Pd, ora che Sel è nel limbo.

Antonio Matarrelli, del resto, non ha mai negato la sua interlocuzione con Emiliano, né tanto meno il sostegno al candidato governatore alla regione Puglia, poiché lo ritiene l’uomo più adatto a proseguire il lavoro portato avanti da Nichi Vendola. La questione riguarderebbe solo la classe dirigente del Pd di Mesagne che l’onorevole vuole far fuori in nome di un ricambio generazionale.

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