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Martedì, 23 Aprile 2024
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L'errore della Poli Bortone, la decisiva partita di Fitto, e lo sbarco dei trasformisti nell'area Emiliano

Raffaele Fitto gioca la partita più difficile della sua vita. Il suo candidato deve arrivare abbastanza vicino ad Emiliano per dare un senso alla scommessa dell’ex pupillo di Berlusconi. Un risultato modesto lo condannerebbe ad essere un “sopravvissuto” di una stagione che per tanto tempo è stata calda

Raffaele Fitto gioca la partita più difficile della sua vita. Il suo candidato deve arrivare abbastanza vicino ad Emiliano per dare un senso alla scommessa dell’ex pupillo di Berlusconi. Un risultato modesto lo condannerebbe ad essere un “sopravvissuto” di una stagione che per tanto tempo è stata calda. Anche la sinistra deve augurarsi una buona performance di Fitto. Ciò che resta del berlusconismo si sta aggregando attorno a un nucleo trasformista che sarà, probabilmente, largamente dominato dal tentativo leghista di farsi partito meridionale. Sorprende che una politica esperta come la Poli Bortone, che ha una biografia da difendere, stia mettendo il proprio nome in un gioco francamente  degradante. Ci sono stagioni della vita che vanno affrontate a schiena dritta e il passaggio di età è quella fondamentale, quella in cui bisogna rendersi conto che si ha un buon passato da difendere piuttosto che un futuro incerto e poco elegante da rivendicare. Affari suoi.

Per Fitto è cosa diversa. Non ho mai capito perché Berlusconi lo avesse nel cuore. Il personaggio salentino è il più umanamente lontano dal modello dell’ homo berlusconianus. Politico a tutto tondo, sobrio, legato alla sua terra, Fitto sembra un personaggio di altri tempi e probabilmente lo è. Gli manca il carisma dei nuovi populisti, ma gioca su tenacia e competenza, qualità che prima o poi torneranno di moda. La sua idea di costruire in Puglia una solida formazione cattolico moderata può dare il via, a cominciare dal Veneto di Tosi, a una sorta di rifondazione dal basso di una destra di governo stile partito repubblicano americano, cioè conservatore in  senso classico, cristiano, attratto dall’economia.

Michele Emiliano-3A questa destra in fieri si oppone, e porterà alla vittoria una cosa che ci ostiniamo a chiamare sinistra, Michele Emiliano. Non nascondo la mia personale irritazione per il “caso Quaranta” che mi ha fatto venire in mente che la sharia non è solo un rischio per le popolazioni al di là del Mediterraneo ma è figlio di una cultura politica che ha perso le radici. Al netto della sgradevolezza della vicenda – che tuttavia resta non grave, gravissima – Emiliano sembra correre in una autostrada solitaria con inseguitori messi a dovuta distanza. Vincerà lui, ma con lui vincerà la sinistra?

Il Pd a fatica, visto in periferia, è definibile come un partito di sinistra. Sembra un rassemblement di cacicchi. Vendola è stato un buon governatore ma ha lasciato poco o nulla alla sua parte politica. Resta solo da sperare che Emiliano, una volta arrivato dove ha sempre voluto arrivare, dia un senso meno confuso e proprietario alla sua vicenda politica e spalanchi porte e finestre non a voltagabbana, transfughi e trasformisti (come sta facendo), ma alle idee e alle persone che le hanno.

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