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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Monti, Kurosawa e il villaggio Italia

“I Sette Samurai” di Kurosawa è senza dubbio una pietra miliare nella storia del cinema. Il film racconta di un villaggio in un periodo di disordine politico -un periodo in cui di fatto lo stato ha smesso di esistere- e dei rapporti degli abitanti del villaggio con un gruppo di banditi. Dopo anni e anni in cui calano sul villaggio come un uragano, ai banditi viene in mente di regolarizzare le loro incursioni e di visitare il villaggio solo una volta all’anno per ricavarne o estorcerne un tributo. Ovvero i banditi smettono di essere predatori del villaggio per diventarne i parassiti.

Riceviamo e pubblichiamo il seguento intervento sulla situazione politica e l'imminente campagna elettorale inviatoci da Alfredo Passante, più volte consigliere comunale a S.Vito dei Normanni e insegnante. Passante paragona la stagione del governo Monti al contesto del famosissimo film di Akira Kurosawa "I Sette Samurai". L'Italia farà come gli abitanti del villaggio che fu difeso dal gruppo di valorosi guerrieri assoldati per liberarli dal pericolo dei banditi, ma che a cose finite li congedarono?

“I Sette Samurai” di Kurosawa è senza dubbio una pietra miliare  nella storia del cinema. Il film racconta di un villaggio in un periodo di disordine politico -un periodo in cui di fatto lo stato ha smesso di esistere- e dei rapporti degli abitanti del villaggio con un gruppo di banditi. Dopo anni e anni in cui calano sul villaggio come un uragano, ai banditi viene in mente di regolarizzare le loro incursioni e di visitare il villaggio solo una volta all’anno per ricavarne o estorcerne un tributo. Ovvero i banditi smettono di essere predatori del villaggio per diventarne i parassiti.

La vicenda principale del film comincia quando, su consiglio del saggio del villaggio, i suoi abitanti ingaggiano a loro volta i sette samurai del titolo, per farsi proteggere dai banditi. Il piano funziona , i banditi vengono sconfitti, i samurai sono vittoriosi. Avendo visto come funziona il sistema di protezione ed estorsioni, il gruppo dei samurai, i nuovi parassiti, fa un’offerta agli abitanti: per una certa somma terranno il villaggio sotto le loro ali protettive. Ma con una conclusione alquanto ottimistica, gli abitanti rifiutano l’offerta: chiedono ai samurai di andarsene e i samurai ubbidiscono.  (da “Diario di un anno difficile” di J.M.Coetzee)

Nel novembre del 2011 Napolitano ha fatto come il saggio del villaggio nel film di Kurosawa. Per salvare il paese dal tracollo finanziario ha chiamato in veste di samurai i cosiddetti tecnici. La scelta in buona fede del Presidente della Repubblica e l’assenso dato alla stessa dal maggior partito di opposizione,impedendo di fatto al popolo di pronunciarsi  a tempo con libere elezioni ha consentito però ai banditi  dell’alta finanza e a quelli presenti in Parlamento di continuare a spadroneggiare senza alcuna credibile resistenza, fatta eccezione per quella di un certo sindacato, bollato però senza possibilità di appello, come vetero-conservatore .

Così vanno le cose del mondo! Il prof. Monti con il suo inseparabile loden e Marchionne con il suo inseparabile pullover girocollo sono la modernità, perché chi sta con i forti è sempre moderno,mentre Landini  che ritiene, come diceva Max Frisch, che gli operai non sono braccia ma uomini, con la sua tuta da metalmeccanico sa invece di  rosso antico e perciò da tacciare di  vetero-conservatorismo.  Chiusa l’esperienza del governo tecnico , Monti e diversi suoi  ministri, hanno ritenuto doveroso per non disperdere i frutti del lavoro svolto in un anno (sic!), offrire al paese  anche per il futuro la loro protezione.

I samurai di Kurosawa hanno fatto evidentemente scuola. C’è un particolare di non poco conto da segnalare però. I samurai riescono a sconfiggere i banditi  e completata l’opera lasciano il villaggio su richiesta dei suoi abitanti. Monti e i suoi ministri non solo non sono riusciti a conseguire l’obbiettivo per il quale erano stati chiamati, se è vero, come è vero, che siamo precipitati in una recessione dalla quale sarà difficile, molto difficile tirarsi fuori in tempi brevi,ma non intendono nemmeno andarsene. Ritengono  che senza l’ala protettiva delle loro soprannaturali competenze, l’Italia sia destinata al fallimento e all’arretratezza.

In buona sostanza, venendo meno a quanto dichiarato  a più riprese durante l’esperienza di governo e confidando presumibilmente sul sostegno delle banche e sulla benedizione di quella parte della chiesa che ha perso ancora una volta l’occasione di trattare gli italiani da fedeli ormai adulti, Monti e alcuni dei suoi tecnici hanno fatto la scelta di “salire in politica” confidando sul fatto  che i risultati delle prossime elezioni potrebbero determinare  le condizioni  capaci di riportarli nuovamente alla guida del governo. Il popolo italiano di fronte alla proposta di questi tecnici , sarà capace di comportarsi come gli abitanti del villaggio del film di Kurosawa? Sarà cioè capace di dire a questi signori: no grazie, tornatevene alle vostre cattedre, alle vostre banche e ai vostri consigli di amministrazione?

E’ consentito nutrire al riguardo  un qualche cauto ottimismo? Mah! Nella cosiddetta Agenda Monti , omettendo  al momento ogni considerazione  su quanto penalizzanti risultano  per il mondo del lavoro e per i servizi pubblici essenziali le indicazioni in essa contenute, ci sono impegni che dovevano essere perseguiti con determinazione e coraggio nella precedente legislatura. Perchè mai si dovrebbe credere alla favola che nella prossima legislatura si  farà quello che non si è di fatto voluto fare  con il governo dei tecnici? Perché il prof. Monti non ha usato l’arma delle dimissioni quando qualcuno per calcolo non ha consentito di varare una nuova legge elettorale; quando qualcuno non ha voluto regolamentare il conflitto d’interessi; quando si è impedito il varo di una legge capace di contrastare concretamente la corruzione; quando si è affrontato il tema della scandalosa evasione fiscale che continua a mettere a carico  degli onesti quanto evaso dai disonesti; quando si è affrontato il nodo di dimezzare il numero dei parlamentari?

Buona parte del paese ha il fondato sospetto che quanto fatto dal prof. Monti e dai suoi tecnici poteva essere fatto  sicuramente con più equità - ci si perdoni l’irriverenza- perfino dal mitico ragionier  Fantozzi. Strano che i due maggiori partiti presenti in Parlamento dopo aver votato oltre cinquanta volte la fiducia al governo Monti se ne accorgano solo ora..ora che il prof. Monti ha deciso di fare da terzo incomodo…quello, per intenderci, che tra i due litiganti può finire con l’essere il solo a godere. Vedremo. Intanto lo svolgimento della campagna elettorale dimostra che la classe politica nel suo insieme non ha recepito il malessere del paese.

I cittadini attendono di conoscere cosa propongono partiti e movimenti per uscire dal tunnel della crisi ma vogliono sapere, soprattutto, su quali spalle si pensa di far cadere gli ulteriori sacrifici che saranno necessari per mantenere gli impegni sottoscritti con l’Europa. I programmi dei partiti dovrebbero questa volta essere formulati in modo credibile, il che vuol dire che ogni proposta di spesa dovrebbe essere supportata dalla relativa copertura e che i tagli dovrebbero avere, oltre all’indicazione dell’importo, anche l’indicazione del settore nel quale si dovrebbe intervenire. Nel 2012 la cassa integrazione ha raggiunto la cifra di oltre un miliardo di ore il che vuol dire che circa 630.000 lavoratori sono parcheggiati in attesa di un rientro in azienda, poco probabile nell’immediato futuro,  e con la paura che alla cassa integrazione possa seguire un’ondata di licenziamenti.

Purtroppo i vent’anni di governo berlusconiano  unitamente ai provvedimenti adottati da Monti  hanno frenato ogni possibilità di crescita e se  in questo quadro, già di per sé drammatico, inseriamo anche i circa tre milioni di disoccupati e l’inflazione che erode quotidianamente il potere d’acquisto dei ceti meno abbienti, allora le passerelle, le chiacchiere, le battute e la farsa dei duelli in Tv hanno, per la gente che attende le dovute risposte ai suoi problemi, la consistenza e il sapore dell’aria fritta.

Quello che si è visto e sentito dopo la trasmissione nella quale Santoro ha ospitato il Cavaliere dimostra però che non si possono  nutrire certezze riguardo alle scelte degli elettori soprattutto se amanti delle fiction o dell’avanspettacolo. Il potere di chi è capace di generare illusioni è stato probabilmente ancora una volta sottovalutato e il rischio di passare dalla commedia all’italiana alla tragedia all’italiana, è quanto mai concreto. (Alfredo Passante)

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