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"Futuro incerto per Brindisi se la politica non cambierà"

Riceviamo da Nicola Frugis, in veste di responsabile dei rapporti sociali e Istituzionali di Fratelli d'Italia, il seguente intervento sulla situazione politica, economica e amministrativa della città, che pubblichiamo

BRINDISI - Riceviamo da Nicola Frugis, in veste di responsabile dei rapporti sociali e Istituzionali di Fratelli d'Italia, il seguente intervento sulla situazione politica, economica e amministrativa della città, che pubblichiamo.

Non mi soffermerò ad analizzare le cause che hanno determinato l’attuale crisi amministrativa del Comune di Brindisi ma credo che una riflessione su quello che sta avvenendo in un territorio geopolitico più ampio, nel quale la nostra Brindisi si colloca, è d’obbligo per avere una visione programmatica di rilancio per gli anni a venire. E’ innegabile che Brindisi, al pari di altri territori, in quest’ultimo decennio ha avuto un’involuzione dal punto di vista economico, occupazionale e di vivibilità, pur alla presenza di notevoli  infrastrutture e di una posizione geografica invidiabile.

La crisi finanziaria del 2007/2008, la più grave degli ultimi settant’anni, ha costretto gli Stati membri dell’Unione a un ridimensionamento delle proprie economie. Oggi, finalmente, s’intravedono segnali di ripresa nell’intero ambito europeo. Anche in Italia cominciano ad affacciarsi segnali incoraggianti che fanno ben sperare. Se a ciò si aggiunge che gli investimenti diretti esteri hanno avuto un incremento del 62 per cento dal 2015 a oggi (fonte: Rapporto EY Attractiveness Survey Italy), si ha la consapevolezza che l’Italia, tra le economie mature, è quella che ha aumentato in maniera più efficace le proprie attrattive  con decine di progetti da avviare.

Certo, una stabilità del quadro politico, associata a una tassazione più equa, può contribuire, in modo molto più efficacie, a un rilancio sperato. E Brindisi? La nostra Brindisi sarà capace di cogliere le nuove opportunità? Diverse sono le variabili  vincolanti da rimuovere. La compattezza della compagine politica: non è possibile assistere al desolante quadro dell’ultimo quadriennio, dall’era Consales fino alla Carluccio che di fatto hanno paralizzato la città. Amministrazioni improvvisate, composte di persone opportuniste e spregiudicate, senza valori e idee, il largo ai giovani che sì sono e devono essere una risorsa,  si vanifica se non sono fidelizzati ad una politica sana e nobile.

E’ necessario che le risorse migliori della città scendano in campo, è necessario che i partiti politici pongano attenzione nella selezione dei futuri amministratori. In definitiva, è necessario che si crei una stabilità  politica  in grado di governare il cambiamento. In questo la responsabilità dei cittadini chiamati a esprimere il loro voto farà la differenza. Il sistema economico brindisino da anni non sviluppa più crescita di settore, in particolare in quello produttivo, assistiamo sempre più alla chiusura di attività industriali e commerciali.

E’ necessario rivitalizzare la zona industriale, renderla appetibile con economie di costi e servizi adeguati, sopprimere l’ASI, ente inutile e superato dai nuovi compiti attribuiti ai Comuni, promuovere tavoli di settore tra le parti sociali, le associazioni di categoria, le istituzioni e insieme individuare le possibili direttrici di sviluppo che non pongano lacci indissolubili per chi vuole investire. E’ necessario, con la nuova Autorità di Sistema Portuale, riorganizzare e pianificare le attività all’interno del porto, riprendere ed avviare il Patto della Logistica per la realizzazione dell’interportualità, è necessario, pertanto che un esperto di settore sieda nel Comitato per tutelare i nostri interessi a vantaggio del territorio e degli operatori.

Bisogna riprendere e ammodernare il Piano Urbano della Mobilità, prevedendo collegamenti adeguati tra porto, aeroporto e punti nevralgici della città, prevedere zone parcheggio e aree pedonali. Il rilancio della Cittadella della Ricerca è un altro tassello fondamentale per dare impulso al sistema economico e all’innovazione tecnologica dell’apparato industriale, prevedere un Campus scientifico tecnologico dove i nostri giovani possano formarsi.

La città è sporca e  invivibile. E’ necessario che il cittadino limiti a monte la produzione di rifiuti solidi urbani privilegiando la raccolta differenziata e il riciclo dei materiali. Tutto ciò oggi è possibile alla presenza d’impianti fermi e non funzionanti? La discarica di Autigno sotto sequestro, l’impianto di biostabilizzazione per la produzione di CDR sequestrato, l’impianto di compostaggio chiuso dal 2013 non funzionante, con la conseguenza che i nostri rifiuti viaggiano per la penisola con costi esorbitanti che non invogliano certo a osservare le regole.

Il compito del commissario sarà gravoso ma necessario per rimettere in sesto il sistema e demandare alla nuova amministrazione il completamento delle opere. Senza dimenticare i necessari interventi per il recupero dei parchi abbandonati a se stessi,  il piano della costa che darebbe un significativo impulso turistico, il Pug da riprendere e ultimare, la valorizzazione e tutela dei beni monumentali, il rilancio dell’agricoltura da innovare con le nuove opportunità del comparto, un efficiente sistema sanitario che non mortifichi i pazienti con estenuanti attese, tutti interventi che potrebbero far accrescere posti di lavoro e benessere.

Saprà la politica riprendere il filo conduttore di una  programmazione inesistente ed essere pronta a cogliere le nuove opportunità per il rilancio del territorio? Noi di Fratelli d’Italia ci siamo e siamo pronti al dialogo e al confronto.

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