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Parco Di Giulio, ricompare Mennitti

BRINDISI – La gente è tanta: vuole rivedere il sindaco a un mese dalla crisi che lo aveva messo in pericolo di vita, vuole vedere il primo parco urbano aperto in città. Parco Di Giulio è uno dei quattro polmoni verdi che aveva immaginato la giunta in carica nel 2003, quella di centrosinistra, candidando i progetti (anche quello del Cillarese, firmato dall’architetto Bruno) ai fondi della misura 5.1 del Por Puglia 2000-2005. Mennitti lo ha realizzato e aperto in otto anni, e lo ha dedicato ad uno degli antesignani dell’ambientalismo brindisino, Tonino Di Giulio.

BRINDISI – La gente è tanta: vuole rivedere il sindaco a un mese dalla crisi che lo aveva messo in pericolo di vita, vuole vedere il primo parco urbano aperto in città. Parco Di Giulio è uno dei quattro polmoni verdi che aveva immaginato la giunta in carica nel 2003, quella di centrosinistra, candidando i progetti (anche quello del Cillarese, firmato dall’architetto Bruno) ai fondi della misura 5.1 del Por Puglia 2000-2005. Mennitti lo ha realizzato e aperto in otto anni, e lo ha dedicato ad uno degli antesignani dell’ambientalismo brindisino, Tonino Di Giulio.

La pressione mediatica è forte, perché ora tutti immaginano vicine le dimissioni di Domenico Mennitti. Lui però, alla fine della cerimonia, parla cinque minuti solo con i giornalisti per dire che l’appuntamento con le decisioni è rimandato di alcuni giorni, forse di qualche settimana. “Mi rendo conto del vostro interesse verso questo problema, ma non mi sembrava adeguato parlare di questo oggi”.

L’occasione è dedicata alla memoria del dottore Di Giulio, “quindi io non posso che rinviare qualsiasi tipo di comunicazione. Nel giro di qualche settimana, quando avrò certezze sulla mia condizione fisica, prenderò le mie decisioni, perché c’è il problema di stabilire come Brindisi deve continuare. E non sarà una risposta interlocutoria, quella che darò, ma una risposta adeguata”.

Ma il discorso sul futuro della città trapela in quasi tutti i passaggi del discorso del sindaco. Al suo arrivo scatta l’applauso, si sente distintamente anche qualche “bravo”. Lo accolgono il vicesindaco Mauro D’Attis e il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese. C’è il discorso dell’arcivescovo Rocco Talucci, che benedice il parco. Ci sono la moglie e la figlia di Tonino Di Giulio, per il taglio del nastro, Mennitti scopre la targa all’ingresso.

La parte del discorso sulla persona del medico ambientalista è intrecciata alla ricostruzione del quadro politico degli anni Cinquanta e alla situazione attuale della città. I messaggi affiorano spesso, sono abbastanza chiari, ma tendono a non lacerare. “Quella generazione gestì il difficile passaggio tra la guerra civile e la ricostruzione”, ricorda Mennitti, arrivato a Brindisi nel 1955, a 17 anni. In città il sindaco Ciccio Lazzaro si confrontava, spesso al cimitero, con il cappellano Augusto  PIzzigallo. “In Puglia c’era un asse conservatore monarchico tra Foggia, Bari e Lecce, mentre Brindisi e Taranto erano diverse, con un forte peso del ceto operaio”.

Lazzaro, che era del Psi,  morì prima della scadenza elettorale del 1956, “e in una concitata e interminabile assemblea aperta al Circolo nautico – racconta Mennitti mentre sul Parco Di Giulio scende il crepuscolo – la coalizione socialcomunista decise che il sindaco doveva essere ancora un socialista, Tonino Di Giulio. Allora il partito socialista, attorno alla figura di Mario Marino Guadalupi, aveva raccolto molte figure importanti, una notevole classe dirigente. Poi c’erano personaggi provenienti dal Partito d’Azione, come Beppe Patrono e Cesare Carcaterra.

“Tonino Di Giulio era una di quelle figure, con due peculiarità – ricorda Mennitti -, una delle quali l’essere medico radiologo. Riuscì a fare lentamente del suo reparto un centro di indagine sui tumori. Tonino Di Giulio lo leggevi quando lo ascoltavi: sembrava parlasse ad alta voce apposta per essere sentito anche da chi era fuori dalla stanza. Quando abbassava il volume della voce era perché la diagnosi era dura: sapeva passare a toni affettuosi quando aveva di fronte pazienti senza speranza. E lui, amante della vita e della politica, quando le delusioni erano forti si rifugiava dove la scienza gli consentiva di aiutare in maniera diversa i suoi concittadini”, prosegue il sindaco nella descrizione del personaggio.

Fu primo cittadino solo per pochi mesi, Di Giulio, perché nel 1956 a Brindisi le amministrative le vinse il centrodestra. E quando fu investito dal peso della sconfitta, Tonino Di Giulio “non si rifugiò solo nella medicina, ma anche nell’altra sua grande passione e peculiarità: l’agricoltura – racconta Domenico Mennitti alla folta platea di cittadini e personalità - . Fu il fondatore della Cantina Risveglio Agricolo, e il suo amore per la campagna credo sia stato il grande legame con il suo successivo impegno ambientalista”.

Per lui non esistevano industria e agricoltura come settori distinti, ma solo l’agricoltura come centro attorno a cui si doveva sviluppare tutto, dice Mennitti e introduce quella che può apparire una grande contraddizione: “Qui, in questo parco, c’è una importante partecipazione dell’Enel. Ma è questo impegno che bisogna chiedere alla grande industria del territorio: impegnare risorse per il bene dei cittadini delle aree da cui prendono tanto. Spesso abbiamo comportamenti autolesionistici, ma le cose sappiamo farle anche noi: avremo presto una città chiusa tra due parchi (l’altro è il Cillarese, di prossima apertura), e anche questo è un modo da difendersi da pressioni esterne, a volte oscure, creando grandi polmoni di verde”.

Mennitti oramai parla del futuro immediato di Brindisi. “In questa città dobbiamo fare in modo da creare l’equilibrio giusto. Ci hanno ricattato con il lavoro cercando di farci credere che bisogna scegliere tra sviluppo e ambiente. Non è vero: il lavoro deve servire ad accrescere il rispetto per l’uomo e per l’ambiente”, ha detto il sindaco strappando applausi. “Dobbiamo restituire alla città un pizzico di amore. Ci sono statistiche che dicono che tra noi e Lecce non ci sono solo 40 chilometri di distanza, ma anche 40 punti in meno di autostima. Ma oggi noi ce la stiamo riconquistando”.

Mennitti si commuove visibilmente quando parla degli attestati di vicinanza che ha ricevuto da amici e avversari politici. “E’ nei momenti difficili che si sente la forza dei legami. Gli uomini contano, ma oltre ogni singolo uomo esiste una comunità che deve sapersi muovere con ideali condivisi”. Ecco la parte forte del messaggio, diretto ai suoi e all’opposizione. Poi la conclusione: “Tonino Di Giulio lo immagino in testa ad un ideale corteo che attraversa le strade di Brindisi. Uno dei tanti di questi ultimi anni”.

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