"Parlamentari, fate i sacrifici"
BRINDISI - L'articolo 50 della Costituzione dice: "Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità". Il consigliere comunale uscente del Pd Enzo Albano utilizza questa facoltà importante del nostro sistema democratico per chiedere a senatori e deputati: tagliatevi lo stipendio e fare i sacrifici come tutti gli altri cittadini. Albano sta perciò per lanciare una petizione in città che posi sarà inviata alle Camere.
BRINDISI - L'articolo 50 della Costituzione dice: "Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità". Il consigliere comunale uscente del Pd Enzo Albano utilizza questa facoltà importante del nostro sistema democratico per chiedere a senatori e deputati: tagliatevi lo stipendio e fare i sacrifici come tutti gli altri cittadini. Albano sta perciò per lanciare una petizione in città che posi sarà inviata alle Camere.
" Nei prossimi giorni con un banchetto in piazza Vittoria o piazza del Popolo, alla Commenda a Sant'Elia, al Bozzano, al Casale, al Paradiso metterò un banchetto per raccogliere le firme da spedire al Parlamento, che non mi pare molto sensibile alla partecipazione ai sacrifici imposti agli italiani, sempre ai più deboli e ai dipendenti a reddito fisso naturalmente", annuncia Enzo Albano.
"So che mi tacceranno di demagogia, di populismo. Ma una sana scivolata in questo ambiente credo che una volta tanto faccia bene, considerato i tanti privilegi di cui godono per un impegno sociale che dovrebbe essere frutto della delega popolare e non della designazione di un gruppo ristretto di persone. Parliamo spesso di democrazia, credo che invece si tratti di oligarchia, considerato - conclude Albano - le capacità dei nominati che non vogliono mollare la presa". Ecco il testo della petizione.
"L’ ondata antipolitica che sta contrassegnando l’attuale vita politica del nostro paese, sta creando in tutta Italia un diffuso clima di insofferenza, di distacco e di sfiducia da parte di notevoli fasce di cittadini nei confronti delle istituzioni e, in modo particolare, in coloro che le rappresentano.
Uno stato d’animo che risulta in moltissimi casi giustificato , considerati i pesanti sacrifici imposti alla gran parte dei cittadini con reddito medio basso dalle varie manovre finanziarie di questi ultimi anni, ai quali fanno riscontro, quasi giornalmente, numerosi casi di odiosi privilegi, di sprechi e di inefficienze, portati a conoscenza dell’opinione pubblica dalla rete internet e dai servizi giornalistici, televisivi, radiofonici delle emittenti nazionali e locali. Un problema, che come dichiara la corte dei conti, non appare né circoscritto, né sporadico.
In questo scenario, il dovere della politica è quello di dare segnali di discontinuità, di trasparenza e di oculatezza nella gestione del denaro pubblico, che proviene dalle tasse, che i cittadini pagano a costo di enormi sacrifici, ma anche di ridurre i costi esagerati della politica e della burocrazia, a tutti i livelli.
Non si tratta certamente di demagogia o di cedimenti alla piazza. Si tratta di riconsegnare all’attività politica quella dignità e quel valore che troppi meccanismi superati, troppe furbizie hanno indebolito, ma che è tutt’ora presente, dobbiamo dirlo, nel lavoro di molti politici italiani, a tutti i livelli. Da tempo sul paese grava la sensazione di una politica, funzionale solo a far carriera e a creare meccanismi per mettere al sicuro rendite e privilegi.
Infatti, molte di quelle prerogative e dei costi pensati originariamente a servizio della collettività e della democrazia, sono state distorte ed utilizzate per esentare gli addetti ai lavori dalle regole valide per la generalità dei cittadini, ma anche per creare privilegi, apparati e clientele, che con la democrazia non hanno niente a che fare.
Tuttavia, non bisogna fare di tutta un erba un fascio. Proprio per questo crediamo che sia tempo di guadagnare maggiore trasparenza , ma anche introdurre correttivi idonei a correggere la deriva di questi anni. Si tratta di dare senso e significato alla sovranità popolare e alla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
I parlamentari Italiani, in questa fase di profonda crisi economica che sta da tempo corrodendo la vita delle famiglie, degli anziani, dei pensionati, dei separati, degli artigiani, delle piccole imprese e sui quali grava la gran parte del peso economico dei dolorosi provvedimenti emanati in queste ore dal governo Monti, possono e devono fare la loro parte, dando esempio al paese di buon governo e di oculatezza nella gestione e nella ripartizione, finalmente equa, dei sacrifici, eliminando finalmente quelle ingiustificate condizioni di privilegio che perdurano in molte categorie di cittadini che non sono certamente bisognosi.
Riteniamo che sia tempo di metter mano, senza indugio, ai costi smisurati della burocrazia e dei tantissimi enti inutili, ma anche ai costi della politica, riducendo del 50% il trattamento economico percepito dai parlamentari, a partire dal 1° gennaio 2012.
Il Parlamento Italiano, prendendo a modello quanto avviene in altri settori della pubblica amministrazione, può anche dare segnali di maggiore trasparenza, creando sul sito internet del parlamento un’apposita sezione in cui vengono pubblicati gli emolumenti percepiti dai parlamentari, dai sottosegretari dai viceministri e dai ministri italiani.
Scelte forti, ma le uniche però capaci di restituire il senso della delega rappresentativa, corrispondendo alla fiducia accordata nelle tornate elettorali, il dovere di rendere conto ai cittadini, sui quali non devono pesare in maniera eccessiva i costi della politica, dando un buon esempio a cominciare dalla partecipazione in prima persona ai sacrifici imposti ai cittadini. Vi chiediamo, pertanto, se non ritenete di dover disporre, in tal senso".