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PD/ Doppio colpo dei renziani

BRINDISI – Doppia vittoria dei renziani, che vincono il congresso e si aggiudicano la segreteria provinciale, con Maurizio Bruno, e quella del capoluogo, con Antonio Elefante.

BRINDISI – Doppia vittoria dei renziani, che vincono il congresso e si aggiudicano la segreteria provinciale, con Maurizio Bruno, e quella del capoluogo, con Antonio Elefante.

Le operazioni di voto presso il comune di Brindisi sono andate avanti fino alle 22.30, per smaltire le lunghe file di votanti materializzatisi come per miracolo in favore di un partito che solo 10 giorni fa, ad un dibattito con tutti e tre  i candidati segretari provinciali, era stato in grado di portare in sala appena 30 persone e un cagnolino. Ma questi sono i miracoli a cui il Pd ci ha abituati da tempo: dopo le primarie farsa, anche la moltiplicazione delle tessere e degli iscritti. Chissà se un giorno si arriverà anche alla moltiplicazione dei voti.

Renzi dunque senza ostacoli: Elefante, segretario uscente, vince con 608 voti a favore contro i 353 dello sfidante Cristiano D’Errico, partito troppo tardi (solo sabato). Vince a man bassa anche Maurizio Bruno, che si aggiudica 53 delegati su 100 e dunque viene eletto al primo turno, contro i candidati di Cuperlo (Giuseppe Tagliente) e Pittella (Anna Maria Scalera).

Queste le prime parole di Maurizio Bruno: «Ringrazio tutti gli iscritti del Partito democratico della provincia di Brindisi, ringrazio Anna Maria e Giuseppe, per un percorso congressuale che sono certo consentirà l'apertura di una nuova fase per il Pd in terra di Brindisi. Da domattina iniziamo a costruire un nuovo Partito democratico perseguendo la missione che così tanti iscritti mi hanno voluto affidare: rinnovarlo profondamente costruendo finalmente una classe dirigente all'altezza delle sfide che attendono l'intero territorio, a partire dalla questione ambientale e da quella occupazionale».

Nelle prossime ore vi proporremo il commento di Elefante, che durante il congresso aveva parlato di un Pd «libero da nomenclature e vecchi steccati, perché solo così, potremo pensare con vent'anni di ritardo, alla costruzione di un grande partito riformista, che non guardi più solo ai lavoratori, ma pensi al lavoro tutto, capace di rappresentare lavoratori e aziende, che non pensi solo allo sviluppo cieco ma imponga la tutela dell'ambiente come priorità e sviluppo, che combatta le diseguaglianze sociali ed economiche perché finalmente libero da vincoli e logiche finanziarie oscure e alquanto misteriose».

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