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Pd, Elefante solo contro tutti: "Più smalto all'azione di governo"

“Io sono un uomo di sinistra e sono la sinistra del Pd, prima forza politica di maggioranza al Comune di Brindisi: non posso avere in Giunta persone che non sposano idee del centrosinistra, coalizione di governo scelta dagli elettori, sulla base di un programma preciso, dopo otto anni di centrodestra

BRINDISI –  “Io sono un uomo di sinistra e sono la sinistra del Pd, prima forza politica di maggioranza al Comune di Brindisi: non posso avere in Giunta persone che non sposano idee del centrosinistra, coalizione di governo scelta dagli elettori, sulla base di un programma preciso, dopo otto anni di centrodestra. Per questo al sindaco e agli assessori chiediamo più coraggio nell’affrontare le problematiche della città”.

Il pensiero. Tra verbi coniugati al singolare, in prima persona, e verbi invece usati al plurale, facendo riferimento al Partito democratico, Antonio Elefante, segretario cittadino del Pd, ha detto la sua in vista della versione numero 5 dell’esecutivo, in cui dovrebbe entrare il Centro democratico con Ugo Poli, presidente di Confapi. Con uno sbilanciamento al centro della Giunta, ancora sotto l’effetto di quel Laboratorio politico nato dall’intesa tra Pd e Udc rimasto in piedi nonostante l’uscita di scena di Massimo Ferrarese e le vicissitudini del vecchio partito di Pierferdinando Casini, dalla diaspora che ha portato appunto alla nascita del Centro democratico, alla formazione di Ncd-Area Popolare che alle regionali ha scelto di sostenere non già Michele Emiliano, candidato del centrosinistra con in testa il Pd (di cui è segretario regionale) ma la parte opposta con Francesco Schittulli, lontano da Forza Italia.

Elefante voleva comunicare ai giornalisti il suo pensiero. Lo ha fatto questa mattina, da solo nella sede di via Conserva, in una “casa” (politica) che nelle prossime ore, già nel pomeriggio di oggi (17 giugno) potrebbe non essere più la sua se effettivamente saranno formalizzate le dimissioni di gran parte dei componenti della segreteria cittadina perché è vero che a dimettersi, quindi a fare un passo indietro, saranno gli “altri, ma è altrettanto vero che vanno via  in segno di netto dissenso rispetto alla guida che sinora è stata data al partito nel capoluogo. Come a dire che Elefante non è gradito. Non più.

La segreteria cittadina. Nei fatti, quindi, il segretario ha pensato e ha voluto giocare d’anticipo, battendo sul tempo chi avrebbe più di qualche cosa da “imputargli” in qualità di segretario cittadino del Pd, visto che la riunione della segreteria è convocata per questo pomeriggio alle 18 ufficialmente per parlare della situazione del partito e dell’azione amministrativa.

Ufficiosamente, sempre per colpa dei giornalisti, quelli che scrivono per questa testata, Brindisi Report, con i quali se l’è presa anche oggi, poco prima di dare il via alla sua conferenza stampa, Elefante è al corrente dell’esistenza di questa ondata di “no” e soprattutto ben conosce i volti dei contestatori: Luciano Loiacono, presidente del Consiglio comunale (con il quale fa sponda in Assise solo per contenere gli interventi dell’oppositore Giampiero Pennetta), Salvatore Brigante, il capogruppo che pure lo sostenne in occasione delle elezioni a segretario, Marika Rollo assessore ai Servizi sociali, sacrificato in nome della Giunta tecnica e rimasto fuori dalla corsa alle regionali nonostante la quota rosa, Gabriella Ligorio che mai è stata tenera nei suoi confronti e Vito Camassa che gli ha lanciato il guanto di sfida attraverso il consigliere comunale Umberto Ribezzi, proprio in Aula, quando questi ha dichiarato di non riconoscere più Antonio Elefante come segretario cittadino.

Tutto questo quando, da mesi, sul tavolo della segreteria cittadina del Pd c’è una lettera dai toni accesi firmata da 24 tesserati secondo cui nel partito era andata in scena una “oligarchia sprezzante di ogni principio di democrazia interna”: lo hanno scritto dirigenti dei circoli cittadini, componenti degli organismi provinciali ed ex consiglieri comunali di Brindisi. In segno di netta contrapposizione – tra gli altri – l’ex segretario cittadino Enzo Casone, così come Enzo Albano, Franco Massaro e Cristiano D’Errico.

Il suo successore, ironia della sorte, era presente questa mattina in conferenza stampa: Antonio Nozzi, già candidato nella lista di Alleanza per l’Italia, molto vicino a Francesco Cannalire. E’ approdato di recente nel Pd. E piace a Loiacono & co.

Contro gli assessori. Solo contro il resto del partito, appunto. A fargli compagnia unicamente il ritratto di Enrico Berlinguer appeso alla parete della stanza. Solo contro tutti. E da oggi anche contro gli assessori del Pd che sono in Giunta e che nell’esecutivo resteranno: Pasquale Luperti, titolare dell’Urbanistica, il più longevo, dal momento che è entrato sin da subito nella squadra, e Antonio Monetti, titolare della delega all’Ecologia. Con il politichese ha imbastito parole tali da mandare un messaggio ai due e al sindaco Mimmo Consales (del Pd, ma autosospesosi dopo le vicende giudiziarie sfociate nel processo in cui è tuttora imputato): “Serve un’azione più incisiva, un’accelerazione”, ha detto. “E’ necessario per rendere attuale il programma del Pd”.

“Noi (quelli del Pd?, ndr) non stiamo sempre a dire avanti comunque, né vogliamo dire che si va a casa, ma sosteniamo che sia necessario ora più che mai un cambio di marcia per i prossimi due anni, dopo aver fatto un’attenta analisi. Perché di cose buone ne sono state fatte e di errori ne sono stati commessi”, ha detto usando il plurale, pur essendo solo. Pur nel silenzio del Pd provinciale, nelle mani di Maurizio Bruno, anche sindaco di Francavilla Fontana che sembra aver allacciato un rapporto preferenziale con Mimmo Consales, complice la regata velica Brindisi Corfù a cui hanno presenziato entrambi.

“Quanto all’Ambiente, mi auguro che si possa rivedere la legge regionale e che faccia chiarezza sul ciclo dei rifiuti, quanto all’Urbanistica, l’assessore, giovane, si è messo subito al lavoro e questo ci fa capire che l’impegno c’è stato, ma chiediamo di moltiplicare le forze”, ha aggiunto. Ancora parlando al plurale. Per conto di chi? Non lo ha precisato. Ha spiegato altro: “Quando è stato organizzato il forum sul piano della costa, c’è stato il confronto e i risultati di sono visti. Questo è un esempio da seguire”.

“Ora sappiamo che dopo lo sforamento del patto di stabilità sarà un anno doloroso per il Comune, sappiamo che dobbiamo fare sacrifici, per cui serve coraggio e lo chiediamo al sindaco e alla Giunta. Non mi scandalizzo che si tratti del governo Consales numero cinque o quattro: il cittadino vuole fatti concreti e a noi interessa che entri in Giunta chi è adeguato a portare avanti l’azione amministrativa che il Pd vuole. Non so se il sindaco oggi farà nomi, ma credo che sia necessario più tempo”.

Elefante avrebbe voluto fermarsi qui, dopo aver parlato anche delle ragioni che a suo dire sono state alla base dell’astensionismo e che ha fatto risalire agli anni a ridosso della Tangentopoli e della fine della Prima Repubblica. Ma come ogni conferenza stampa che si rispetti, la parola è passata ai giornalisti.

Incalzato, ha cercato di non tradire il linguaggio della diplomazia, ma qualcosa gli è “sfuggita”, quando sono partite le domande imbottite di tritolo (perché i giornalisti – alcuni – danno sempre fastidio): “Soddisfatto del lavoro svolto da Luperti e Monetti? In altri termini i due si sono attenuti oppure no alle linee di partito?” Risposta: “Non si è mai soddisfatti, nel senso che si può sempre fare di più e migliorarsi e ho già detto che serve dare un’accelerata all’azione amministrativa”. Mica tanto subliminale il messaggio consegnato ai giornalisti prima che alla segreteria cittadina.

Gli innesti. “Perché serve tempo prima di fare i nomi per i nuovi assessori?”. “Perché bisogna confrontarsi”. Chiaro che l’ingresso dei centristi, o meglio di un altro assessore per l’area di centro, quale Ugo Poli, dopo Cosimo D’Angelo ai Lavori pubblici, non è cosa gradita, per non dire proprio indigesta. “Ma a me non appassionano i nomi, l’importante sono i fatti che devono andare nella stessa direzione del programma del Pd, a sinistra”. Anche questo messaggio è lapalissiano.

“Elefante, non la prenda come un attacco personale, ma lei di fatto è rimasto solo eppure parla a nome del partito: poiché lei stesso cerca e chiede l’unità, la compattezza del Pd, non sarebbe forse il caso di fare un passo indietro rassegnando le dimissioni?”. Domanda scomoda, ma necessaria. “A me non appassiona il potere e ripeto io voglio una Giunta pragmatica”. Risposta che risposta non lo è. Domanda ripetuta. “E’ normale che al momento giusto dirò se sono o meno d’accordo. Se resto oppure no dipende da cosa succederà perché io non stravolgo il mio essere, la mia persona, quello che sono: sono di sinistra e sono la sinistra del Pd”.

Dietro le quinte. Così ha parlato Elefante. Ha fatto davvero tutto da solo? Il dubbio che possa essere stato in qualche modo sostenuto da altri c’è, non fosse che qualche giorno addietro è uscito alla scoperto chi, sinora, ha mantenuto un basso profilo, preferendo restare dietro le quinte: Giovanni Carbonella, ex sindacalista, ex deputato della Margherita, autore della “sponsorizzazione” di Mimmo Consales a sindaco e fautore della nomina dell’avvocato Rosario Almiento alla guida del Consiglio di amministrazione della Stp.

Ragionevole pensare che Carbonella stia lanciando il segretario cittadino come una testa d’ariete contro l’Amministrazione Consales nel tentativo di farla cadere. Non è mistero, infatti, che i rapporti fra i due siano glaciali e non semplicemente raffreddati, basti andare a rileggere l’intervista che Carbonella ha rilasciato sempre ai soliti giornalisti di Brindisi Report. Parlando della nuova versione della Giunta disse che si trattava di una “frittata”. E a lui le frittate non piacciono proprio. Per Elefante, invece, parole di stima e apprezzamento, tanto che alla domanda sul futuro della segreteria cittadina rispose affermando che non ci sarebbe stata alcuna decapitazione. La ghigliottina, a quanto pare, servirebbe per tagliare la testa ad altri.

Questo è il ritratto che emerge del Partito democratico a Brindisi città.  Un Pd  in preda a fibrillazioni continue, oscillante tra correnti che sembrano più gruppi se non addirittura bande per il livello sul quale è scivolato il confronto, per cui c’è da chiedersi da chi sia effettivamente rappresentato. Tanto più che il direttivo provinciale resta silente. Mentre lo stesso sindaco se da un lato resta autosospeso, non essendoci stato un atto di segno opposto, dall’altro rivendica il proprio contributo alla rielezione del consigliere regionale Pino Romano, tornato a Bari assieme a Fabiano Amati, sostenuto da Carbonella. Tutto chiaro?

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